Fitch declassa otto banche italiane

L’agenzia di rating Fitch nella serata di venerdì ha declassato otto banche italiane di medie dimensioni. Il declassamento di Fitch è dovuto all’economia che non si è mai ripresa dalla crisi iniziata nel 2008, inoltre l’agenzia ritiene che probabilmente l’Italia è già in una fase di recessione.

Fitch sostiene che le banche italiane debbano affrontare sfide strutturali in un complesso contesto operativo: prevede che rimarranno elevate le svalutazioni sui crediti, la redditività operativa invece è diminuita per colpa dei bassi interessi e degli alti costi di finanziamento.

Record dei bond in Italia nel 2011

E’ stato un vero e proprio record quello di quest’anno che ha visto i titoli azioni di Piazza Affari emettere obbligazioni per un valore del doppio superiore a quello per l’aumento di capitale nel periodo compreso tra Gennaio e Settembre.

In un periodo di crisi com’è quello che sta trascorrendo tra alti e bassi dell’oro, del petrolio e delle valute, le banche italiane hanno deciso di fare cassa chiedendo in prestito ingenti quantità di denaro liquido ai propri clienti ed investitori. Il 2011 è stato un record per l’emissione di titoli obbligazionari soprattutto per il settore bancario.

Standard & Poor’s boccia le banche italiane

Dopo il declassamento del rating sul debito a lungo e a breve termine dell’Italia da A+/A-1+ a A/A-1, nella serata di ieri l’agenzia di rating americana ha tagliato il rating a lungo termine di Cassa di Depositi e Prestiti, portandolo da A+ ad A mentre quello a breve termine è stato tagliato da A-1+ ad A-1 con outlook negativo.

S&P ha inoltre tagliato il rating di sette banche italiane, come diretta conseguenza del taglio del rating sul debito italiano. I rating di Intesa Sanpaolo e Mediobanca sono stati abbassati da A+ ad A. Altre otto banche, tra cui Unicredit, hanno mantenuto il rating confermato però è stato abbassato l’outlook da stabile a negativo.

Titoli settore bancario bocciati da Morgan Stanley

Per l’economia e per la finanza italiana, purtroppo, parrebbe non esserci alcuna tregua. Stoxx Limited, infatti, avrebbe annunciato, non più tardi di ieri pomeriggio, che le due principali banche italiane (per capitalizzazione, numero di sportelli e negatività agli stress test bancari), ovvero sia Intesa Sanpaolo e Unicredit, verranno escluse, con decorrenza 19 settembre 2011, dallo Stoxx Europe 50, sorta di paniere sovranazionale che raccoglie le blue chips europee.

L’importantissima uscita di scena, spiegata con l’ormai ridottissima, ovviamente a livello europeo, capitalizzazione dei due istituti italiani è accompagnata da quella, altrettanto importante, di SocGen e Nokia.

JP MORGAN TAGLIA PREVISIONI UTILI BANCHE ITALIANE

JP Morgan taglia previsioni utili banche italiane

Il taglio delle previsioni di crescita del Pil italiano e il contesto macroeconomico particolarmente difficile hanno spinto JP Morgan a rivedere al ribasso le stime relative all’utile per azione delle banche italiane in relazione al periodo compreso tra il 2011 e il 2013.

La banca d’affari ha osservato che nel corso degli ultimi trimestri i ricavi realizzati dagli istituti di credito italiani si sono rivelati essere sempre più sotto pressione, come se non bastasse gli analisti stimano un incremento dei costi del 3% su base trimestrale e un ulteriore aumento del costo del rischio a causa della stagionalità.

Ubs mantiene Intesa Sanpaolo e Mediobanca tra le sue preferite

Durante quest’estate, i titoli delle banche italiane hanno fatto peggio in borsa dell’11% rispetto alla media europea, a causa dell’elevata volatilità, dell’allargamento degli spread sovrani e delle tante ricapitalizzazioni.

Ad essere colpiti in particolare sono stati i prezzi dei titoli delle banche di medie dimensioni, sfavoriti dalla redditività inferiore rispetto alle grandi banche e dai maggiori aumenti di capitale in proporzione.

Stress test banche, italiane tutte promosse

L’Eba, la European banking authority, ha diffuso i risultati degli stress test condotti su 90 banche europee. Come si legge nei risultati sono state bocciate solamente otto banche, che quindi in caso di crisi economica, vedrebbero scendere il loro Core Tier 1 al di sotto del 5%, e necessiterebbero di 2,5 miliardi di euro per recuperare.

Sono invece 16 le banche secondo gli stress test che in caso di choc economico vedrebbero il Core Tier 1 scendere tra il 5% ed il 6% cioè vicino alla soglia minima di resistenza.

