
E’ senza dubbio consapevole di questo aspetto Renault che insieme a Nissan ha sottoscritto un accordo preliminare con Enel e Endedsa avente ad oggetto proprio lo sviluppo di una nuova auto elettrica.
E’ senza dubbio consapevole di questo aspetto Renault che insieme a Nissan ha sottoscritto un accordo preliminare con Enel e Endedsa avente ad oggetto proprio lo sviluppo di una nuova auto elettrica.
Sempre secondo le indiscrezioni di stampa l’alleanza tra le due case automobilistiche prevede anche l’ingresso nelle rispettive partecipazioni con una quota simbolica del 3%.
Questa mattina, infatti, PSA Peugeot Citroen e Mitsubishi hanno diffuso una nota in cui viene spiegato che le due società hanno deciso di non continuare i loro colloqui perchè ritengono che alla luce delle attuali condizioni di mercato non sia opportuno arrivare ad un’alleanza.
A quanto pare al gruppo spagnolo azionista di riferimento della holding che controlla Telecom Italia, va molto bene la situazione attuale come sta in questo momento, in particolare la quota posseduta in Telco.
Le banche creditrici, Unicredit e Natixis, insieme ai soci di Upim, avranno partecipazioni e crediti in un veicolo controllato al 40% dagli azionisti e al 60% dagli istituti di credito. Una partecipazione del 7% del Gruppo Coin sarà presa dal veicolo a sua volta, e si stima un valore di circa 40 milioni di euro per Upim.
Secondo le prime indiscrezioni il colosso capitanato da Bill Gates e la più grande azienda produttrice di telefoni cellulari si sono accordati dando vita ad un alleanza strategica volta a creare un asse di collegamento tra il mondo dei software e quello della telefonia mobile arricchendo quest’ultima con i prodotti Office di Microsoft.
Sergio Marchionne, infatti, ha ricevuto ieri l’ok per la conclusione delle trattative anche da Exor, la finanziaria attraverso la quale la famiglia Agnelli controlla il Lingotto. Il Tesoro statunitense, inoltre, secondo alcune indiscrezioni, è riuscito ad arrivare ad un accordo con i quattro principali creditori di Chrysler, ossia JP Morgan, Citigroup, Goldman Sachs e Morgan Stanley.
Gli ostacoli alla conclusione, infatti, sono rappresentati dai sindacati che si sono detti contrari al taglio dei posti di lavoro contenuto nel potenziale accordo tra le due case automobilistiche. La posizione assunta dai sindacati, quindi, sta rendendo l’iter lungo e complicato.
La sfiducia arriva soprattutto dall’amministrazione Obama che ha fatto sapere di essere già al lavoro per realizzare una bancarotta rapida ed efficace nel caso in cui General Motors non riesca a dimostrare di poter tornare ad essere solvibile, circostanza sicuramente non sperata dai contribuenti americani a cui la bancarotta del colosso automobilistico comporterebbe un’aggravio di spesa quantificato in una cifra compresa tra i 5 e i 7 miliardi di dollari.
Ma la vetta spetta a Fiat che guadagna il 7,63% grazie soprattutto ai dati relativi alle immatricolazioni del mese di Marzo che vedono il Lingotto leader nel settore delle vendite italiane.
Il piano di recupero di General Motors, in particolare, prevede una richiesta di ulteriori 16,6 miliardi oltre ai 13,4 già incassati e, allo stesso tempo, prevede un drastico taglio dei costi, ossia il licenziamento di 47.000 posti di lavoro, la chiusura di diversi impianti, e la vendita di alcuni marchi come Saturn e Hummer.
La suddetta fusione, quindi, avverrà mediante l’emissione di nuove azioni il cui rapporto è di 0,33 azioni di Generali per ogni azione di Alleanza. In questo modo, quindi, si prevede di dar vita ad una società in grado di coprire una quota di mercato superiore al 5% dell’intero mercato italiano, con oltre 3,3 milioni di clienti.