Eni nel Mare di Barents con nuove licenze esplorative

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Quattro nuove licenze nell’upstream norvegese, ed in particolare nel Mare di Barents, con tre di queste acquisite in qualità di operatore. Ad aggiudicarsele è stata la società energetica Eni S.p.A. che con un comunicato ufficiale ha precisato che le quattro licenze esplorative sono state acquisite nell’ambito di un round internazionale competitivo, il 22-esimo, che è stato indetto dal governo norvegese.

Buyback Eni riproposto dal Consiglio di Amministrazione

Il Consiglio di Amministrazione di Eni S.p.A. ha deliberato per proseguire il programma di buyback, ovverosia il piano di acquisto e di disposizione di azioni proprie, per un periodo pari ad ulteriori diciotto mesi dal via libera da parte dell’Assemblea degli Azionisti. Il programma è per un massimo di 363 milioni di azioni Eni S.p.A. corrispondenti al 10% circa del capitale sociale per un esborso di massimi 6 miliardi di euro.

A darne notizia in data odierna è stata proprio la società del cane a sei zampe quotata in Borsa a Piazza Affari in concomitanza con l’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione del progetto di bilancio del 2012 caratterizzato da dati in linea con quelli preliminari comunicati dalla società.

Eni e Rosneft insieme per trading e logistica

Un accordo finalizzato a sviluppare opportunità di logistica e di trading. E’ quello che nello scorso weekend hanno siglato la Rosneft, società leader nella produzione di petrolio in Russia, ed il colosso energetico quotato in Borsa a Piazza Affari Eni S.p.A..

Eni S.p.A. ed il produttore di petrolio russo Rosneft rafforzano così la collaborazione e la cooperazione con l’intento, in particolare, di ottenere delle sinergie dalle proprie infrastrutture a livello logistico, e di andare a valorizzare ulteriormente quelli che sono i rispettivi portafogli di prodotti raffinati e di greggio.

Accordo tra ExxonMobil e Rosneft da 500 mld di dollari

La compagnia petrolifera statunitense ExxonMobil e la compagnia petrolifera nazionale russa Rosneft hanno siglato un accordo in forza del quale Exxon potrà esplorare i giacimenti dell’Artico nell’area russa, mentre Rosneft potrà avere accesso al Texas e al Golfo del Messico e potrà usufruire delle avanzate tecnologie di cui dispone il gruppo americano.

L’accordo tra le due compagnie petrolifere prevede ingenti investimenti, in particolare si parte con una somma pari a 3,2 miliardi che verrà utilizzata per l’esplorazione di Kara, ossia la parte di mare compresa tra la costa Nord della Russia europea e le isole di Novaya Zemyla.

Petrobas acquisizione quota Eni in Galp

Petrobras, gruppo brasiliano attivo nel settore petrolifero, ha confermato le indiscrezioni di stampa circolate nei giorni scorsi spiegando di avere allo studio l’acquisto della quota del 33,34% detenuta da Eni nella portoghese Galp Energia.

La notizia era più che attesa dal momento che l’accordo sul congelamento della quota detenuta da Eni in Galp è scaduto lo scorso anno. Secondo alcune indiscrezioni di stampa riportante da un quotidiano portoghese, l’offerta che Petrobras ha in mente di formulare per acquisire la quota in Galp è pari a 3,5 miliardi, in altre parole si tratta di una valutazione ferma ai valori del luglio scorso.

Bhp Billiton ritira offerta per Potash

Sembrava che il colosso petrolifero Bhp Billiton fosse disposto a tutto pur di riuscire a mettere le mani su Potash, azienda leader nel settore dei fertilizzanti, ma alla fine ha deciso di gettare la spugna e di rinunciare all’acquisizione.

L’azienda petrolifera, infatti, ha comunicato di aver deciso di ritirare l’offerta di 39 miliardi di dollari avanzata per rilevare Potash, una somma che sia management di Potash che lo stesso governo canadese hanno definito troppo bassa in relazione a quelle che sono le potenzialità di crescita dell’azienda, visto soprattutto il crescente uso dei fertilizzanti registrato negli ultimi anni.

Annullamento accordo Rio Tinto Bhp, è ufficiale

E’ ormai ufficiale, Rio Tinto e Bhp Billiton hanno annunciato l’annullamento della joint venture conclusa più di un anno fa. Dopo le prime anticipazioni di Rio Tinto, che poche settimane fa aveva parlato della possibilità che l’operazione non andasse più in porto, è arrivato l’annuncio ufficiale da parte delle due compagnie petrolifere, le quali hanno spiegato che la decisione è stata presa di comune accordo in seguito a delle discussioni con le autorità antitrust.

Rio Tinto, in particolare, attraverso una nota ha fatto sapere che di recente le due parti sono state informate dell’impossibilità che il loro progetto venisse approvato nell’Unione Europea, in Australia, in Giappone, nella Corea del Sud ed in Germania, almeno secondo quella che è la sua forma attuale.

