Spread Btp-Bund ancora in rialzo a 332 punti

Quella di oggi pare sarà un’altra giornata nera sia per la Borsa che per l’andamento dei titoli di Stato, con il listino milanese che continua ad essere nel mirino della speculazione e lo spread tra Btp e Bund che segna l’ennesimo record a 332 punti. La differenza di rendimento tra i due titoli ha registrato quindi un rialzo di 26 punti base rispetto a ieri, mentre il tasso di rendimento è salito di 22 punti base a un nuovo massimo del 5,92%.

A Piazza Affari, invece, l’indice Ftse Mib segna una perdita del 4% a 17.562 punti, tornando così ai livelli di 2 anni fa, mentre l’All Share registra una flessione del 3,77%.

Spread Btp-Bund nuovo record a 275 punti

La stretta arrivata dalla Consob sulle vendite allo scoperto non è servita a fermare la speculazione e oggi lo spread tra il Btp e il Bund tedesco con scadenza dieci anni registra un nuovo record a 275 punti contro i 245 punti di venerdì scorso.

La differenza di rendimento tra i due titoli ha registrato quindi una vera e propria impennata dopo quella registrata durante il fine settimana e che secondo quanto riportato da alcune fonti avrebbe spinto la cancelliera tedesca Angela Merkel a telefonare al presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi per incitarlo a prendere delle misure efficaci ed urgenti.

Ristrutturazione debito Grecia esclusa da Bruxelles

A quanto pare la ristrutturazione del debito della Grecia non verrà neanche presa in considerazione nel corso della riunione dell’Eurogruppo che si terrà questo pomeriggio a Bruxelles.

Ad affermarlo è stato Amadeu Altafaj, portavoce del commissario Ue agli affari economici e monetari, Olli Rehn, il quale ha anche smentito le voci circolate nel corso delle ultime ore in merito a possibili ritardi sul fronte degli aiuti alla Grecia dopo la notizia dell’arresto di Strauss-Kahn per violenza sessuale.

Rating Irlanda abbassato da Standard e Poor’s

Il debito sovrano di alcuni paesi della zona euro continua a rappresentare un grosso problema per la stabilità economica del Vecchio Continente.

L’ultimo downgrade è arrivato poche ore fa da Standard & Poor’s che, all’indomani dei risultati degli stress test sulle banche irlandesi e che hanno evidenziato un buco di 24 miliardi di euro, ha comunicato di aver declassato il debito irlandese portandolo a “BBB+” dal precedente “A-“, eliminando però al contempo il creditwatch negativo. Nel complesso, dunque, l’outlook risulta stabile.

Rating Grecia declassato da Moody’s

I timori relativi alla crisi del debito sovrano che nei mesi scorsi sono stati al centro delle preoccupazioni degli investitori e la causa delle tensioni dei mercati finanziari, nel corso delle ultime settimane sono passati in secondo piano a causa delle nuove preoccupazioni relative alle possibile conseguenze della crisi scoppiata prima in Egitto e poi in Libia e che rischia di avere gravi ripercussioni sull’intera economia mondiale.

Ma a riportare a galla il problema del debito sovrano di alcuni paesi europei ci ha pensato l’agenzia di rating Moody’s, che ha annunciato stamani di aver tagliato il rating della Grecia da “Ba1″ a B1”.

Rating Irlanda tagliato da Standard & Poor’s

Standard & Poor’s ha tagliato il rating sovrano di lungo termine dell’Irlanda portandolo da “A” a “A-“, dopo aver portato a “6” da “4” la valutazione del rischio relativo al settore bancario del paese. L’agenzia di rating, inoltre, ha anche ridotto il rating di breve termine da “A-1” a “A-2”.

La decisione è stata comunicata da Standard & Poor’s mediante una nota nella quale viene anche specificato che il rating resta sotto osservazione con implicazioni negative, alla luce dell’incertezza relativa all’ammontare delle necessità di capitale addizionale di cui si prevede avranno bisogno le banche, per gran parte controllate dallo stato.

