Dollaro in salita continua, Euro critico

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Il dollaro ha vissuto un’altra settimana di rialzi in un trend che continua ad essere ascendente e il DXY continua a confermare il trend in salita per il biglietto verde. La permanenza al di sopra di 88 dovrebbe confermare il trend rialzista del dollaro nei prossimi giorni.

Tra i dati che verranno pubblicati questa settimana ci saranno i dati delle vendite al dettaglio che saranno negativi per l’ennesima volta anche in virtù dei dati della disoccupazione pubblicati venerdì passato. Tutti I settori sono in una pesante fase di contrazione e il settore auto dovrebbe essere quello maggiormente sotto pressione. Vedremo quali saranno le reazioni del mercato azionario e questo potrebbe avere delle influenze sulle quotazioni del dollaro.

Se Trichet non taglia i tassi l’euro crescerà ancora

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La Bce dovrebbe tagliare i tassi di 50pb portandoli al minimo storico di 1.50%.

I dati sull’inflazione sono stati negativi mostrando segni di decrescita dei prezzi e rischi di inizio di un processo di deflazione. Ancor più di quanto detto per il Regno Unito, il discorso post decisione della Banca Centrale avrà la sua importanza.

Infatti Trichet ha sempre una grande influenza sull’andamento del mercato e secondo molti dovrebbe negare la possibilità di ulteriori tagli del costo del denaro.

La Banca d’Italia rivede le sue previsioni relative al Pil 2009

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Nonostante i governi delle principali economie mondiali si siano impegnati a varare numerose misure e abbiano concesso notevoli aiuti ad importanti aziende che si trovano in serie difficoltà, la crisi economica non accenna a placarsi e le sue conseguenze sono sempre più disastrose.

Le brutte notizie in ambito economico, inoltre, sembrano non finire mai. L’ultima di queste, ma solo in ordine di tempo, rispecchia la difficile situazione che sta vivendo l’economia italiana, circostanza che ha indotto la Banca d’Italia a rivedere la sua previsione sul Pil italiano relativo al 2009 modificandola dal -2% al -2,6%.

Pil in calo dell’1%

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Brutte notizie in arrivo dall’Istat che ha comunicato un calo del Prodotto Interno Lordo italiano dell’1% rispetto al 2008. Un risultato decisamente peggiore rispetto alle previsioni dello stesso Istat, che aveva ipotizzato un calo dello 0,9%, e del governo che nel programma di stabilità, invece, aveva prospettato una riduzione dello 0,6%.

Si tratta del dato peggiore mai registrato dal lontano 1975 quando il Pil era calato del 2,1%. Vicini ad un dato simile a quello attuale, invece, si era andati nel 1993 quando era stato registrato un calo dello 0,9%. Questo disastroso risultato, tuttavia, pare essere solo una breve premessa di quello che accadrà nel 2009, anno in cui il governo prevede un calo del Pil pari al 2%.

Probabile taglio del costo del denaro da parte della BCE

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Il dollaro ha chiuso la settimana passata vicinissimo ai massimi da circa 3 anni nel Dollar Index e l’inizio di settimana potrebbe vedere importantissimi movimenti che potrebbero essere determinanti per il futuro prossimo. La posizione da prendere sul biglietto verde dovrà tenere conto di quanto sta accadendo negli Usa con dei dati sul Pil terrificanti e delle decisioni da parte di Obama molto coraggiose.

Il primo elemento che potrà avere degli effetti sull’andamento del dollaro nelle prossime settimane sarà legata alle politiche intraprese da Obama che con un’intenzione di intervenire direttamente nel capitale di grandi banche potrebbe far accrescere il rapporto deficit/pil Usa che si trova al 12,5%.

Analisi tecnica euro/dollaro/yen

banconote da 1000 yen

Il dollaro ha avuto anche nel corso della giornata di ieri dei leggeri rafforzamenti sulla scia di dichiarazioni e dati che lasciano spazio a maggiore ottimismo.

Le ultime giornate continuano a dimostrare dal punto di vista tecnico come la situazione attuale sia particolarmente importante con il Dollar index che si sta consolidando formando un triangolo ascendente che potrebbe prossimamente rompere i massimi del 2008 confermando la tendenza rialzista. Solamente una rottura dei valori massimi registrati nel corso di lunedì andrebbe a negare tale scenario.

