Prezzo petrolio in rialzo per piena Mississippi

La piena del Mississippi che ha spinto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama a proclamare lo stato di calamità per le aree del Tennessee interessate dall’esondazione ha spinto al rialzo il prezzo del greggio che nell’after hours di New York ha guadagnato il 10% circa arrivando a sfiorare i 104 dollari al barile.

La piena del fiume, infatti, non solo ha lasciato senza casa migliaia di persone e minaccia altri danni a New Orleans, dove si sta spingendo nel corso delle ultime ore, ma rischia di causare seri danni a a 10 raffinerie di petrolio che si trovano in Louisiana, le stesse che coprono per il 14% circa l’intera produzione di petrolio degli Stati Uniti.

Prezzo del petrolio a 100 dollari al barile

Il prezzo del petrolio potrebbe raggiungere i 100 dollari al barile nel breve periodo e questo cambio di rotta della quotazione dell’oro nero dipenderebbe dalle tensioni sul nucleare tra Iran e Occidente oltre ai nuovi sviluppi in Iraq spiega Nawal Al Fuzaie funzionario dell’OPEC (Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio).

Se il prezzo dovesse realmente superare i 100 dollari al barile il ministro del petrolio del Kuwait la scorsa settimana ha detto che l’Opec potrebbe decidere di pompare una maggiore quantità di petrolio. Un altro fattore che potrebbe far lievitare il prezzo del greggio è senza dubbio la grande sete di petrolio che stanno sempre più avendo paesi come Cina ed India.

Quotazione petrolio 2010 tra i 75 e gli 85 dollari

petrolio quotazione

Negli ultimi giorni abbiamo visto una importante ascesa del prezzo del petrolio attestandosi appena sopra gli 83 dollari al barile nei mercati in Asia.

La quotazione dell’oro nero è dipesa molto dalla debolezza del dollaro americano oltre all’ondata di freddo che sta colpendo la parte settentrionale del pianeta.

Scaroni propone un’agenzia per stabilizzare il prezzo del petrolio

paolo scaroni

La volatilità del prezzo del petrolio è un tema che continua a preoccupare tutti e una proposta per risolvere questo problema, dannoso sia per l’economia che per i consumatori, arriva da Paolo Scaroni, l’amministratore delegato Eni che nel corso di un intervista rilasciata ad Affari e Finanza ha proposto di remunerare la capacità in eccesso e creare un’agenzia internazionale che monitori il mercato.

Nel primo semestre del 2009 il prezzo medio è stato di 50 dollari al barile, un prezzo che Scaroni ha definito “relativamente basso” ma che fa parte di un andamento che sta progressivamente causando un crollo degli investimenti soprattutto da parte dei paesi produttori, un segnale questo che lascia presagire una crisi petrolifera.