Progetto Intesa Sanpaolo-Ferrero per Parmalat

L’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, a margine di un convegno ha spiegato che la banca sta lavorando con Ferrero per un progetto industriale di lungo periodo su Parmalat.

Un presupposto positivo per questo progetto, ha spiegato Passera, è senza dubbio il fatto di avere un pò più di tempo grazie alla norma anti opa varata ieri dal Consiglio dei ministri e che consentirà all’azienda piemontese e all’istituto bancario di studiare con maggiore calma la possibile formazione di una cordata volta a difendere l’italianità dell’azienda di Collecchio dopo l’avanzata di Lactalis.

Lactalis accordo fondi per acquisto quota Parmalat

Lactalis ha fatto sapere di aver raggiunto un accordo con i fondi Zenit Asset Management, Skagen e Mackenzie Financial Corporation per salire fino al 29% del capitale di Parmalat.

La notizia è stata accolta con grande sorpresa, perché se è vero che la possibilità di un’ulteriore salita dell’azienda francese nel capitale dell’azienda di Collecchio era già stata prospettata pochi giorni fa in occasione dell’acquisto di una quota di poco inferiore al 15%, nessuno di aspettava che il tutto sarebbe accaduto così velocemente.

Parmalat ipotesi cordata italiana

Prende sempre più piede l’idea di una cordata italiana per il futuro di Parmalat. Nei giorni scorsi si era parlato molto di Ferrero, Bolton Group e Granarolo come soggetti candidati a capitanare la cordata italiana che dovrebbe prendere il controllo di Parmalat, per non lasciare il gruppo italiano in mano alla francese Lactalis.

La società francese di recente ha acquisito il 14% del gruppo e punta ad arrivare almeno al 20%.

Lactalis acquista quota Parmalat

Lactalis, gruppo francese leader nel settore alimentare, ha annunciato di aver portato a termine l’acquisto di poco meno del 15% di Parmalat mediante un’operazione di rastrellamento di titoli sul mercato e mediante la stipulazione di contratti di equity swap.

Il gruppo francese, inoltre, ha fatto sapere che esiste la concreta possibilità di un ulteriore crescita fino ad arrivare a detenere il 20% della società italiana.

Parmalat superamento resistenza 2,40

Il titolo Parmalat si è messo in luce nel corso delle ultime sedute di Piazza Affari, riuscendo a superare la resistenza di quota 2,40 euro per azione, e trovando uno spazio di allungo addirittura fino a 2,73.

Questo breakout rialzista di Parmalat, come si vede bene dal grafico, ha disegnato una accelerazione positiva importante.

Bilancio Parmalat 2010

Parmalat, famosa azienda italiana specializzata in latte, yogurt, panna e nel settore alimentare in genere, ha presentato i risultati di bilancio relativi all’esercizio 2010.

Il gruppo ha chiuso l’anno con un utile netto consolidato in calo del 45,7% a quota 282 milioni di euro, soprattutto a causa dei minori proventi da transazioni, che al netto dell’effetto fiscale, hanno contribuito al risultato per 79,2 milioni.

Quotazione Parmalat in rialzo per rinnovo Cda

Il titolo Parmalat segna a Piazza Affari un rialzo del 5,02% a 2,25 euro, sulla scia delle indiscrezioni di stampa secondo cui il gruppo di fondi, che ha tra le mani complessivamente il 17% dell’azienda di Collecchio, starebbe preparando una lista in vista della riunione dell’assemblea degli azionisti per il rinnovo del Consiglio di amministrazione e che andrebbe ad escludere gli attuali membri, compreso Enrico Bondi in qualità di Ceo.

Alla luce di queste indiscrezioni, dunque, sono in molti a pensare che da qui ad aprile, quando si riunirà l’assemblea, saranno diverse le pressioni dei fondi verso Bondi al fine di ottenere una maggiore focalizzazione sulle strategie da attuare.

Parmalat quadro tecnico di breve neutrale

Il titolo Parmalat in borsa è riuscito nelle scorse sedute ad appoggiarsi all’importante supporto grafico che si trova in zona 1,86-1,85 euro per azione, riuscendo così a compiere un balzo in avanti.

