
Il taglio del target price ha seguito il taglio delle stime relative all’utile per azione 2011 e 2012, che sono state portate rispettivamente da 1,01 a 0,92 euro e da 1,09 a 1,04 euro per azione.
Il taglio del target price ha seguito il taglio delle stime relative all’utile per azione 2011 e 2012, che sono state portate rispettivamente da 1,01 a 0,92 euro e da 1,09 a 1,04 euro per azione.
Se si esclude dal risultato il contributo derivato dall’acquisizione di Draka, il fatturato sarebbe cresciuto comunque del 13% per il gruppo.
La banca d’affari svizzera ha infatti fissato rating “buy” sul titolo e prezzo obiettivo a 18 euro, ossia un valore superiore di oltre l’80% rispetto al prezzo attuale. Ubs è quindi convinta che il titolo Prysmian nel corso delle prossime settimane darà delle grandi soddisfazioni ai suoi azionisti, a sostenere questa sua previsione è l’imminente diffusione dei risultati relativi al secondo trimestre dell’anno, attesi per il 29 agosto.
Stando ad una delle ultimissime notizie, infatti, lo stop al nucleare deciso da alcuni paesi europei potrebbe giovare anche a società italiane attive in altri settori.
Il mancato superamento della barriera dei 16 euro ha provocato una forte correzione alle quotazioni del titolo Prysmian, portandone il valore sotto 14,5 euro.
Il gruppo ha chiuso il primo trimestre con ricavi in aumento del 13,9% a 1,49 miliardi di euro, Ebitda adjusted in crescita del 34,7% a 101 milioni.
La banca d’affari stamane ha comunicato di aver rivisto al rialzo il rating sulla quotazione Prysmian portandolo da “neutral” a “outperform” e il target price a 20 euro. La decisione è stata presa alla luce della ripresa iniziata già nel 2009, di un andamento positivo degli ordini e delle sinergie positive che deriveranno dalla recente acquisizione di Draka.
Prysmian inoltre ha trovato subito un nuovo spazio di allungo fino a quota 15,50 euro. Il titolo ha chiuso la seduta di venerdì in rialzo del 2,77% a quota 15,56 euro per azione.
In seguito a questo movimento negativo di Prysmian, il quadro tecnico si è nettamente indebolito, e le proiezioni portano la quotazione del titolo verso quota 14-13,85 euro, addirittura con il rischio di un crollo fino in zona 13,15-13,10.
I ricavi del gruppo sono aumentati del 3,2% a 4,57 miliardi di euro, dopo una crescita costante nel 2010: -11,2% nel primo trimestre, +4,3% nel secondo, +7,6% nel terzo e +11,8% nel quarto trimestre.
Tutte le condizioni dell’offerta sono state realizzate, fatta eccezione per la condizione relativa al completamento delle necessarie procedure autorizzative. Tuttavia, nel rispetto della normativa e regolamentazione applicabile, Prysmian ha deciso di rinunciare a tale condizione.
Il titolo Prysmian, tuttavia, a Piazza Affari reagisce piuttosto male all’avvicinarsi della riunione dell’assemblea chiamata ad approvare l’operazione, al momento sul listino milanese segna una flessione dell’1,01% a 14,71 euro.
Nel periodo in esame il risultato operativo si è attestato a 29 milioni rispetto agli 8,8 milioni del 2009 (escluse le poste non ricorrenti 85 milioni rispetto ai 75,3 milioni del 2009) mentre l’utile netto ha raggiunto quota 5 milioni, in crescita rispetto alla perdita di 18,2 milioni dello scorso anno (se si escludono le poste non ricorrenti 60 milioni dai 48,3 milioni dello scorso anno).