Piano aiuti Irlanda approvato dall’Ecofin

Dopo l’approvazione di settimana scorsa del piano di salvataggio dell’Irlanda da parte dell’Unione Europea, nelle scorse ore anche l’Ecofin, cioè il Consiglio dei Ministri dell’Economia e delle Finanze dei 27 stati membri dell’UE, ha approvato il piano di aiuti per il paese irlandese.

Secondo quanto stabilito, l’Irlanda riceverà 85 miliardi di euro in tre anni, dei quali 50 miliardi saranno usati per risanare le casse dello Stato.

Euro ai minimi da sette settimane

Come saprete, nella giornata di ieri le borse europee hanno fatto registrare notevoli cali, sui timori di un possibile contagio dall’Irlanda, alle prese con la crisi del debito sovrano.

Tutti i principali listini del Vecchio Continente hanno lasciato sul campo circa 2 punti percentuali, e sono arrivate addirittura le dichiarazioni pessimistiche della Merkel, che ha detto che la situazione attuale è eccezionalmente seria, in particolare per l’euro.

Richiesta aiuti dal Portogallo più che probabile

I timori relativi alla crisi del debito sovrano in Europa, che tra le altre cose stanno causando una debolezza dell’euro nei confronti del dollaro, nelle ultime ore sono stati accentuati prima dalla pubblicazione da parte dell’Eurostat del deficit dei paesi europei, in cui figura in prima linea la Grecia, seguita da Irlanda, Gran Bretagna e Spagna, e poi dalle dichiarazioni di Fernando Teixeira dos Santos, il Ministro delle Finanze portoghese che, nel corso di un’intervista rilasciata al Financial Times, ha affermato che il Portogallo potrebbe avere bisogno di aiuti esterni.

Azioni europee risentono crisi euro

La fase di incertezza e instabilità che sta colpendo le borse europee influisce non poco sulla fiducia degli investitori, basti pensare che sono quasi raddoppiati coloro che hanno scelto dialleggerireil proprio portafoglio di investimenti eliminando alcune delle azioni europee.

Il problema principale non riguarda i titoli, la maggior parte degli investitori, infatti, considera le azioni dei listini europei attraenti e sottovalutate, tuttavia l’istabilità dell’intera economia europea fa si che manchi il coraggio per acquistarle.

Rischi delle misure a sostegno dell’euro

Mentre continua il dibattitto su quali sono le cause che hanno portato la moneta unica europea ad un progressivo calo nei confronti del dollaro, i ministri finanziari dell’Unione europea hanno deciso di comune accordo di varare un pacchetto da 750 miliardi per evitare che l’euro risenta ulteriormente della crisi che sta colpendo la Grecia e che rischia di contagiare anche altri paesi europei.

La misura decisa a Bruxelles ha ottenuto il consenso di molti, era infatti ovvio aspettarsi che i vertici finanziari adottassero misure ritenute idonee a frenare la corsa al ribasso dell’euro, tuttavia tra gli economisti è sorto il dubbio che questa misura possa essere addirittura controproducente per la moneta europea.

Crisi euro scatenata dai fondi americani?

A fine febbraio aveva fatto parecchio discutere l’indiscrezione pubblicata dal Wall Street Journal, secondo cui i dirigenti di alcuni tra i più importanti fondi di investimento americani si erano riuniti per una cena presso un noto ristorante di Manhattan, durante la quale si erano mostrati tutti concordi nel ritenere che la crisi greca avrebbe portato ad un progressivo declino della moneta unica europea.

Una convizione questa che oggi non è più oggetto di un’indiscrezione di stampa, bensì una questione concreta di cui si parla apertamente sia in televisione che sui giornali.

Euro in calo sotto 1,25 dollari

L’euro continua a risentire della crisi greca e dei timori che stanno attraversando l’economia europea, oggi è stato infatti registrato un nuovo calo a quota a 1,2457 dollari, ossia sotto 1,25 dollari per la prima volta da marzo 2009.

A provocare questo nuovo e ulteriore calo è il netto aumento dei timori relativi alla crisi del debito sovrano, aggravati nelle ultime ore dalle dichiarazioni rilasciate da Josef Ackermann, CEO di Deutsche Bank, secondo il quale la Grecia dovrà superare diversi ostacoli per riuscire a risanare i suoi conti pubblici.