
Entrambi i dati sono inferiori alle attese degli analisti che, al contrario, per la prima impresa statunitense nel settore alimentare avevano previsto un utile per azione a 0,46 dollari e ricavi a 12,01 miliardi di dollari.
Entrambi i dati sono inferiori alle attese degli analisti che, al contrario, per la prima impresa statunitense nel settore alimentare avevano previsto un utile per azione a 0,46 dollari e ricavi a 12,01 miliardi di dollari.
Se si escludono le voci straordinarie, l’utile di Kraft è stato di 60 centesimi per azione, comunque i risultati sono precisamente in linea con le stime degli analisti, che avevano previsto ricavi di 12,33 miliardi ed utile per azione di 52 centesimi.
I ricavi sono aumentati del 26% a 11,3 miliardi, anche in questo caso si tratta di un dato superiore alle attese, ferme a 10,95 miliardi di dollari. In crescita anche le vendite, un incremento riconducibile soprattutto alla buona performance di alcuni prodotti Cadbury come Dairy Milk e i chewing-gum Trident
Nell’ultimo trimestre dell’anno il colosso alimentare è riuscito a registrare un utile superiore alle previsioni degli analisti che avevano invece previsto un risultato di circa 44 centesimi per azione. Il fatturato è invece cresciuto del 3,2% a 11 miliardi di dollari, in linea con le stime degli analisti, mentre le vendite hanno registrato un incremento dell’8% in Europa e dell’11% sui mercati emergenti.
Nonappena il livello di accettazione raggiungerà il 90%, Kraft potrà costringere gli altri azionisti a vendere. Nella giornata di Martedì Cadbury ha accettato un’offerta di 11,5 miliardi di sterline che corrispondono a 18,9 miliardi di dollari.
Termina così una vera e propria guerra nella quale Kraft è sempre stata identificata come il potenziale vincitore, dopo che Nestlè ha affermato di non essere interessata all’acquisizione del colosso dolciario britannico tutto era nelle mani di Hershey e Ferrero che hanno tentato invano di creare un’alleanza per proporre un’offerta superiore a quella avanzata da Kraft.
L’offerta avanzata da Kraft, infatti, valuta la società solo 12 volte l’Ebitda 2009, una proposta che appare di gran lunga inferiore rispetto a tutte le altre operazioni simili dell’ultimo periodo.
Il motivo principale di questa incertezza, secondo la tesi più accreditata, dipende dal fatto che il patriarca del Gruppo, Michele Ferrero, è sempre stato contrario a far crescere l’azienda mediante acquisizioni, parere questo non condiviso dai figli Pietro e Giovanni che al contrario vedono di buon occhio l’acquisizione di Cadbury, convinti del fatto che si tratta di un’importantissima opportunità capace di far compiere all’azienda un salto in avanti.
Il disinteresse di Nestlè verso Cadbury, che farà sicuramente piacere a Kraft Foods, è stato reso noto in occasione della comunicazione di un’altra notizia altrettanto importante, il colosso svizzero è infatti riuscito a raggiungere un accordo a seguito del quale acquisirà la divisione di Kraft che si occupa della produzione di pizze surgelate.
Le banche, dunque, stanno cercando di convincere Ferrero ad allearsi con Hershey e ad acquisire Cadbury ma la questione non è affatto semplice, il nodo principale continua ad essere la contrarietà del patriarca Michele Ferrero all’espansione dell’azienda mediante acquisizioni.
L’obiettivo di Kraft è quello di espandere ulteriormente il proprio dominio, soprattutto nel settore degli snack e dei piatti pronti, un progetto la cui realizzazione verrebbe ampiamente favorita dall’acquisto di Cadbury.