Crescita economica asiatica in ribasso

AdbNell’attuale congiuntura economica non c’è area o zona che sia al totale riparo dalle influenze negative.

Una ulteriore dimostrazione ci è stata offerta negli scorsi giorni dall’Asian Development Bank (ADB), la Banca asiatica dello sviluppo, la quale ha rivisto le stime di crescita per le economie asiatiche, ad eccezione del Giappone, non contemplato da tale parte degli studi.

Draghi: economia, futuro più incerto

Mario DraghiLe ultime dichiarazioni del governatore della Banca d’Italia Draghi hanno confermato l’alone di incertezza che regna dinanzi al futuro dell’economia italiana.

Durante una conferenza a Dublino il governatore ha infatti ribadito che l’inflazione nel prossimo semestre sarà ancora più incisiva delle attese, e che questo avrà, ovviamente, delle dirette ripercussioni sul costo della vita.

Fallimento sistema bancario USA

Dollaro americanoLa crisi finanziaria americana non conosce ancora battute d’arresto. Ha infatti alzato bandiera bianca la IndyMac Bank, mentre Freddie Mac e Fannie Mae sembrano desolatamente prendersi per mano per essere condotte verso la strada dell’insolvenza.

Il fallimento di IndyMac, nella fattispecie, sembra essere particolarmente significativo. Non si tratta infatti di una banca qualsiasi, ma di uno dei principali istituti di credito degli Stati Uniti, con attività finanziarie per oltre 32 miliardi di dollari.

Transazione MontePaschi-Antonveneta

MontePaschi è sempre più convinta di riuscire a portare in porto la transazione che dovrebbe condurla a mettere le mani su Antonveneta: per far ciò, la compagnia senese è decisa a dismettere alcune delle sue attività principali, tra cui il 70% della Sgr e il 49% della Banca Monte di Parma.

Già entro pochi giorni, stando alle convinzioni dei vertici dell’istituto di credito toscano, la partecipazione nella Banca Monte di Parma dovrebbe passare all’interno del portafoglio di Banca Sella: quindi, salvo sgradite e del tutto improbabili sorprese, nome dell’acquirente e data della conclusione dell’accordo sarebbero già in cassaforte.

Dovrebbe tardare poco di più, invece, il passaggio di mano del 70% della Sgr, per acquisire la quale rimangono in pole position Credit Suisse – Investitori associati e Clessidra – Fmr Asset Management.

Crisi mutui

Crisi Mutui

E’ indubbio che la crisi dei mutui americana, oltre ad aver creato scossoni da capogiro nelle borse mondiali ed effetti disastrosi sulla vita di tutti i giorni di ognuno di noi, non cesserà di generare preoccupazioni in breve tempo. Anzi.

Tocca al premio Nobel per l’economia, Edmund S. Phelp, dire la sua. E secondo il noto economista, il sistema finanziario globale non tornerà più a essere lo stesso. La colpa sarebbe a carico delle banche che, appesantite dall’indebitamento sui mutui, non riuscirebbero certamente a rimborsare la totalità dei debiti contratti. Ciò causerebbe una non ripresa dell’intero sistema con effetti ancora più marcati per l’economia reale, quella appunto che pesa sulle spalle dei risparmiatori. Occorrono delle riforme, aggiunge Phepp da Monteporzio Catone dove è stato ospite di un convegno organizzato dalla Fondazione Economia Tor Vergata su Europa: mutamenti climatici e politiche energetiche. “Bisogna che il sistema guarisca”.

Confindustria: rialzo dei tassi BCE

Un’altra voce si alza tra le tante schieratesi in queste settimane contro il prossimo rialzo dei tassi che la Banca Centrale Europea si appresta a varare tra brevissimo tempo. L’autorevole opinione proviene questa volta direttamente dai vertici di Confindustria, per volontà del suo Presidente, Emma Marcegaglia.

Secondo quanto ha dichiarato Marcegaglia, la Confindustria sarebbe preoccupata per un nuovo aumento dei tassi di interesse, definendo l’attuale livello dei tassi stabiliti dalla BCE come un’ulteriore problema in un Paese, come l’Italia, che già fatica enormemente a mantenere un minimo di crescita.

Secondo il Presidente degli industriali, inoltre, l’Italia sarebbe a rischio stagflazione: la priorità diventa quindi far ripartire la macchina produttiva italiana, rinnovando la spinta sul Prodotto Interno Lordo.

Borse europee in calo

Borse europee in calo. Regge Londra, mentre Milano, Parigi e Francoforte vanno tutte giù, trascinate in basso da Stati Uniti e Asia. Shanghai chiude al ribasso di oltre il 5%, Tokyo del 2% e Wall Street fa segnare un -3% dovuto principalmente ai titoli bancari e auto, oltre che al prezzo del petrolio che raggiunge e supera quota 140 dollari a barile.