Tuttavia le quotazioni del titolo non hanno trovato lo spunto giusto per superare l’importantissima soglia psicologica dei 2 euro per azione, con il quadro tecnico di breve periodo che proprio per questo motivo rimane neutrale.

Azionisti Parmalat a mani vuote

La Corte d’Appello di Milano ha confermato la condanna per aggiotaggio e ostacolo all’autorità di vigilanza nei confronti di Calisto Tanzi per il crac di Parmalat.

L’ex patron di Parmalat dovrà quindi scontare dieci anni di reclusione e risarcire i risparmiatori sborsando ben 105 milioni di euro, o almeno dovrebbe, visto che ancora una volta i 32.000 azionisti di Parmalat che si sono costituiti parte civile nel processo non riceveranno alcun risarcimento.

Parmalat possibile riduzione presenza in Italia

Nonostante Parmalat sia una delle aziende più importanti d’Italia è proprio nel suo paese d’origine che il colosso di Collecchio sembra incontrare maggiori difficoltà, soprattutto a causa dell’elevata competitività proveniente dalle altre marche industriali e private che operano nel medesimo settore.

Il direttore generale Antonio Vanoli ha infatti spiegato che in Italia i ricavi di Parmalat sono calati del 6%, questo soprattutto a causa di sconti messi in atto da altre aziende rivali e che Parmalat è stata costretta a seguire per non rischiare di perdere la sua fetta di mercato, basti pensare che il margine operativo lordo condizionato dai fattori di mercato è calato di 3,3 milioni.

Dividendo Parmalat 2010 oggetto di discussione

I dividendi di Parmalat continuano ad essere oggetto di discussione, nel corso dell’assemblea sull’approvazione del bilancio l’avvocato Dario Trevisan, che da sempre rappresenta i fondi stranieri, dopo aver precisato di parlare a titolo personale ha chiesto un incremento del dividendo.

Nel mirino è ancora una volta la regola dello statuto che impone la distribuzione del 50% degli utili senza precisare come debba essere iumpiegata l’altra metà, del resto i fondi di investimento soci di Parmalat avevano già cercato di cambiare questa norma dello statuto riuscendo a far convocare un’assemblea straordinaria, il loro tentativo però fu del tutto inutile.

Parmalat cresce in Borsa grazie alle richieste dei soci

Pochi giorni fa i fondi di investimento soci di Parmalat hanno chiesto la restituzione di 1,4 miliardi di euro, ossia della liquidità che deriva dalle transazioni che sono state chiuse con le banche e con i revisori dopo il crac da 14 miliardi, circostanza questa che ha giovato al titolo in Borsa, stamani infatti a Piazza Affari Parmalat segna un rialzo dell’1,14% a quota 1,9490.

La buona performance del titolo, infatti, è dovuta ad alcune indiscrezioni di stampa che vedono una parte dei soci, che detiene complessivamente il 16,7% del capitale, al lavoro per chiedere una convocazione dell’assemblea straordinaria.

Parmalat veloce spunto rialzista

Il titolo Parmalat nelle settimane scorse ha testato il supporto grafico posto a quota 1,785 euro per azione, trovando lo spazio per un importante allungo verso quota 1,925 euro.

Ieri Parmalat a Piazza Affari ha ceduto lo 0,95% chiudendo a quota 1,884 euro per azione, ma è normale infatti ora il titolo avrà bisogno di una fase di consolidamento proprio sopra quota 1,85-1,835 euro per tentare poi un nuovo allungo in futuro.

Fondi soci Parmalat chiedono liquidità

I fondi di investimento soci di Parmalat hanno chiesto all’amministratore delegato Enrico Bondi la restituzione di circa 1,4 miliardi di euro, ossia la liquidità che deriva dalle transazioni che sono state chiuse con banche e con i revisori dopo il famoso crac da 14 miliardi.

Ma questa non è la prima volta che i fondi avanzano una richiesta simile, la stessa cosa è già accaduta nel 2008, anche se in quel caso l’azienda si limitò a ricordare loro che in base a quanto previsto dallo statuto vige esclusivamente l’obbligo di distribuire come dividendo il 50% dell’utile.