
Ieri sera sono stati consegnati 198,2 milioni di titoli, pari a quasi il 12% del capitale, le adesioni sono arrivate al 21,5% del capitale.
Ieri sera sono stati consegnati 198,2 milioni di titoli, pari a quasi il 12% del capitale, le adesioni sono arrivate al 21,5% del capitale.
A comporre il nuovo Consiglio di Amministrazione di Parmalat ci saranno 11 consiglieri in totale: 9 membri della lista Lactalis e 2 membri della lista Assogestioni (Gaetano Mele e Nigel Cooper).
Il target price è stato alzato da 2,25 a 2,55 euro con rating hold confermato, allo scopo di incorporare una stima preliminare delle potenziali sinergie con Lactalis, che corrispondo appunto a circa 0,30 euro per azione, in totale circa 80 milioni di euro.
L’amministratore delegato Enrico Bondi e gli altri vertici della società , dunque, hanno respinto l’offerta dei francesi, definendo 2,6 euro per azione un prezzo troppo basso.
Ieri c’è stato un incontro tra le varie sigle sindacali proprio per decidere sul progetto industriale del gruppo francese; i sindacati hanno concluso che il progetto risponde positivamente ai criteri di valutazione condivisi tra le varie organizzazioni sindacali e il ministero dello Sviluppo economico.
L’iscrizione nel registro degli indagati è avvenuta a seguito di una perquisizione del Nucleo Valutario della Guardia di Finanza di Milano negli uffici situati a Milano di Credit Agricole, Société Générale, Intesa Sanpaolo, Lazard e delle società di comunicazione Image Building e Brunswick.
Le indiscrezioni di ieri su un possibile aumento del prezzo dell’Opa da parte di Lactalis su richiesta della stessa Parmalat si sono rivelate sostanzialmente infondate, in quanto nel corso della riunione del Consiglio di amministrazione il board si è limitato a nominare Godman Sachs come advisor, senza discutere sul prezzo dell’offerta.
Il gruppo italiano dovrà valutare l’offerta presentata dai francesi, che hanno già ad oggi il 29% di Parmalat.
La decisione della banca d’affari appare perfettamente in linea con l’orientamento prevalente degli analisti, secondo cui una contro offerta per Parmalat è improbabile a causa del costo eccessivo, per cui appare infondato prevedere un rialzo del titolo oltre il prezzo offerto dal gruppo francese.
Le performance positiva deriva sostanzialmente da un ritorno dell’appeal speculativo sul titolo, riaccesso dall’annuncio dell’Opa Lactalis sulla totalità delle azioni Parmalat verso un corrispettivo pari a 2,60 euro per azione, ossia un controvalore superiore del 21,3% rispetto alla media del valore dell’azione nel corso degli ultimi 12 mesi e del 33,6% rispetto all’enterprise value.
Nonostante la notizia positiva, a Piazza Affari la quotazione Parmalat segna in tarda mattinata un ribasso dell’1,31% a 2,268 euro.
Il decreto, in particolare, prevede la possibilità di far slittare le assemblea di 60 giorni dal momento in cui è stato chiuso il bilancio, tuttavia Lactalis ha già depositato la richiesta di sospensiva della delibera di rinvio dell’assemblea a fine giugno. Il Tribunale di parma ha fissato la prima udienza giovedì 7 aprile.
A comunicare la decisione della società è stato il consigliere Andrea Guerra, al termine del Cda tenutosi nella giornata di ieri.
Il progetto della cordata italiana capitanata da Intesa Sanpaolo, in particolare, prevede il lancio di un’Opa da 3 miliardi di euro per tentare di acquisire il 60% di Parmalat ed evitare così che la francese Lactalis metta le mani su un’azienda italiana.