Titoli obbligazionari, i rendimenti più interessanti nel breve periodo

La Banca Centrale Europea si sta preparando a varare nuove manovre di politica monetaria che dovrebbero  fornire, in caso di necessità, liquidità al sistema finanziario,  e sembra lampante che  i tassi di interesse resteranno su livelli molto bassi ancora per lungo tempo, anche grazie a un’inflazione che, seppur sui livelli minimi dell’ultimo decennio, è attesa in tendenziale crescita nel medio termine.

Spread: dove andrà adesso?

btpL’estate che sta ormai volgendo al termine, ci consegna uno spread Btp-Bund (differenziale tra rendimenti tedeschi e italiani) ai livelli più bassi degli ultimi due anni. L‘assottigliarsi dello spread tra i bond decennali italiani e tedeschi è principalmente dipeso dall’andamento dei rendimenti tedeschi. Nell’ultimo mese l’interesse pagato da un Bund è cresciuto dello 0,3% (dall’1,5 all’1,8%), mentre nello stesso periodo i rendimenti sui Btp sono scesi dal 4,5% al 4,3%. Allo spread, importante termometro della crisi e indicatore dello stato di salute di un paese, sono strettamente correlati aspetti come l’interesse sul debito pubblico, il costo dei finanziamento e la solidità del sistema bancario.

Credem avvia programma acquisto azioni proprie

Un piano di acquisto di azioni proprie per un numero massimo di titoli pari a 2 milioni, corrispondenti allo 0,6% del capitale sociale. E’ questo il piano di buyback che intende avviare il Gruppo Credem, Credito Emiliano, in forza ad una delibera dell’Assemblea dei Soci datata 27 aprile del 2012.

A darne notizia nella giornata di ieri è stato proprio il Gruppo bancario quotato in Borsa a Piazza Affari nel precisare come l’obiettivo del buyback sia quello di coprire i piani di remunerazione destinati al personale più rilevante del Gruppo ed ai dirigenti che ricoprono cariche con responsabilità strategiche.

Credem cede ramo azienda banca depositaria

Il Credem, Gruppo Credito Emiliano quotato in Borsa a Piazza Affari, intende concentrare il business sulla clientela retail e sullo sviluppo della distribuzione, e di conseguenza ha siglato un accordo per la cessione di un ramo d’azienda. Trattasi, nello specifico, delle attività di banca corrispondente e di banca depositaria ad un prezzo provvisorio pari a 35 milioni di euro.

La cessione è stata siglata venerdì scorso con una controllata del Gruppo BNP Paribas, la BNP Paribas Securities Services. In accordo con un comunicato ufficiale emesso dal Gruppo bancario Credem, contestualmente a tale accordo ne è stato siglato un altro per l’affidamento in Lussemburgo del servizio di banca depositaria.

Credem prolunga promo su Time Deposit

E’ stata prolungata fino al 30 novembre 2011 la promozione con tasso al 4,10% annuo lordo su Time Deposit, un prodotto a basso rischio ideato dal Credem, Gruppo Credito Emiliano quotato in Borsa a Piazza Affari.

Time Deposit si presenta come un deposito vincolato che offre, a fronte delle somme investite immobilizzate per dodici mesi, un rendimento annuo lordo al 4,10% che, tolte le tasse al 20%, rende al netto il 3,28%; l’aliquota applicata sugli interessi non è infatti quella corrente al 27%, ma direttamente quella nuova al 20% che entrerà in vigore dall’1 gennaio 2012 in accordo con quanto contenuto nella manovra finanziaria estiva.

Deposito vincolato a tempo senza imposta di bollo

Per chi è stufo della Borsa, e comunque per chi non vuole correre rischi, la scelta quasi obbligata in materia di investimenti è quella di puntare sui prodotti di liquidità. Di questi tempi in Italia le banche sono molto attive da questo fronte anche attraverso un rialzo dei tassi attivi riconosciuti alla clientela.

E’ il caso del Credem, Gruppo Credito Emiliano, quotato in Borsa a Piazza Affari, che fino al 30 settembre del 2011, salvo proroghe, propone attualmente “Time deposit”, un deposito vincolato a tempo che offre un tasso di interesse annuo lordo interessante, pari al 4,10%, a fronte però del conferimento di “denaro fresco”, ovverosia di somme portate in Credem da altre banche.

Rendimenti azioni paesi emergenti e corporate governance

Alla luce del perdurare della situazione di instabilità dei mercati finanziari gli esperti sono soliti consigliare agli investitori una diversificazione del proprio portafoglio di investimenti, di cui almeno una piccola parte dovrebbe essere dedicata alle azioni dei Paesi emergenti.

Ed è proprio questa categoria di azioni l’oggetto di un’interessante ricerca. La maggior parte degli investitori, infatti, collega la crescita del valore azionario esclusivamente alla rapida crescita economica, senza contare che da questo punto di vista svolge un ruolo di rilievo anche la corporate governance.

Rendimenti più elevati di Btp e Bot

La situzione economica incerta e la crisi del debito pubblico hanno portato gli investitori ad avere un approccio diverso nei confronti dei vari strumenti finanziari. Il consiglio degli esperti, in ogni caso, è quello di diversificare il proprio portafoglio di investimenti, in una fase incerta come quella attuale non è assolutamente consigliabile affidare il proprio budegt ad un unica alternativa, tralasciando le restanti opportunità offerte dal mercato.

Il consiglio degli esperti appare ancora più fondato soprattutto se inquadrato nell’ottica della situazione attuale, caratterizzata da rendimenti piuttosto bassi e da tassi di interesse al minimo storico, circostanza che rende i titoli di Stato decisamente meno appetibili.

La febbre dei bond continua anche nel 2010

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Rientra tra gli effetti della crisi che ha colpito l’intera economia mondiale anche la difficoltà di ottenere finanziamenti da parte delle imprese, le banche si sono infatti mostrate sempre più restie a concedere prestiti e questo ha indotto numerose aziende a cercare una via d’uscita attraverso l’emissione di bond.

Nel 2009 in questo senso c’è stato un vero e proprio boom, basti pensare che solo in Italia nel corso dell’anno appena concluso è stato registrato un record storico che ha toccato quota 34 miliardi di bond.

Rendimenti fondi 2008, i peggiori della storia

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Da un’indagine condotta da Mediobanca su 1079 fondi è emerso che lo scorso anno i fondi di diritto italiano hanno registrato i peggiori rendimenti della storia, registrando un -8,4% nel rendimento netto medio del patrimonio. Andando a ritroso incontriamo un rendimento positivo dell’1,3% nel 2007 e del 3,3% nel 2006.

Alla fine del 2008, in particolare, il patrimonio risultava praticamente dimezzato rispetto al 1999, con un’incidenza sul Pil del 13,1% rispetto al 41,9%, facendo così scendere l’Italia la decimo posto nella classifica dell’industria mondiale. Una posizione dunque ben lontana rispetto al quarto posto conseguito nel 2004 grazie ad un risultato positivo per 376 miliardi.