L’agenzia di rating cinese Dagong sbarca in Italia e inaugura la propria sede europea a Milano. In questa occasione Guan Jianzhong, presidente della Dagong Global Credit Rating, ha parlato anche del giudizio attribuito all’Italia, che resta sempre “BBB†con outlook negativo per i prossimi trimestri. Il numero uno di Dagong ha sottolineato che non esiste alcuna probabilità di un miglioramento del rating dell’Italia, in quanto il paese ha un’economia stagnante e non ci sono le condizioni per una svolta a causa della mancanza di riforme strutturali.
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Come capire se le borse sono sopravvalutate
Nel mare magnum delle strategie basate sull’analisi fondamentale una delle più semplici e conosciute è quella della valutazione del rapporto prezzo/utili (p/e, price/earnings). Questo rapporto consente all’investitore di valutare velocemente se un’azione evidenzia una quotazione eccessivamente elevata rispetto al suo fair value, oppure se è sottovalutata con potenziali margini di upside. Il prezzo di un’azione non è altro che il valore, riportato ad oggi con opportuni tassi di sconto, degli utili generati da quell’azienda da qui agli anni a venire.
Seat PG è in bancarotta secondo S&P
L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha rivisto ancora una volta il suo giudizio su Seat Pagine Gialle, che qualche giorno fa ha chiesto l’ammissione al concordato preventivo dopo aver preso atto dell’insostenibilità della propria situazione finanziaria e dell’incapacità di far fronte ai propri impegni sul debito, nonostante la ristrutturazione effettuata lo scorso anno. Standard & Poor’s ha abbassato il rating di lungo termine di Seat Pagine Gialle a “Dâ€, ovvero default. Secondo l’agenzia lo società delle directories è in uno stato di bancarotta.
Seat PG a un passo dal default secondo S&P
Secondo l’agenzia di rating Standard & Poor’s il rischio di finire in default per Seat Pagine Gialle si fa sempre più concreto. La decisione del consiglio di amministrazione della società delle directories di sospendere il pagamento degli interessi sul debito ha generato un fuggi fuggi dal titolo, che in tre giorni ha perso più del 77%. Venerdì le azioni Seat Pagine Gialle hanno evidenziato un nuovo tonfo del 23,08% a 0,002 euro. S&P ha tagliato il rating a “SD†(selective default) da “CC†sui bond da 750 e 65 milioni in scadenza nel 2017.
Seat PG rating tagliato da Moody’s e S&P
Continua il momento di forte tensione in casa Seat Pagine Gialle, che ieri ha perso il 7,14% alla borsa di Milano chiudendo sui minimi di giornata a 0,0026 euro. Si tratta del nuovo minimo di sempre per la società , che però al momento ha altri pensieri per la testa. Dopo la debacle di mercoledì, che ha portato il titolo a perdere il 47,17% in un solo giorno, sono arrivate due pesanti bocciature da parte delle principali agenzie di rating, ovvero Moody’s e Standard & Poor’s.
Generali Assicurazioni rating A confermato da S&P
Buone notizie per il gruppo Generali Assicurazioni, che ieri ha ottenuto la conferma del rating A da parte di Standard & Poor’s. Nessun downgrade all’orizzonte, anzi l’agenzia di rating ha deciso di togliere il creditwatch negativo che il Leone di Trieste stava ormai sopportando da tempo. A Piazza Affari le azioni della compagnia assicurativa triestina hanno chiuso con un ribasso dell’1,13% a 13,99 euro. Dieci giorni fa le azioni Generali Assicurazioni avevano toccato il massimo più alto da giugno 2011 a 14,65 euro.
Finmeccanica in rosso dopo downgrade S&P a BB+
Inizio ottava in lettera per il titolo Finmeccanica, che a Piazza Affari evidenzia un ribasso dell’1,61% a 4,88 euro. A pesare sulle azioni del colosso aerospaziale è il downgrade giunto da Standard & Poor’s sul finire della scorsa settimana. L’agenzia di rating ha tagliato il rating di lungo termine di Finmeccanica a BB+ da BBB-. L’outlook, però, passa a “stabile†da “negativoâ€. Giù anche il rating di breve termine a B da A-3 con outlook stabile. S&P ritiene che possano esserci sorprese positive dall’utile operativo 2013.
Rating di 34 banche italiane tagliato da S&P

S&P ha tagliato il rating di Intesa Sanpaolo, Unicredit e Mediobancada da A a BBB+, il rating di Ubi Banca è stato tagliato da A- a BBB+, i giudizi su Mps, Banca Popolare dell’Emilia Romagna e Credito Emiliano sono passati da BBB+ a BBB infine i rating di Banco Popolare, Banca Popolare di Milano e Banca Carige hanno subito un downgrade da BBB a BBB-. L’outlook è negativo per tutti gli istituti.
Rating Italia tagliato a BBB+ da S&P

Dopo che Francia ed Austria sono state declassate perdendo la tripla A, Standard & Poor’s ha tagliato anche il rating del nostro Paese, sceso da A a BBB+, come Perù, Colombia, Irlanda, Russia e Kazakhstan.
Rating Fondiaria Sai e Generali confermati da Standard & Poor’s

S&P ha confermato il rating BBB- su FonSai e pure sulla controllata Milano Assicurazioni, mentre l’outlook è stato abbassato da stabile a negativo.
Standard & Poor’s boccia le banche italiane

S&P ha inoltre tagliato il rating di sette banche italiane, come diretta conseguenza del taglio del rating sul debito italiano. I rating di Intesa Sanpaolo e Mediobanca sono stati abbassati da A+ ad A. Altre otto banche, tra cui Unicredit, hanno mantenuto il rating confermato però è stato abbassato l’outlook da stabile a negativo.
S&P taglia rating Generali Rueck

S&P ha tagliato il giudizio su Generali Rueck da AA- ad A con outlook stabile, in seguito alla sospensione del piano strategico per trasformare Generali Rueck nel centro di competenza del gruppo per le attività GEB, cioè di prestazioni ai dipendenti.
Wall Street sui massimi dal 2007-2008

Il Dow ha guadagnato lo 0,47% a quota 11.787,38 punti, mentre l’S&P lo 0,74% a 1.293,24 punti, toccando i massimi dall’estate del 2008. Il Nasdaq invece ha guadagnato lo 0,73% a 2.755,3 punti, arrivando ai massimi dal novembre 2007.
Nessun rally di fine anno a Wall Street

Questo perchè comunque il rally di fine anno non è una cosa obbligatoria e soprattutto perchè quest’anno è già stato ricco di successi e di rialzi per praticamente tutti i mercati mondiali, con addirittura un rialzo del 65% rispetto a marzo di Wall Street, che ha fatto sparire le paure di una recessione simile solo a quella degli anni ’30.