Eni utile primo trimestre scende del 39%

eni-bond-dollari-tasso-fisso-collocamentoNel primo trimestre del 2013 Eni ha registrato un utile netto rettificato pari a 1,43 miliardi di euro. Rispetto al primo trimestre dello scorso anno c’è stato un calo dell’utile del 39%, escludendo il contributo della controllata Snam. Tuttavia, il risultato è leggermente superiore alle stime di consensus ferme a 1,4 miliardi di euro. L’utile operativo adjusted è sceso del 36% a 3,79 miliardi di euro, a causa del rallentamento delle divisioni Exploration&Production e Gas&Power. Ieri in borsa il titolo Eni è salito del 2,43% a 18,13 euro.

Trimestrale Eni gennaio marzo 2012

Si è chiuso con i principali indicatori economici in crescita il primo trimestre del 2012 per Eni S.p.A., colosso energetico quotato in Borsa a Piazza Affari. Nel periodo gennaio-marzo 2012, in accordo con l’esame dei dati da parte del Consiglio di Amministrazione, Eni ha riportato un utile operativo adjusted in crescita del 27% a 6,45 miliardi di euro a fronte di un utile netto balzato del 42% a 3,62 miliardi di euro, e di un cash flow a 4,19 miliardi di euro.

Secondo quanto dichiarato dall’Amministratore Delegato di Eni S.p.A., Paolo Scaroni, nonostante le difficoltà di mercato nei settori del gas, chimica e raffinazione, la società è riuscita a riportare dei risultati eccellenti grazie all’incremento dei prezzi del petrolio ed alla ripresa della produzione in Libia.

Eni rafforza presenza in Africa

Eni ha annunciato di essere riuscita ad entrare nella Repubblica Democratica del Congo acquistando una quota del 55% del blocco di Ndunda con il ruolo di operatore, rafforzando così la sua presenza in Africa, in particolar modo nella zona subsahariana.

Il restante 45% del blocco è detenuto per il 30% da Surestream Rdc, ossia la stessa compagnia che ha venduto a Eni il 55% di Ndunda perchè non disponeva dei necessari mezzi tecnici ed economici, per l’8% da Cohydro e per il restante 7% da Ibos.

Eni smentisce interesse per BP

L’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, nel corso della cerimonia di premiazione Eni Awards 2010 che si è svolta oggi al Quirinale, ha smentito le voci che parlano di un possibile interessamento del colosso petrolifero italiano verso BP o alcuni dei suoi asset.

Scaroni ha poi aggiunto che, almeno per il momento, il disastro della marea nera provocato dal crollo della piattaforma BP nel Golfo del Messico non ha avuto alcuna conseguenza sul prezzo del petrolio.

Edf entra in South Stream a giugno

L’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, ha spiegato che entro la metà di giugno dovrebbe essere raggiunta l’intesa che vede l’ingresso di Edf nel gasdotto South Stream controllato da Eni e Gazprom.

Scaroni, infatti, intorno alla metà di giugno si recherà a San Pietroburgo in occasione del forum economico internazionale, in quella occasione dovrebbe quindi essere ufficializzato l’ingresso di Edf.

Eni e Heritage firmano accordo

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Si è firmato finalmente un accordo miliardario tra Eni ed Heritage per l’acquisizione da parte di Eni del 50% della quota detenuta da Heritage per l’estrazione di petrolio in Uganda nei blocchi 1 e 3A per un valore di 1,35 miliardi di dollari.

Con questo accordo Eni prevede di poter estrarre circa 1 miliardo di barili di petrolio di cui 700 milioni sono già stati scoperti sui quali avviene già l’estrazione in 28 pozzi sul bacino del lago Albert, il rimanente è ancora da cercare.

Edf nella joint venture Eni-Gazprom, Putin vola a Parigi

gasdotto ENI-GAZPROM

A parlare è l’amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni che ipotizza che nei prossimi giorni Vladimir Putin volerà a Parigi per consolidare il progetto per il trasferimento del gas che dalla Russia dovrà raggiungere l’Europa attraverso un nuovo percorso che eviterà il passaggio critico nell’Ucraina.

In tale occasione Vladimir Putin porterà avanti le trattative per far entrare EDF (Électricité de France – prima società francese per la produzione di energia) all’interno della Joint Venture Eni-Gazprom per la costruzione e il relativo passaggio in Turchia di un nuovo gasdotto che dovrebbe garantire stabilità nell’erogazione del combustibile.

Scaroni propone un’agenzia per stabilizzare il prezzo del petrolio

paolo scaroni

La volatilità del prezzo del petrolio è un tema che continua a preoccupare tutti e una proposta per risolvere questo problema, dannoso sia per l’economia che per i consumatori, arriva da Paolo Scaroni, l’amministratore delegato Eni che nel corso di un intervista rilasciata ad Affari e Finanza ha proposto di remunerare la capacità in eccesso e creare un’agenzia internazionale che monitori il mercato.

Nel primo semestre del 2009 il prezzo medio è stato di 50 dollari al barile, un prezzo che Scaroni ha definito “relativamente basso” ma che fa parte di un andamento che sta progressivamente causando un crollo degli investimenti soprattutto da parte dei paesi produttori, un segnale questo che lascia presagire una crisi petrolifera.

Eni propone un’agenzia per stabilizzare il prezzo del petrolio

petrolio

L’amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni, durante una conferenza stampa, ha annunciato che nel corso del G8 per l’energia Eni proporrà la costituzione di un’agenzia internazionale per il petrolio che rappresenti sia i paesi produttori che quelli consumatori.

Lo scopo di questa proposta è quello di porre fine alla volatilità del prezzo del petrolio che negli ultimi anni è salito da 50 a 150 dollari per poi scendere nuovamente a 50 dollari, una situazione che risulta dannosa per tutto e per tutti.

Nuove esplorazioni in vista per Eni

Presidente dell\'Eni durante una conferenza

Stando a quanto ufficialmente comunicato alla stampa, Eni starebbe progettando nuovi investimenti alla ricerca di petrolio e gas naturale nelle aree territoriali della Papua Nuova Guinea, al fine di incrementare ulteriormente le riserve di materie prime in possesso della compagnia.

A confermare l’operazione è stato lo stesso Primo Ministro del Paese interessato ai nuovi impieghi di Eni, Michael Somare, che ha annunciato ai giornalisti presenti che la Eni potrebbe compiere nel territorio dello Stato alcuni investimenti similari a quelli già messi a segno da un’altra grande società del settore, la Exxon.

Petrolio: le riserve basteranno solo per 80 anni

Le riserve di petrolio stimate in 6 miliardi di barili, si và verso energie alternative

Riseve di petrolio per soli 80 anni, è questo l’annuncio shock dell’ad di Eni, Paolo Scaroni.
Le riserve di greggio rimanenti sono stimate in circa 6 miliardi di barili a fronte di un consumo che ad oggi ha raggiunto l’incredibile cifra di circa 1000 miliardi di barili

Una ristretta quantità, vista anche la crescente richiesta dei paesi in pieno boom economico quali Cina, Russia ed India.