I fondi di investimento soci di Parmalat hanno nuovamente chiesto all'amministratore delegato Enrico Bondi la restituzione di circa 1,4 miliardi di euro..
Ma questa non è la prima volta che i fondi avanzano una richiesta simile, la stessa cosa è già accaduta nel 2008, anche se in quel caso l’azienda si limitò a ricordare loro che in base a quanto previsto dallo statuto vige esclusivamente l’obbligo di distribuire come dividendo il 50% dell’utile.
Risposta questa che come si può ben immaginare non aveva assolutamente soddisfatto le aspettative dei fondi che erano addirittura riusciti a far convocare un’assemblea straordinaria per cercare di cambiare la norma dello statuto sopra citata, in quel caso però non fu raggiunto il quorum necessario. In ogni caso secondo i legali della società neanche il raggiungimento del quorum sarebbe sufficiente per far cambiare le regole dello statuto, non è detto quindi che una nuova assemblea riuscirà a cambiare le cose.
Tra i fondi che hanno avanzato la richiesta di ottenere la liquidità derivante dal crac di Calisto Tanzi c’è anche il fondo Usa MacKenzie Cundill, che detiene il 7,7% di Parmalat, il quale ha giustificato la sua richiesta spiegando che la società è sottocapitalizzata e che quindi la liquidità dovrebbe essere restituita in modo rapido attraverso acquisto di azioni o dividendi.
Da questo punto di vista però Bondi è stato chiarissimo, ha spiegato che non ci sarà alcun dividendo extra, la cassa sarà destinata alla crescita per linee interne ed esterne.
A Piazza Affari il titolo Parmalat segna un +0,32% a 1,859 euro.
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