
Il passato di Sator pesa su Matteo Arpe

Nonostante tutto questo, però, la votazione prevista per il 22 ottobre 2011 si preannuncia tutt’altro che scontata o facile o tranquilla.
Se, infatti, le principali sigle sindacali quali Uilca ed Uil prendono le distanze da Andrea Bonomi di Investindustrial, intenzionato a salire sino al 10% della popolare banca milanese, altre, quali Fabi, Fiba e Fisac starebbero preparando le proprie contromosse e avrebbero tutte le intenzioni di opporsi alla scalata di Bonomi, sicuramente mal visto da molti all’interno di BPM, anche con la creazione e la presentazione di proprie liste.
Secondo quanto comunicato da Bpm ieri sera, quindi dopo la chiusura dei mercati, il CdA nel corso di un incontro cordiale e propositivo ha esaminato la situazione relativa all’aumento di capitale anche in seguito delle indicazioni arrivata dall’incontro in Banca d’Italia.
► TITOLO BPM IN CALO PER RUMORS RINVIO AUMENTO DI CAPITALE
L’ipotesi di un aumento di capitale per Bpm, dunque, è già stata bocciata dai vertici dell’istituto bancario, compreso il direttore generale Fiorenzo Dalu, e dai sindacati.
Le voci di una probabile ricapitalizzazione di Bpm sono state riportate alla luce dal quotidiano Milano Finanza, che ha parlato di un aumento di capitale da 600 milioni di euro e di un prezzo per ogni nuova azione compreso tra 1,25 e 1,75 euro.