A seguito della sigla fatta tra Chrysler e Fiat con i sindacati del settore auto United Auto Workers (UAW) che ha permesso che la casa di Detroit fosse inglobata nel Lingotto, Marchionne ha convalidato l’intenzione di spostare in America la sede mondiale del nuovo gruppo.
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Per la nuova entità che scaturirà dalla fusione tra Fiat e Chrysler “la vera questione e’ la quotazione e cio’ che chiameremo casa”. Una “visione piu’ chiara” la si potrà avere dopo il consiglio di amministrazione del Lingotto in calendario il prossimo 29 gennaio. È quanto affermato da Sergio Marchionne, amministratore delegato sia di Fiat sia della società statunitense. In un’intervista di una trasmissione della radio WJR, Marchionne ha nuovamente spiegato che quella del domicilio legale “e’ una questione difficile, con molte implicazioni emotive ad essa associate” per via del fatto che “Fiat ha 115 anni e Chrysler quasi 90. Quando hai societa’ cosi’ longeve bisogna mettere insieme storie, eredita’ e costumi” diversi.
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Certo e’, ha rimarcato Marchionne, che “c’e’ una naturale propensione a muoversi qua” negli Stati Uniti, il cui “peso e’ cosi’ grande…oltre il 50% delle vendite combinate sono originate qui”. Nel mercato americano, ha poi aggiunto, “c’e’ tanta liquidita’ per finanziare quello che stiamo cercando di fare”. E ancora: “i mercati [Usa] non sono perfetti ma sono efficienti”. Se se sarà necessario aspettare la fine di gennaio per capire dove e’ diretta la nuova Fiat-Chrysler, “non c’e’ dubbio” che i due nomi “sopravvivano” in quanto “sono entita’ troppo importanti l’una per l’altra”. Al giornalista che gli ha domandato se il personale ora produttivo ad Auburn Hills, odierna sede di Chrysler, restera’ li’, Marchionne ha risposto: “sono insostituibili”. In merito ai marchi del gruppo americano, “sono fondamentali, sono marchi americani e tali resteranno”.