La politica di stimolo della FED si è dimostrata inefficace nel raggiungimento di un obiettivo cruciale per l’economia: la creazione di più posti di lavoro negli Stati Uniti. Il quantitative easing della Banca centrale americana, dopo tre anni di inieizioni mensili,  non ha fatto nulla per portare il paese alla piena occupazione. La fotografia scattata sulla situazione occupazionale negli Stati Uniti relativa al mese di agosto non ha lasciato dubbi: dopo l’ultimo scoraggiante rapporto  diffuso dal Bureau of Labor Statistics,  per il terzo mese consecutivo si conferma il trend negativo. Un estate  senza lavoro per gli americani.
La pretesa di una vera ripresa economica è ancora molto discutibile. La politica di stimolo della Fed, dopo i segnali positivi nelle fase iniziali, si è dimostrata inefficace nel raggiungere l’ unico obiettivo, critico quanto essenziale per l’economia: creare lavoro. Nel mese di agosto solo 169.000 persone hanno trovato nuovi posti di lavoro e non è evidentemente abbastanza. Questi numeri sono cambiano il quadro allarmante: negli Stati Uniti  12 milioni di persone sono oggi disoccupate.
Quindi, dal momento che la Fed è l’unico organo ufficiale che sta cercando di fare qualcosa per risollevare il paese, sembra lecito chiedersi se il QE  sia ormai giunto al capolinea. Gli acquisti di obbligazioni attuali sono in totale 85 miliardi di dollari al mese. Ben Bernanke, il presidente della Fed, ha iniziato a parlare di “tapering” (assottigliamento) in maggio: se l’economia migliorasse, in linea con le previsioni, la Fed potrebbe iniziare a ridurre tale importo verso la fine di quest’anno archiviandolo completamente entro la metà del 2014, aveva suggerito Bernanke.
Sembra tuttavia difficile per la Fed intraprendere un cambiamento nella propria politica monetaria nell’attuale contesto, in cui vi è il rischio di una nuova crisi economica a livello globale e mentre lo scenario geopolitico diventa sempre più complesso, con i i prezzi del petrolio che corrono su ipotesi di un attacco Usa in Siria. Le ottimistiche aspettative di Wall Street sull’occupazione americana – gli operatori avevano previsto numeri più incoraggianti!- erano ben fondate. Praticamente tutti i dati che di solito aiutano a prevedere il numero disoccupati avevano mostrato una crescente forza.
Parlare di “tapering” getta immediatamente nel panico. Questo non deve stupire. Il QE ha effettivamente giocato un ruolo significativo sui mercati azionari, contribuendo a sostenere i prezzi delle azioni. Se la Fed inizierà ad assottigliare il programma di stimolo, i mercati saranno costretti a fare da soli e a provvedere a se stesso, senza contare su un supporto esterno. questo potrebbe tradursi in un crash e, probabilmente, in una temporanea crisi recessiva.
Il Quantitative easing è un farmaco che sembra essere ormai giunto alla sua scadenza. Dopo tre anni di “flebo”, non ci sono probabilmente più benefici i per l’economia derivanti dal mantenimento dei tassi di interesse prossimi allo zero, e dall’acquisto di obbligazioni ipotecarie. E’ giusto iniziare a porre fine al grandioso esperimento di stimolo prolungato, forzando l’economia, i mercati e il Congresso a pensare con la propria testa?