Prezzo petrolio possibile calo per caduta regime Gheddafi

A Piazza Affari le quotazioni del comparto petrolifero registrano un forte rialzo sulla scia delle notizie positive arrivate dalla Libia.

Le voci che parlano dell’imminente caduta del regime del Colonnello Muammar Gheddafi dovrebbero contribuire a far registrare un nuovo calo del prezzo del petrolio, soprattutto grazie alla ripresa delle attività del comparto petrolifero una volta che saranno cessate le ostilità.

Prezzo petrolio in calo del 4%

Nella giornata di ieri il prezzo del petrolio ha chiuso con un forte ribasso, con il future sul Crude con scadenza aprile che in una sola seduta ha perso addirittura il 4% al NYMEX, arrivando a toccare quota 97,18 dollari al barile.

Erano ben cinque mesi che non si registrava un calo di questa portata per il prezzo del petrolio in una sola seduta di borsa.

Prezzo petrolio in calo per la quarta seduta di fila

Per la quarta seduta consecutiva ieri il prezzo del petrolio ha chiuso al ribasso, con il future sul Crude con scadenza aprile che al NYMEX ha ceduto l’1,5% a quota 101,16 dollari al barile. Nell’intera settimana le quotazioni dell’oro nero hanno perso il 3,1%.

Il terremoto che ha colpito il Giappone ha tolto l’attenzione degli investitori dalla situazione in Libia, nel Medio Oriente e nell’Africa del nord.

Rialzo prezzo petrolio per crisi Egitto

A preoccupare il mercato non sono solo le possibili conseguenze della crisi in Egitto sulle quotazioni di Piazza Affari ma anche le possibili conseguenze che le turbolenze del Cairo potrebbero avere nel corso dei prossimi mesi sul prezzo del petrolio.

Alcuni analisti, infatti, ritengono che nel caso in cui la crisi in Egitto dovesse proseguire anche nel corso dei prossimi mesi, il prezzo del greggio potrebbe addirittura arrivare a superare i 100 dollari al barile. Previsioni più allarmanti arrivano dal Venezuela, secondo cui il prezzo potrebbe salire a 200 dollari al barile nel caso in cui il canale di Suez dovesse chiudere.

Eni smentisce interesse per BP

L’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, nel corso della cerimonia di premiazione Eni Awards 2010 che si è svolta oggi al Quirinale, ha smentito le voci che parlano di un possibile interessamento del colosso petrolifero italiano verso BP o alcuni dei suoi asset.

Scaroni ha poi aggiunto che, almeno per il momento, il disastro della marea nera provocato dal crollo della piattaforma BP nel Golfo del Messico non ha avuto alcuna conseguenza sul prezzo del petrolio.