Bilancio BHP Billiton esercizio fiscale 2010

Nell’esercizio fiscale 2010, chiuso il 30 giugno scorso, BHP Billiton è riuscito a realizzare dei risultati in crescita rispetto a quelli dell’esercizio precedente ma inferiori a quelle che erano le previsioni.

Il colosso minerario, in particolare, ha fatto sapere di aver registrato un incremento dell’utile netto del 116% a 12,72 miliardi di dollari. Se si escludono le voci straordinarie l’utile netto ha raggiunto quota 12,47 miliardi di euro. Nonostante la forte crescita, come dicevamo, BHP Billiton non è riuscito a centrare le attese degli analisti, che al contrario avevano ipotizzato un un utile di 13,3 miliardi di dollari.

British Petroleum cerca investitore

Secondo quanto riportato dal Sunday Times, il colosso petrolifero British Petroleum sarebbe alla ricerca di un investitore strategico interessato a rilevare una quota compresa tra il 5% e il 10% del suo capitale al fine di salvaguardare l’indipendenza della compagnia e allontanare così il rischio di takeover una volta che il disastro della marea nera sarà definitivamente archiviato.

Il crollo della piattaforma a largo del Golfo del Messico ha causato danni ambientali senza precedenti, tanto che lo stesso presidente degli Stati Uniti ha definito questo disastro una tragedia paragonabile a quella dell’attentato dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelli.

Titoli petroliferi dopo disastro Bp

Il crollo della piattaforma nel Golfo del Messico sta avendo pesanti ripercussioni sul titolo British Petroleum che dal momento dell’incidente ad aggi ha perso circa il la metà del proprio valore, senza contare che il gruppo ha deciso di cancellare tutti i dividendi per quest’anno e sta studiando un piano di vendita di asset per circa 10 miliardi.

Tuttavia, secondo gli esperti, il settore dei petroliferi non subirà gravi danni dopo l’incidente avvenuto a largo del Golfo del Messico, lo stesso titolo Bp è ancora considerato piuttosto interessante, nonostante questa valutazione possa sembrare un vero e proprio paradosso.

Rating BP declassato da Fitch

Fitch ha declassato British Petroleum portando il suo rating da AA+ ad AA, una decisione riconducibile in larga parte all’incidente alla piattaforma nel Golfo del Messico che ha provocato la cosidetta “marea nera”, che rischia di creare dei danni ambientali disastrosi e irreparabili.

L’incidente aumenta di giorno in giorno i rischi per il colosso petrolifero sia in termini finanziari che di business, ha poi inevitabilmente contribuito alla decisione di Fitch la decisione del Procuratore Eric Holder. Un processo civile e penale, infatti, potrebbe contribuire ulteriormente a danneggiare il profilo finanziario della compagnia.

Eni interessata a Repsol

Secondo quanto riportato dal quotidiano spagnolo Expansion il colosso ispano-argentino Repsol potrebbe presto essere controllato da Eni, le indiscrezioni di stampa parlano infatti di un’interessamento da parte dell’azienda italiana mostrato attraverso una serie di colloqui tra i dirigenti delle due società interessate.

In ogni caso per ora la notizia resta solo un’ipotesi, nè il governo spagnolo nè i vertici di Enel e Repsol hanno infatti voluto confermare o smentire la notizia, hanno preferito optare per un no comment.

Trimestrale Total gennaio marzo 2010

Total ha chiuso il primo trimestre 2010 con un utile in crescita del 14% a 2,61 miliardi di euro, rispetto ai 2,29 miliardi realizzati nello stesso periodo dello scorso anno. L’utile netto adjusted è cresciuto del 9% a 2,3 miliardi di euro, dai 2,11 miliardi del 2009, mentre i ricavi hanno registrato un incremento del 25% a 37,6 miliardi di euro, dai 30,04 miliardi dello scorso anno.

I risultati trimestrali di Total si collocano leggermente al di sotto delle attese degli analisti, che avevano invece previsto un utile pari a 2,4 miliardi.

Settore petrolifero promosso da Credit Suisse

Credit Suisse si è rivelata piuttosto ottimista per quanto riguarda il comparto petrolifero, la banca d’affari ha infatti rivisto al rialzo le sue stime sul prezzo del petrolio che per il 2010 dovrebbe raggiungere quota 82,90 dollari al barile mentre per il 2011 le previsioni parlano di 80 dollari a barile.

La banca sostiene che tra le aziende che operano nel settore petrolifero riuscirà a trarre grandi vantaggi dall’andamento del prezzo del petrolio soprattutto BP, per questo ha deciso di alzare la raccomandazione sul titolo del colosso britannico portandola da neutral e outperform. Al contempo è stato alzato il target sul prezzo da 570 a 685 pound.