Anche per quanto riguarda Piazza Affari, vanno male i bancari e quelli connessi al settore auto, a causa dell’incremento del costo del carburante. Tengono bene, al contrario, i titoli legati al settore energetico. Tenaris, per esempio, ha chiuso anche questo venerdì con un rialzo significativo, portandosi a un +5,06% su base settimanale e un +20,06% su base mensile. Primo produttore italiano di tubi in acciaio non saldati per il settore automobilistico, energetico e meccanico, fa registrare un +48,69% su base semestrale. Bene anche Saipem ed Eni, trascinate al rialzo dal prezzo del greggio.

Buoni benzina

Come tutti sanno, la domanda crea l’offerta e oggi più che mai la domanda del petrolio, se pur con qualche discesa negli ultimi 3 anni, è ai massimi livelli. La forte domanda di petrolio ha causato l’aumento del prezzo al barile e si ipotizza che possa crescere ancora fino a raggiungere i 200 dollari al barile.

Gli automobilisti e i risparmiatori sono in forte preoccupazione tantè che molte multinazionali tra cui anche le banche hanno deciso di lanciare una campagna marketing senza precedenti offrendo ai propri clienti buoni benzina. I buoni benzina stanno diventando anche un mezzo per attirare nuova utenza.

I buoni benzina vengono erogati sempre con una lauda contropartita come ad esempio la campagna di Conto Arancio da diritto da 50 a 80 euro di buoni benzina a tutti i nuovi clienti mentre Cartasì, per i clienti che pagano con Cartasì Quattroruote, dà diritto ad ottenere uno sconto del 2% presso tutti i distributori Esso. E per rimanere in tema, persino Esso, con la sua famosa raccolta punti, non fornisce più regali di uso comune, ma veri e propri buoni benzina.

Alzato il target price per Qualcomm

È di ieri l’annuncio che la banca d’affari Lehman Brothers ha alzato il target price della società californiana Qualcomm dal precedente 52usd all’attuale 55usd, con giudizio “overweight”. Anche ieri il titolo ha fatto registrare un ulteriore rialzo, posizionandosi a un +8,46% su base annua e un +16,70% su base trimestrale.

Qualcomm è un’azienda con base a San Diego ed è leader nella fornitura di servizi e applicazioni wireless B2B. È stata fondata nel 1985 ed oggi rientra tra le compagnie appartenenti all’S&P 500 e Fortune500. È stata inserita nell’elenco delle cento migliori aziende dove lavorare della rivista Fortune e tra le prime cento nel settore dell’Information Tecnology.

Settimana difficile per Wall Street

Settimana difficile quella appena trascorsa per Wall Street a causa dei timori legati al settore del credito bancario e all’ulteriore crescita del prezzo del greggio. Il Dow Jones chiude a quota -1,83%, l’S&P500 a quota -1,85% e il Nasdaq fa segnare un ribasso ancora maggiore, pari al 2,27% rispetto alla quotazione precedente (trascinato in basso dai titoli legati all’industria dell’elettronica, in calo del 2,76%).

L’oro termina, invece, la settimana con un rialzo del 4% rispetto all’inizio della stessa, balzando a 903,70 dollari l’oncia, confermandosi stabile e affidabile anche in periodi di forti perdite.

L’argento è quotato a 17,40 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude a 134,70 dollari al barile, quasi il 2,77% in più rispetto alla quotazione precedente.

Fiat deve bilanciare meglio i propri ricavi

Credit Suisse ha affermato che alcune compagnie automobilistiche, come Fiat, conseguono una notevole parte dei propri ricavi nel mercato brasiliano, area ad alto tasso di crescita (l’incremento della produzione interna lorda del Paese ha raggiunto il 10%) e di sicura appetibilità per le imprese occidentali.

La casa automobilistica torinese vende infatti circa il 27% delle proprie automobili proprio in Brasile, potendo contare su un buon tasso di penetrazione nel mercato locale. Altri marchi europei, come Volkswagen, seppur con percentuali minori (9%) hanno tra i loro bilanci un peso elevato dei ricavi di provenienza brasiliana.

Nonostante la forte crescita del mercato brasiliano stia garantendo a Fiat un buon incremento nel numero delle immatricolazioni complessive, Credit Suisse lancia l’avvertenza sul futuro a breve e medio termine del Paese interessato.

MPS in salita

Dopo la tenuta del titolo sui 5,20 euro, tutti si aspettano una grande salita del titolo..