Dividendo BP 2010

Nonostante i risultati deludenti realizzati nel corso del quarto trimestre dell’anno, BP ha annunciato che tornerà a distribuire dividendi ai suoi azionisti dopo la sospensione operata la scorsa estate a causa del disastro al largo del Golfo del Messico.

Nel corso dell’ultimo trimestre dell’anno, in particolare, BP ha registrato un utile netto calcolato ai costi di sostituzione pari a 4,61 miliardi di dollari, in crescita rispetto ai 3,447 miliardi dello stesso periodo del 2009. Se si escludono le poste straordinarie, pari a 250 milioni, l’utile netto si è attestato a 4,36 miliardi, contro i 5,09 miliardi previsti in media dagli analisti.

Alleanza BP Rosneft per perforazioni nell’Artico

BP e Rosneft, due colossi del settore del petrolio, hanno annunciato un’alleanza strategica per lo sfruttamento delle risorse nell’Artico.

Secondo quanto deciso Rosneft avrà il 5% di BP mentre BP avrà in cambio il 9,5% di Rosneft.

Con questa operazione la partecipazione di BP in Rosneft sale al 10,8%. In questo accordo sono stati fondamentali gli interventi dei governi britannico e russo, che hanno avuto un ruolo molto importante per portare a termine l’accordo.

BP cessione Pan American Energy per 7,1 miliardi di dollari

BP, British Petroleum, la famosa società operante nel settore energetico e soprattutto del petrolio e del gas naturale, diventata celebre suo discapito per la marea nera nel Golfo del Messico, sta cercando di ripagare i danni causati proprio da quella catastrofe ambientale.

La società britannica ha comunicato ufficialmente di aver trovato un accordo per la cessione del 60% nella joint venture Pan American Energy a Bridas Corp. per 7,1 miliardi di dollari in contanti.

British Petroleum cerca investitore

Secondo quanto riportato dal Sunday Times, il colosso petrolifero British Petroleum sarebbe alla ricerca di un investitore strategico interessato a rilevare una quota compresa tra il 5% e il 10% del suo capitale al fine di salvaguardare l’indipendenza della compagnia e allontanare così il rischio di takeover una volta che il disastro della marea nera sarà definitivamente archiviato.

Il crollo della piattaforma a largo del Golfo del Messico ha causato danni ambientali senza precedenti, tanto che lo stesso presidente degli Stati Uniti ha definito questo disastro una tragedia paragonabile a quella dell’attentato dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelli.

Bp cessione partecipazione 10%

La British Petroleum starebbe cercando nuovi investitori capaci di acquistare una partecipazione pari al 5-10% della compagnia inglese, in modo da poter rinsaldare l’indipendenza della compagnia, messa a dura prova dopo il disastro petrolifero nel Golfo del Messico, che finora è costato alla Bp la cifra di 100 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato.

Questa indiscrezione è stata riportata dal Sunday Times, secondo il quale la società britannica starebbe sondando il mercato in cerca di nuovi investitori.

British Petroleum scorporo attività Usa

E’ dal 20 aprile scorso, giorno in cui è iniziato il disastro ecologico della marea nera di British Petroleum nel Golfo del Messico, che analisti ed investitori si stanno interrogando sulle perdite in termini di denaro per la società, cercando di capire quanto sarà la perdita totale dell’azione del gruppo britannico.

Secondo molto la corsa alle vendite dei titoli Bp è stata troppo affrettata ed esagerata, anche se gli analisti di Unicredit (rating hold con target price a 420 pence), sono d’accordo sul dire che si stanno sottovalutano le implicazioni dell’incidente sul patrimonio di Bp.

British Petroleum raccoglie 50 miliardi di dollari

Il disastro della marea nera causato dal crollo della piattaforma nel Golfo del Messico ha causato danni ambientali incalcolabili, lo stesso Presidente degli Stati Uniti Barack Obama lo ha definito paragonabile per gravità all’attentato dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle.

I danni derivano anche e soprattutto dal fatto che a distanza di quasi due mesi dal crollo i numerosi tentativi posti in essere dalla compagnia petrolifera per cercare di arginare i danni non hanno dato alcun esito positivo, anzi, la situazione va peggiorando di giorno in giorno.

Rating BP declassato da Fitch

Fitch ha declassato British Petroleum portando il suo rating da AA+ ad AA, una decisione riconducibile in larga parte all’incidente alla piattaforma nel Golfo del Messico che ha provocato la cosidetta “marea nera”, che rischia di creare dei danni ambientali disastrosi e irreparabili.

L’incidente aumenta di giorno in giorno i rischi per il colosso petrolifero sia in termini finanziari che di business, ha poi inevitabilmente contribuito alla decisione di Fitch la decisione del Procuratore Eric Holder. Un processo civile e penale, infatti, potrebbe contribuire ulteriormente a danneggiare il profilo finanziario della compagnia.

Settore petrolifero promosso da Credit Suisse

Credit Suisse si è rivelata piuttosto ottimista per quanto riguarda il comparto petrolifero, la banca d’affari ha infatti rivisto al rialzo le sue stime sul prezzo del petrolio che per il 2010 dovrebbe raggiungere quota 82,90 dollari al barile mentre per il 2011 le previsioni parlano di 80 dollari a barile.

La banca sostiene che tra le aziende che operano nel settore petrolifero riuscirà a trarre grandi vantaggi dall’andamento del prezzo del petrolio soprattutto BP, per questo ha deciso di alzare la raccomandazione sul titolo del colosso britannico portandola da neutral e outperform. Al contempo è stato alzato il target sul prezzo da 570 a 685 pound.

Banco Popolare break-out 5,25 euro

Il titolo Banco Popolare ha disegnato un solido trend rialzista nel corso delle ultime sedute, forzando addirittura la resistenza di breve periodo posta a quota 5,25 euro per azione, sottolineando così il trend positivo iniziato circa un mese fa.

Tuttavia il titolo BP ieri in borsa ha chiuso in calo dello 0,95% a quota 5,195 euro per azione, cedendo così momentaneamente l’importante resistenza a 5,25 euro.

BP utile netto annuale -45%

british Petrol

Il gigante petrolifero British Petrol ha presentato questa mattina il bilancio annuale della compagnia che mette in luce dati importanti riguardo all’andamento dell’utile. BP ha riportato un calo degli utili netti annuali del 45% e questo è causato dalla diminuzione dei prezzi del petrolio e del gas dopo le speculazioni dell’anno scorso.

La società ha fatto sapere che la produzione di petrolio e di gas è aumentata di oltre il 4% nel 2009 e le proprie riserve sono sempre cresciute da ormai 17 anni consecutivi.

Eni e Saipem in attesa dei trimestrali 2009

deposito petrolio

Tutti in attesa dei risultati del trimestrale di Saipem che al momento, insieme a Eni, sta guadagnando lo 0,61% a fronte di un target price appena lanciato a 24 euro ad azione promosso da Intermonte che però si aspetta nel prossimo trimestrale del 2009 in uscita oggi una diminuzione dei ricavi del 6% portandosi così a totalizzare 2.481 milioni di euro.

La situazione dei petroliferi in Europa oggi è tutta in salita grazie anche all’uscita del terzo trimestrale di BP (British Petrol) che ha totalizzato, nonostante la forte perdita del fatturato, dei ricavi ben superiore alle aspettative grazie anche al taglio delle imposte portandosi così a chiudere un bilancio con una diminuzione dell’utile netto del 33,7% (5,34 miliardi di dollari contro gli 8 del 2008, le stime erano peggiori).