Le quotazioni del petrolio sono calate per la prima volta dall’aprile scorso attestandosi sotto quota 40 dollari al barile. Il prezzo del Wti americano è scivolato, infatti, intorno ai 39,50 dollari, mentre quello del Brent si è tenuto al di sopra della soglia psicologica. Al momento, il mercato registra per il primo una risalita in area 39,80 dollari e per il secondo a 42,10 dollari.
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Le borse europee trattano con cautela
In Europa, i future sui listini sono in cauto rialzo. A Piazza Affari si guarda con attenzione a Generali ed Rcs, entrambe impegnate nelle assemblee. Lo spread tra Btp e Bund tedesco si mantiene sui livelli della vigilia in avvio di giornata a 124 punti base (123 ieri sera). Il rendimento del titolo decennale italiano è all’1,49%.
Borse europee, nuovo stop dopo il rally
Le Borse si fermano nuovamente dopo il rally di ieri, che ha prolungato l’andamento positivo della scorsa settimana grazie al consolidamento dei recuperi del petrolio.
Petrolio nuovamente sotto quota 30 dollari
La nuova discesa del petrolio torna a mettere sotto pressione i listini mondiali, a partire da quelli asiatici, mentre quelli europei riescono a riavvicinare la linea di galleggiamento dopo un’apertura in profondo ribasso.
Petrolio, speculazioni sul barile a quindici dollari
Durante le ultime ore il petrolio pare aver trovato un supporto al quale adagiarsi, interrompendo la caduta al ribasso delle quotazioni che si è visto nei tempi recenti.
Petrolio, quotazioni sempre più basse
Ancora in calo le quotazioni del petrolio, all’inizio di una settimana decisiva per i mercati finanziari internazionali: il 3 dicembre si riunisce il board della BCE, che potrebbe annunciare il varo di nuovi stimoli monetari.
Goldman Sachs: le quotazioni del petrolio scenderanno a 20 dollari
Le quotazioni del petrolio scenderanno a 20 dollari al barile. Ad affermarlo è, in un report, Goldman Sachs e la notizia preoccupa non poco.
Petrolio Wti, aumenta la produzione negli Usa
La materia prima che domina il mondo, il petrolio, continua il suo calo dei prezzi e il trend secondo gli esperti dovrebbe proseguire nella fase di debolezza.Â
Uscire dai mercati azionari su rischio guerra in Siria?
Ai mercati non piace l’incertezza  e, probabilmente,  non vi è nulla di più volatile di uno scenario di guerra. Sopratutto se il teatro del conflitto è il Medio Oriente, in cui i potenziali effetti a catena e la paura di una possibile interruzione dell’approvvigionamento di petrolio potrebbero destabilizzare l’economia globale. La guerra è un evento da cui l’investitore medio può trarre profitto o, al contrario, rispetto al quale è necessario prepararsi adeguando il proprio portafoglio? E’ il momento di vendere e uscire dai mercati azionari?La crisi siriana è solo la scusa di cui il mercato aveva bisogno?
Prezzi petrolio corrono su ipotesi attacco Usa in Siria
Qual è l’impatto di un possibile intervento militare degli Stati Uniti contro la Siria sui prezzi del petrolio? I venti di guerra accentuano le tensioni  e l’ipotesi di attacco alla Seria fa impennare i prezzi dell’oro nero. I mercati azionari, già particolarmente nervosi, hanno fatto registrare un sensibile crollo, affondando pesantemente sull’incertezza e la preoccupazione delle questioni geopolitiche e macroeconomiche (come i piani della Federal Reserve circa il “tapering” del quantitative easing, il programma di timolo da 85 miliardi di dollari al mese).
Prezzo petrolio: perché è difficile fare previsioni
Il prezzo del petrolio è difficile da prevedere. Fortemente condizionato da fattori geopolitici e particolarmente sensibile agli shock in termini di domanda e offerta, stimarne l’andamento muovendo da formule e modelli particolarmente complessi, rischia di tradursi in un esercizio…senza speranza. Nessuno nei primi anni 1970 avrebbero predetto che il prezzo del petrolio si sarebbe quadruplicato entro la fine del decennio o che, a metà degli anni ’80, si sarebbe assistito ad un crollo.
Prezzo petrolio: rischio impennata nel secondo semestre 2013
Il petrolio è un bene necessario (che piaccia oppure no) e basilare per l’economia: senza il prezioso oro nero, i principali settori industriali (dal trasporto al petrolchimico) cesserebbero di funzionare. Un aumento del prezzo del petrolio, ha inevitabili ripercussioni su tutti gli altri beni ed incide anche sull’andamento delle valute nazionali. Alla luce dell’attuale scenario economico, quale potrebbe essere la tendenza per il secondo semestre 2013? Sembra che il prezzo del petrolio sia destinato a salire: vi sono infatti almeno quattro fattori principali che suggeriscono un possibile andamento rialzista.