Uno dei pochi settori dell’economia elvetica che viaggia a livelli alti è sicuramente quello delle auto.
Uno dei pochi settori dell’economia elvetica che viaggia a livelli alti è sicuramente quello delle auto.
Dopo il calo fatto registrare nel mese di maggio, nel mese di giugno il mercato dell’auto è tornato a far registrare segni positivi. Le più di 127 mila immatricolazioni hanno
Le immatricolazioni di auto in Europa dei 28, associate  ai paesi dell’Efta, hanno fatto registrare una nuova grescita pari al 4,3% a maggio, segnando il nono mese consecutivo di crescita.
Il risultato operativo ricorrente relativo alla sola divisione automotive ha invece raggiunto quota 621 milioni di euro rispetto alla perdita di 1,257 miliardi dell’anno precedente.
Ad influire in maniera negativa sui conti della casa automobilistica americana sono stati soprattutto gli oneri relativi alla conversione del suo debito, nonché l’inaspettata flessione delle attività di Ford in Europa.
Le vendite complessive dell’intero anno, dunque, raggiungono così quota 1,085 milioni di unità , un dato che evidenzia una crescita del 17% rispetto al 2009 e che si avvicina molto alla forchetta obiettivo compresa tra 1,1 e 1,2 milioni di unità fissata per il 2010 da Sergio Marchionne dell’ambito del piano quinquennale presentato a novembre 2009.
Con questa mossa, proprio nella giornata in cui la Cina ha aumentato i tassi di interesse, anche il titolo Fiat ha perso molto terreno alla Borsa Italiana facendo registrare volumi altissimi superiori a 1,8 milioni, con perdite nell’intorno degli 80 centesimi di euro per azione.
Il ritorno in borsa è valso al colosso automobilistico americano ben 20,1 miliardi di dollari, di cui 15,8 miliardi raccolti mediante la vendita di titoli ordinari e 4,35 miliardi incassati dalla vendita di titoli privilegiati.
La decisione è stata comunicata mediante una nota in cui Morgan Stanley ha detto di essere certa che le capacità del management riusciranno a incrementare in maniera significativa il valore del gruppo, bilanciando così i rischi di breve termine sull’utile.
Nel periodo in esame la partecipata di Fiat ha visto ancora una volta incrementare la sua quota di mercato, che negli Stati Uniti è salita al 9,6% rispetto al 9,4% del precedente trimestre e all’8% dello stesso periodo dello scorso anno. Il giro d’affari si è attestato a 11,018 miliardi di dollari, ossia in aumento del 5,2% rispetto al secondo trimestre.
Il governo statunitense ha fatto sapere di avere intenzione di vendere almeno 263,5 milioni di azioni, riducendo così la sua partecipazione dal 61% al 40%. Stessa cosa vale anche per fondo pensione del sindacato United Auto Workers, che venderà 71 milioni di azioni, e i governi del Canada e dell’Ontario, che invece cederanno verso corrispettivo 30,5 milioni di azioni.
Il responsabile delle vendite, Christian Kingler, nel corso di un’intervista rilasciata ad Automotive News ha infatti fatto sapere che la casa automobilistica ha deciso di anticipare al 2015 l’obiettivo del raggiungimento dei 10 milioni di veicoli l’anno.
Nel periodo in esame, in particolare, i ricavi sono cresciuti del 7,6% a 8,71 miliardi di euro, contro gli 8,5 miliardi attesi in media dal consensus.
Al contrario, invece, hanno registrato un calo i ricavi che nel periodo compreso tra luglio e settembre hanno registrato una flessione del 4,3% a 29 miliardi di dollari. Il calo dei ricavi è stato ricondotto principalmente alla vendita della divisione dell’automobile di Volvo a Zhejiang Geely Holding.