
Adesso la banca ha precisato i motivi della decisione, nel prospetto informativo. Bpm indica che i proventi netti derivanti dall’operazione sono stimati a quota 775 milioni di euro, nel caso vengano sottoscritte tutte le azioni offerte.
Adesso la banca ha precisato i motivi della decisione, nel prospetto informativo. Bpm indica che i proventi netti derivanti dall’operazione sono stimati a quota 775 milioni di euro, nel caso vengano sottoscritte tutte le azioni offerte.
Secondo quanto comunicato da Bpm ieri sera, quindi dopo la chiusura dei mercati, il CdA nel corso di un incontro cordiale e propositivo ha esaminato la situazione relativa all’aumento di capitale anche in seguito delle indicazioni arrivata dall’incontro in Banca d’Italia.
Secondo i rumors, in particolare, ad esercitare pressioni per far slittare l’operazione di aumento di capitale sarebbe il consorzio di garanzia guidato da Mediobanca, preoccupato per le avverse condizioni di mercato che potrebbero pregiudicare la buona riuscita dell’operazione.
I ricavi si sono attestati a 746,7 milioni di euro, un risultato sostanzialmente in linea con quello realizzato nello stesso periodo dello scorso anno. Tra i fattori positivi che hanno contribuito figurano l’ottimo andamento del margine commerciale (+10,4% a 369,6 milioni) e il contributo del margine treasury & investment banking (71,7 milioni).
Secondo gli analisti la debolezza della quotazione è da ricondurre soprattutto all’operazione di aumento di capitale prevista per la seconda metà di settembre.
Secondo i rumors, che per ora non hanno ricevuto né conferme né smentite da parte dell’istituto di credito milanese, il consorzio di garanzia guidato da Mediobanca che si occupa dell’operazione di ricapitalizzazione starebbe seriamente valutando l’opportunità di rimandare l’aumento di capitale per via della forte instabilità dei mercati finanziari.
Ad essere colpiti in particolare sono stati i prezzi dei titoli delle banche di medie dimensioni, sfavoriti dalla redditività inferiore rispetto alle grandi banche e dai maggiori aumenti di capitale in proporzione.
Sebbene BPM abbia smentito tali voci, il titolo della banca ha chiuso la seduta in rialzo del 12,19% a quota 1,758 euro per azione, riuscendo a risalire dai minimi di zona 1,55 euro.
Il neo direttore di BPM Enzo Chiesa ha fatto sapere di essere estremamente sereno e di avere tra le mani un istituto in ottime condizioni, riguardo ai risultati di bilancio, Enzo Chiesa ha aggiunto che i conti aggiornati al 30 giugno 2011 saranno in linea con quelli registrati nel primo trimestre dell’anno per i quali sono già stati comunicati e resi noto i numeri.
Proprio nelle ultime settimane il titolo ha subito un forte calo, scendendo fino a quota 1,648.
Il CdA ha licenziato le controdeduzioni e adesso Bpm ha 180 giorni dalla scadenza del del 13 giugno per effettuare i propri controlli.
Già in un primo momento Bpm aveva deciso di rispondere con la convocazione di un’assemblea per un aumento di capitale fino a 1,2 miliardi, l’aggiornamento del piano industriale e l’aumento delle deleghe per il voto in assemblea fino a 5.
Durante la riunione tenuta ieri, infatti, il Consiglio di amministrazione di Banca Popolare di Milano ha deliberato un aumento di capitale per un ammontare massimo pari a 1,2 miliardi di euro da attuarsi mediante l’emissione di nuove azioni che verranno offerte in opzione agli azionisti e ai portatori di obbligazioni convertibili.