Terna primo semestre 2010

Terna ha chiuso il primo semestre dell’anno con un utile netto in aumento del 26,9% a 233,5 milioni di euro e ricavi in crescita del 13,9% a 760,8 milioni. In crescita anche l’Ebitda, che ha registrato un incremento del 12,2% a 568,8 milioni, l’Ebit, che è risultato essere pari a 396,3 milioni, ossia in crescita del 9,1%, e gli investimenti, cresciuti del 30% a 486 milioni.

Nei primi sei mesi dell’anno i costi operativi si sono attestati a 192 milioni, in crescita di circa 31 milioni. La situazione patrimoniale al 30 giugno è risultata essere pari a 2,506 miliardi dai 2,501 miliardi di euro del 31 dicembre 2009, mentre l’indebitamento finanziario netto è stato pari a 4,261 miliardi, in crescita di 503,6 milioni.

Target price di Terna a 3,24 euro per Unicredit

La sezione Corporate&Investment Banking di Unicredit, ha segnalato un triangolo simmetrico sul titolo Terna, con la conformazione grafica che è facilmente visualizzabile sul grafico.

A partire dall’inizio del mese di maggio ci sono stati tre minimi crescenti battuti il 25 dello stesso mese e l’8 di giugno. I massimi sono invece stati toccati il 12 maggio ed il 4 giugno.

Trimestrale Terna gennaio marzo 2010

Terna ha messo a segno risultati ben oltre superiori alle attese nel primo trimestre del 2010, chiuso con un utile netto in aumento del 32,9% a quota 107,1 milioni di euro, contro un consenso a 97 milioni.

I ricavi del gruppo si sono attestati a 365,2 milioni di euro, in aumento del 16,2%, con il consenso che aveva previsto ricavi pari a 357 milioni.

Terna break-out 2,85 euro

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A Piazza Affari il titolo Terna sembra trovarsi in un buon periodo, infatti il valore delle azioni è in continua crescita da luglio, e ora si cerca un allungo deciso per riuscire a superare soglie importanti.

Ieri il titolo in borsa ha perso lo 0,81% a quota 2,7675 euro per azione, ma rimane comunque buono il trend del titolo, che era arrivato a toccare un massimo di 2,85 euro per azione nei giorni scorsi.

Terna vende il 66% di Participacoes a Taesa

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Terna, nella giornata di ieri, ha perfezionato gli ultimi dettagli della cessione della quota del 66% che deteneva in Terna Participacoes, come vi avevamo anticipato anche noi in questo articolo qualche giorno fa.

La partecipazione della holding brasiliana è stata venduta a Taesa, società partecipata da Cemig Gt e dal Fip (Fundo de Investimentos em Participacoes) Coliseu, che raggruppa vari investitori finanziari brasiliani.

I dati ufficiali parlano di un corrispettivo complessivo pari a 2.148,4 milioni di reais, oltre ai 199,2 milioni di reais di dividendi già pagati a Terna da TernaPart.

Terna mira quota 2,725 euro

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Terna, che ieri a Piazza Affari ha concluso la seduta in rialzo dello 0,75% a quota 2,695 euro per azione, si trova in un periodo in cui conferma il suo carattere improntato alla linea difensiva.

Comunque il titolo sta reagendo molto bene alla debolezza delle ultime sedute, rimanendo molto vicino ai numeri massimi fatti registrare nel 2009, e mantenendo una struttura tecnica decisamente positiva, grazie anche all’annuncio dell’imminente vendita a Cemig in Brasile.

Terna pronta la vendita a Cemig in Brasile

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E’ ormai questione di giorni per la definitiva cessione della sezione brasiliana di Terna, che prende il nome di Terna Participacoes, e come affermato da Flavio Cattaneo, Ad del gruppo è solamente una questione in mano alle autorità brasiliane ora.

L’acquirente che è la società Cemig aveva infatti indicato nel 3 novembre la possibile data di acquisizione, che porterà nelle casse di Terna 809 milioni di euro, andando così ad ottenere una plusvalenza di ben 400 milioni.

Terna limita le perdite dopo la trimestrale

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E’ stata una giornata molto negativa per tutti i principali listini mondiali ieri, a Piazza Affari il Ftse Mib ha chiuso perdendo l’1,64% a quota 20.012 punti mentre l’All Share ha lasciato sul campo l’1,61% a 20.682 punti. Male anche le altre piazze europee, Parigi -1,23%, Londra -1,25% e Francoforte -1,46%.

Questi dati arrivano sulla scia delle forti perdite a Wall Street, dettate soprattutto dal calo netto sulla fiducia dei consumatori americani.