Ubs conferma rating buy per Intesa Sanpaolo e Mediobanca

Nell’ultimo mese le banche italiane hanno sottoperformato il mercato europeo del settore del 6%, nell’ultimo trimestre addirittura del 12%. Questo è stato dovuto principalmente a spread sovrani più ampi e ai tanti aumenti di capitale messi in atto nel settore in questo periodo.

La maggior parte della sottoperformance però è stata causata da player medio-piccoli che hanno aumentato il capitale rispetto alla loro capitalizzazione di mercato e che hanno meno economie di scala.

Piano industriale Intesa Sanpaolo 2011-2013/2015

Intesa Sanpaolo ha presentato alla comunità finanziaria il piano industriale 2011-2013/2015, nel quale è incluso anche l’aumento di capitale da 5 miliardi di euro che verrà offerto in opzione agli azionisti entro luglio 2011. Mediante la ricapitalizzazione, in particolare, la banca conta di riuscire rafforzare la propria strutturala patrimoniale e di allinearsi ai requisiti patrimoniali previsti da Basilea 3.

Tra i principali obiettivi vi è quello di attuare una solida creazione di valore, senza però ricorrere ad operazioni straordinarie. In particolare è prevista a riguardo la realizzazione di un risultato netto pari a 2,7 miliardi nel 2010, a 4,2 miliardi nel 2013 e a 5,6 miliardi nel 2015.

Credem perde ricorso, possibile rischio per altre banche

Il Credito Emiliano (Credem) ha perso il ricorso contro l’Agenzia delle Entrate presentato alla Commissione Tributaria provinciale di Reggio Emilia verso un accertamento del fisco dal quale era emerso ai fini dell’Ires un reddito maggiore rispetto a quello dichiarato.

Il reddito dichiarato dall’istituto bancario, in particolare, ammonta 33,9 milioni di euro mentre quello accertato è di 51,1 milioni di euro. L’Agenzia delle Entrate ha contestato due operazioni in titoli di stato brasiliani e britannici risalenti al 2004.

Titolo Mediobanca in rialzo dopo valutazione Morgan Stanley

A Piazza Affari il titolo Mediobanca segna un rialzo del 4,02% a 7,625 euro, un balzo in avanti attribuito in larga parte alla valutazione di Morgan Stanley, che ha avviato la copertura con un rating overweight e un target price a 9,4 euro, includendo al contempo il titolo nella sua top pick.

La valutazione è stata resa nota dalla banca d’affari mediante una nota dedicata al comparto bancario italiano, in cui pare che l’istituto di Piazzetta Cuccia sia l’unico ad essere riuscito a spuntarla.

conti correnti online

Redditività delle banche italiane, a risentirne sono soprattutto i soci

Nonostante le banche italiane siano riuscite a reggere bene l’impatto della crisi finanziaria ed economica che si è abbattuta sui mercati finanziari e sull’intera economia mondiale (nessuna banca italiana ha rischiato il fallimento e ha richiesto l’intervento dello Stato, contrariamente a quanto accaduto nella maggior parte degli altri Paesi, America compresa) è inutile negare che la situazione resta piuttosto difficile.

Lo scenario attuale, infatti, è piuttosto complicato, tassi bassi da un lato e sofferenze alte dall’altro. La redditività netta è calata in maniera drastica e la necessità di rafforzare il patrimonio continua ad essere un problema che si prevede rimarrà attuale anche nei prossimi mesi.

Reazioni banche italiane agli stress test europei

Dopo gli stress test sulle banche europee, il Banco Popolare si sta distinguendo particolarmente in borsa, infatti nella seduta di ieri il titolo ha chiuso in rialzo addirittura del 4,36% a quota 4,785 euro per azione.

A spingere la valutazione del titolo è anche il giudizio positivo di Intermonte, che sulla banca ha portato il rating da neutral ad outperform con target price a 5,5 euro per azione, sostenendo che gli stress test non hanno evidenziato criticità tali da richiedere un rafforzamento di capitale immediato.

Sofferenze bancarie in aumento in Italia

In base al Rapporto mensile dell’Abi “Monthly Outlook” a marzo 2010 le sofferenze per le banche italiane sono cresciute di circa 2 miliardi, raggiungendo così la cifra complessiva di 35,5 miliardi con un tasso di crescita del 50,4% rispetto al 51,3% registrato lo scorso febbraio.

La crescita degli impieghi resta sui livelli registrati nel mese precedente, a fare da traino sono sempre i prestiti alle famiglie, in costante crescita. I prestiti alle famiglie produttrici, in particolare, sono cresciuti del 2,5% mentre quelli concessi alle famiglie per l’acquisto di immobili sono arrivati a registrare un incremento dell’8,2%, soprattutto in considerazione dell’attuale livello dei tassi di interesse, al minimo storico.