Industria italiana in calo: -2,2%

PIL: ISTAT RIVEDE IN RIALZO, IN I TRIMESTRE 2008 +0,5%L’Istat ha rivelato i dati in calo dell’industria italiana che ha registrato un calo pari al 2,2%. Questo dato negativo, secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, è dovuto alle negative performance del mercato interno. Infatti, solo tra il mese di giugno e il mese di luglio, si è registrata una diminuzione dello 0,7% degli ordinativi dell’industria.

Per le commesse il calo annuo è arrivato a -5,4%, una diminuzione legata interamente al mercato interno, mercato interno che è stato soggetto al -5,4% che ha giocato, invece, a rialzo per il mercato estero che ha guadagnato un 1,8%.

Italia ascesa di Grillo può essere una svolta secondo O’Neill (Goldman Sachs)

L’affermazione del MoVimento 5 Stelle di Beppe Grillo, che è andato al di là di ogni più rosea aspettativa, ha creato uno stallo politico pericoloso in quanto il primo partito italiano alla Camera è riluttante a voler accettare un’alleanza con una delle due grandi coalizioni (Pd-Sel o Pdl-Lega). Se da un lato si tratta dello scenario politico peggiore che potesse esserci per l’Italia, dall’altro potrebbe esserci finalmente una volta per il paese. Ne è convinto Jim O’Neill, presidente di Goldman Sachs Asset Management.

Produzione industriale italiana ai minimi dal 2009

Secondo l’Istat la produzione industriale italiana è scesa del 6,7% nel corso del 2012, evidenziando la peggiore flessione dal 2009. Rispetto al picco del 2008, ovvero l’anno in cui iniziò la grave crisi finanziaria mondiale, la produzione industriale è diminuita del 25%. Nell’ultimo trimestre del 2012 l’indice della produzione industriale è sceso del 2,2% rispetto al quarter precedente. Per quanto riguarda, invece, il volume della produzione, calcolato dall’indice grezzo, siamo tornati sui livelli del 1990 con una media di 82,9 nel corso del 2012.

Assemblea Azionisti Gruppo Ceramiche Ricchetti

Alle ore 9,30 del 10 maggio del 2012 e, occorrendo, dalla stessa ora il 12 maggio del 2012 in seconda convocazione. Sono queste le date da ricordare per gli azionisti del Gruppo Ceramiche Ricchetti S.p.A., società quotata in Borsa a Piazza Affari.

Trattasi delle date in corrispondenza della quali, come deliberato dal Consiglio di Amministrazione, si terrà l’Assemblea ordinaria degli Azionisti del Gruppo Ceramiche Ricchetti S.p.A.. All’ordine del giorno ci sarà l’approvazione del bilancio al 31 dicembre del 2011, la nomina dei componenti del CdA, la relazione sulla remunerazione nonché l’approvazione di un piano di buyback.

Ceramiche Ricchetti si allea col Gruppo Roberto Cavalli

Pavimenti e rivestimenti in ceramica, per interni ed esterni, firmati da Roberto Cavalli. Ad offrirli sul mercato sarà il Gruppo Ceramiche Ricchetti, quotato in Borsa a Piazza Affari, che al riguardo proprio in data odierna ha annunciato la stipula di un contratto di licenza con il Gruppo Roberto Cavalli.

L’accordo di licenza tra il Gruppo Ceramiche Ricchetti, ed il Gruppo Roberto Cavalli, in particolare, prevede lo sviluppo, ma anche la creazione, la produzione e la commercializzazione dei pavimenti e dei rivestimenti in ceramica per interni ed esterni per una durata di cinque anni, quindi fino all’anno 2016, con la possibilità di una ulteriore estensione dell’accordo di licenza per altri cinque anni. La prima collezione ufficiale sarà presentata proprio a partire da oggi, martedì 20 settembre 2011, a Bologna, alla Fiera di settore Cersaie.

Bilancio Sogefi 2009

Sogefi ha chiuso il 2009 con un perdita di 7,6 milioni di euro, un risultato praticamente disastroso non solo perchè si tratta di una perdita che supera le attese degli analisti, che avevano previsto un rosso di 2 milioni di euro, ma anche perchè viene paragonato all’utile di 28,5 milioni di euro registrato nel 2008.

La perdita registrata dal produttore di componenti per l’industria automotive è dovuta in larga parte alle difficoltà riscontrate nel corso del primo semestre dell’anno, periodo in cui si è verificato un notevole calo della produzione di veicoli in Europa, a cui va poi aggiunto l’impatto che gli oneri di ristrutturazione hanno avuto sulla società.

Ripresa al palo senza i giusti investimenti

industria italiana

Per far ripartire l’economia nazionale, l’Italia dovrebbe tornare a investire di più, smantellare la burocrazia e ridurre sensibilemente i costi e gli sprechi, ma anche le tasse che stringono in una morsa le imprese italiane e spesso queste ultime si trovano costrette a lavorare in nero a discapito del sociale, ma soprattutto della sicurezza sul lavoro.

Se prima le imprese che possedevano lavoratori in nero erano una su quattro ora sono diventate una su due e questo è un vero segnale di allarme che il governo dovrebbe recepire.