Prezzi delle case in calo del 18%

casa in vendita con cartello for sale

Le ultime sedute dei mercati finanziari hanno ristabilito le condizioni di volatilità che avevamo visto nell’ultima parte del 2008 con movimenti di diversi punti percentuali. La giornata di ieri è stata particolarmente significativa per una serie di dati tanto negativi quanto attesi. Tra i più rilevanti vanno segnalati l’indice dei prezzi delle case (in calo del 18,23%) e l’indice della fiducia dei consumatori (ai più bassi livelli dal ’67).

In tutto questo contesto il discorso di Bernanke può essere considerato almeno in parte “colpevole” dei movimenti che abbiamo notato sui mercati. Il governatore della Fed ha denotato la situazione attuale indicando come tale condizione economica non sia ancora prossima alla conclusione e sottolineando che i tassi di interesse rimarranno per tutto il 2009 a questi livelli.

Settimana scorsa protagonista l’oro

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La settimana passata si è chiusa in maniera burrascosa con dei movimenti che hanno dato segnali di diversa natura.

Il primo movimento da notare per chi ama investire nell’oro è stato quello dell’oro che ha sfondato la barriera dei 1000 dollaro per poi ritornare sotto questo valore. I mercati azionari hanno avuto l’ennesimo crollo significativo e i titoli di stato hanno avuto un rally importantissimo.

La reazione delle principali valute fa riflettere su alcune considerazioni fatte finora relativamente alle correlazioni che hanno guidato il mercato in questi ultimi mesi. Prima fra tutte è quella relativa al movimento di dollaro e yen che hanno chiuso in pesante ribasso nei confronti di valute a maggior rendimento e mettendo a rischio quel valore intrinseco di valute più sicure che hanno avuto a partire dall’inizio di questa crisi.

Il Giappone registra un pesante calo del Pil

L’economia giapponese, durante l’ultimo trimestre del 2008, ha subito una perdita del 3,3%, indicata dagli esperti come la peggiore registrata dal 1970, quando il paese fu colpito dalla crisi petrolifera. Il Pil del paese, inoltre, è calato del 12,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Kaoru Yosano, Ministro dell’Economia giapponese, ha affermato che il paese sta attraversando la peggiore crisi economia dopo quella verificatasi a seguito della Seconda Guerra Mondiale. Le difficoltà che il Giappone sta attraversando sono definite dagli esperti molto più gravi rispetto a quelle che stanno colpendo Stati Uniti ed Europa, soprattutto perchè l’economia giapponese è basata in larghissima percentuale sulle esportazioni.

Berlusconi commenta il calo del Pil previsto per il 2009

Quello che l’Unione Europea aveva previsto in relazione al Pil italiano, è cioè una contrazione del 2%, è stato confermato a Bruxell dal Ministro dell’Economia Giulio Tremonti.

Il ministro, infatti, ha spiegato che le previsioni oggetto del programma di stabilità saranno pienamente concordanti con quanto prospettato dall’Unione Europea.

Allarme: il 5% delle famiglie non ha i soldi per mangiare

Il 5,3% delle famiglie italiane, nel 2007, ha ammesso di aver avuto periodi di «insufficenza monetaria per l’acquisto di cibo». Il dato emerge dall’indagine dell’Istat sulla distribuzione del reddito e le condizioni di vita in Italia.

Si tratta di un vero e proprio allarme, poichè, alle fine del 2006, le famiglie in tali condizioni erano il 4,2%. La situazione è critica soprattutto nelle famiglie in cui vi sono tre o più figli, in quelle monoparentali e degli anziani.

Prodotto interno lordo americano

borsa americana vista dal fronte

Nella giornata di ieri sono stati pubblicati una serie di dati negativi relativi agli USA. Primo fra tutti il dato relativo alla fiducia dei consumatori crollata ai livelli piú bassi dal 1967.

I dati sul PIL USA nel terzo trimestre che verranno pubblicati domani daranno ulteriori conferme di questa fase recessiva e la fiducia dei consumatori rispecchia tale andamento. In questo contesto vanno ricordati anche le difficili condizione economiche relativamente al mondo lavorativo con la disoccupazione che va aumentando e una difficoltá sempre maggiore nel trovare un’occupazione.

In questo contesto vanno considerate anche le aspettative relativamente all’inflazione che é prevista in crescita notevole nei prossimi mesi e rende piú difficile la decisione della FED per questa sera relativamente ai tassi di interesse.