Agenzie di rating a giudizio negli Usa

L’operato delle agenzie di rating è sempre trasparente oppure ci sono delle zone d’ombra, dei comportamenti e delle prese di posizione tali da influenzare e non poco la finanza a livello internazionale? Ebbene, negli Stati Uniti un Tribunale ha tirato in ballo due delle tre più importanti agenzie di rating, S&P e Moody’s, chiamate a difendersi ed a dimostrare la loro innocenza.

L’accusa è pesante ed è in particolare quella di frode sull’assegnazione dei rating sui cosiddetti mutui subprime. Nonostante il ricorso presentato dalle due Agenzie il Tribunale, respingendolo, vuole vederci chiaro dando almeno per il momento ragione ad alcuni importanti investitori istituzionali che, per loro ragione, sono chiaramente a caccia di vedersi restituito il maltolto.

Rating watch Fitch negativo su Unicredit e Banco Popolare

Fitch, una delle tre più importanti Agenzie di rating operanti al mondo, assieme a Moody’s e Standard & Poor’s, ha annunciato la messa sotto osservazione dell’outlook di numerosi istituti di credito italiani, tra cui anche il colosso bancario europeo Unicredit. Tale decisione segue quella relativa al downgrade sul debito sovrano dell’Italia; in particolare, su Unicredit, Fitch ha mantenuto e confermato il rating individuale del colosso bancario europeo, mentre il rating di sostegno base passa da “A” a “BBB+”.

Allo stesso modo, anche l’outlook di Fitch sul Banco Popolare è passato da “stabile” a “negativo” a fronte però del mantenimento dei rating di breve e di lungo termine del Gruppo bancario quotato in Borsa a Piazza Affari.

Outlook Moody’s negativo su Generali e Intesa Sanpaolo

Dopo aver abbassato il rating sul debito sovrano dell’Italia, l’Agenzia Moody’s ha emesso tutta una serie di revisioni dei rating e/o degli outlook dei principali big quotati in Borsa a Piazza Affari. Tra questi c’è Generali, con Moody’s che da un lato ha confermato il rating del colosso assicurativo triestino, al livello di “Aa3”, ma contestualmente ha rivisto l’outlook da “stabile” a “negativo”.

Quindi, le Assicurazioni Generali non hanno subito un declassamento, ma rischiano comunque un downgrade nei prossimi mesi qualora l’attuale situazione di pressione sui debiti sovrani dovesse continuare o inasprirsi ulteriormente. In particolare, Moody’s ha spiegato il mantenimento del rating con l’ampia diversificazione di Generali sia del portafoglio titoli, sia della propria attività a livello geografico.

Standard&Poor’s colpisce anche i comparti assicurativo ed energetico

Il pericolo del downgrade dell’Italia, annunciato a viva voce nel corso della scorsa settimana, si è infaustamente verificato. Ad effettuarlo, però, non è stata l’agenzia di rating Moody’s che, come annunciato, si prenderà un ulteriore mesetto per decidere le nostri sorti, bensì Standard&Poor’s che, martedì, ha tagliato il rating dell’Italia da A+ ad A e per giunta con outlook negativo.

Rating BP declassato da Fitch

Fitch ha declassato British Petroleum portando il suo rating da AA+ ad AA, una decisione riconducibile in larga parte all’incidente alla piattaforma nel Golfo del Messico che ha provocato la cosidetta “marea nera”, che rischia di creare dei danni ambientali disastrosi e irreparabili.

L’incidente aumenta di giorno in giorno i rischi per il colosso petrolifero sia in termini finanziari che di business, ha poi inevitabilmente contribuito alla decisione di Fitch la decisione del Procuratore Eric Holder. Un processo civile e penale, infatti, potrebbe contribuire ulteriormente a danneggiare il profilo finanziario della compagnia.

Mercati instabili nel 2010, parola di Moody’s

Piazza Affari

All’indomani della notizia di un nuovo record per il debito pubblico italiano, che ha raggiunto quota 1.800 miliardi di euro, l’agenzia di rating Moody’s lancia l’allarme sul settore della finanza pubblica e del debito che nel 2010 avrà come conseguenza una forte volatilità dei mercati europei.

La volatilità dei mercati nel corso del prossimo anno, secondo l’agenzia di rating, sarà principalmente riconducibile al fatto che i principali paesi dovranno ritirare le misure di aiuto e di sostegno messe a disposizione delle banche, operazione questa che dal punto di vista della tempistica e della modalità di esecuzione rappresenta un grosso rischio, soprattutto per le economie avanzate.