UBS rifiuta di fornire i nomi degli evasori

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La notizia che parlava di un accordo tra UBS e il fisco statunitense è naufragata dopo solo due giorni, non si sà se si sia trattato solo di false indiscrezioni o se, più semplicemente, il governo degli Stati Uniti abbia deciso di andare fino in fondo alla vicenda e di non accettare il risarcimento proposto da UBS, fatto sta che ora spetta ai giudici americani, nell’udienza prevista per il 13 Luglio, stabilire se UBS dovrà o meno rivelare i nomi dei suoi clienti che hanno evaso le tasse.

Gli Stati Uniti, ricordiamo, hanno accusato UBS di aver aiutato alcuni suoi clienti americani (circa 52.000 persone) ad evadere il fisco americano e per questo pretende che la banca fornisca i nominativi di queste persone, affinchè le autorità competenti possano procedere nei loro confronti.

UBS pronta a risarcire il fisco statunitense

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UBS si è sempre dichiarata innocente, respingendo l’accusa avanzata lo scorso Novembre dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti che aveva accusato la banca elvetica di aver aiutato, attraverso conti off-shore, circa 17.000 dei suoi clienti americani ad evadere il fisco, un evasione che ha creato alle casse statuinetensi un danno che si aggira intorno ai 300 milioni di dollari.

Nonostante abbia più volte ribadito al sua innocenza UBS pare sia pronta a risolvere la questione mediante il pagamento di un ingente somma di denaro, una mossa che non rappresenta affatto un’ammissione di colpa ma che UBS ha deciso soprattutto nell’interesse dei suoi clienti.

UBS: taglio di 2000 posti di lavoro

UBS, la più grande banca svizzera, ha annunciato un taglio di 2000 posti di lavoro dopo aver registrato una perdita di circa 19,7 miliardi di franchi svizzeri nel 2008, di cui 8,1 soltanto nel quarto trimestre, perdita causata prevalentemente da forti svalutazioni degli investimenti.

La perdita, quindi, è stata superiore di circa un miliardo rispetto a quanto previsto dagli analisti che attendevano una perdita di circa 7 miliardi.

Nonostante ciò, tuttavia, UBS sembra essere piuttosto ottimista. Il 2009, infatti, sembra lasciare intravedere uno spiraglio di luce poichè dall’inizio del nuovo anno si sono registrati flussi netti piuttosto positivi, circostanza che rende la banca piuttosto ottimista poichè una tale situazione non si verificava da svariati trimestri.

UBS si difende dall’accusa di frode fiscale

Peter Kurer, durante l’assemblea straordinaria degli azionisti tenutasi a Lucerna, in Svizzera, ha affermato che UBS, attraverso una sua indagine interna, ha scoperto soltanto un esiguo numero di frodi fiscali, in violazione delle sia delle leggi statunitensi che svizzere.

L’affermazione di Kurer, tuttavia, arriva come risposta a quanto sostenuto dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti che ha accusato UBS di aver aiutato circa 17.000 dei suoi clienti americani ad evadere le tasse per un ammontare di circa 300 milioni di dollari, soprattutto attraverso conti off-shore.

UBS non ha dubbi: sarà recessione globale

logo della banca ubs

UBS ha diramato uno studio nel quale conferma i propri presentimenti sul breve termine. Secondo l’istituto, non vi sarebbero molti dubbi circa il futuro andamento dell’economia internazionale, destinata a ricondurre le economie occidentali ad una grave fase di recessione.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, mercato maggiormente colpito dalla crisi finanziaria, UBS prevede almeno un altro anno di criticità, con il Prodotto Interno Lordo locale in calo dello 0,7 durante il prossimo, ma in rapida ripresa, al 2,5% di incremento, nel successivo 2010.

Giorni in chiaroscuro per Nissan

Sono giornate particolari, queste, per Nissan. Da una parte il titolo inizia a respirare delle sessioni più tranquille, grazie anche a una serie di valutazioni che ne hanno influenzato positivamente le performance. Dall’altra parte, la compagnia deve scontrarsi con la dura realtà internazionale, che prevede un forte ribasso nella domanda del settore automotive, ed ha dovuto perciò tagliare la produzione in diversi impianti.

In Borsa, tuttavia, la compagnia giapponese ha trovato il modo di sorridere grazie ad UBS. L’istituto ha deciso di innalzare il rating sui titoli societari del produttore auto nipponico, elevando da “neutral” a “buy” il proprio giudizio.

UBS, tagli per 1.900 dipendenti

facciata della banca europea ubs

Dopo lo snellimento di hsbc, una delle principali banche europee, UBS, secondo fonti vicine ai vertici societari starebbe valutando un taglio del numero dei propri dipendenti nella misura di 1.900 unità.

La banca, che tra l’altro dovrebbe confermare ufficialmente la notizia entro breve, avrebbe tuttavia l’intenzione di “ritoccare” la sola divisione dell’investment banking e banking online, i cui impiegati complessivi sono circa 20.000. Ovvio che una riduzione di quasi il 10%, se tale sarà la scelta di UBS, non può che essere definita come un decremento piuttosto radicale.