
Il calo, oltre, alla crisi economica, è dovuto soprattutto alle incertezze di questi giorni relative alla possibilità di incentivi statali. Finchè questi non arriveranno, ha spiegato Sistino, sarà difficile un recupero da parte del settore auto.
Il calo, oltre, alla crisi economica, è dovuto soprattutto alle incertezze di questi giorni relative alla possibilità di incentivi statali. Finchè questi non arriveranno, ha spiegato Sistino, sarà difficile un recupero da parte del settore auto.
Ciò che i vertici Fiat lamentano è soprattutto la totale assenza di intervento da parte del governo italiano. Le aziende produttrici di automobili degli altri paesi, infatti, hanno tutte, chi più chi meno, ricevuto aiuti dal proprio governo affinchè potessero far fronte al calo delle vendite determinato dalla crisi economica mondiale.
General Motors, Ford e Chrysler, infatti, per ottenere l’aiuto da parte del governo si sono impegnate a ridurre drasticamente i costi, soprattutto attraverso un cospicuo taglio dei posti di lavoro.
La grave crisi economica, infatti, ha portato una notevole riduzione delle vendite: Ford, ad esempio, durante il mese di Novembre ha venduto il 31% di veicoli in meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno. General Motors, invece, facendo lo stesso paragone, ha venduto il 41% in meno dei veicoli mentre Chrysler il 47%.
Oggi è arrivata la risposta del governo il quale ha affermato che se le tre aziende intendono ottenere un finanziamento devono presentare, entro il 2 Dicembre, un convincente piano di recupero.
Dana Perino, portavoce della Casa Bianca, ha affermato che il Presidente Bush è più che disposto a concedere l’aiuto richiesto dalle case automobilistiche e che, per questo motivo, cercherà di incoraggiare il Congresso a farlo al più presto. Il Presidente, per concedere questo prestito, conta di prelevare i soldi necessari dal Dipartimento per l’Energia, che era stato originariamente istituito per finanziare lo sviluppo di veicoli più efficienti dal punto di vista dei consumi.
Peugeot, ad esempio, ha annunciato un taglio di circa 2.700 posti di lavoro a causa del forte calo di domanda. La nota casa Francese, infatti, durante l’ultimo trimestre ha registrato un calo del 17% e prevede un ulteriore riduzione delle vendite di almeno il 10% per il prossimo anno.
La casa produttrice, inoltre, prevede di spostare circa 900 lavoratori dalla sua fabbrica di Rennes ad altri siti, sulla base di un piano strategico che sarà discusso dal Consiglio il 2 Dicembre. Jean-Luc Vergne, che è a capo del settore risorse umane, ha spiegato che il taglio dei posti di lavoro è assolutamente necessario al fine di tutelare l’azienda e i suoi restanti 200.000 dipendenti.
Il mercato automobilistico rappresenta senza dubbio una fetta consistente dell’economia americana, un settore che dà lavoro a milioni di persone i cui posti di lavoro sono seriamente a rischio. Tutak, inoltre, ha affermato che il governo dovrebbe impegnarsi tempestivamente ed efficacemete a sostegno delle tre principali case automobilistiche di Detroit (Ford, General Motors e Chrysler) soprattutto perchè esse danno lavoro a circa 500.000 persone.
La richiesta della Chrysler arriva dopo che Ford e General Motors, i suoi principali concorrenti, hanno chiesto al governo un aiuto di circa 25 miliardi di dollari.
Nancy Pelosi, il leader del partito democratico, ha affermato di voler convincere il Congresso ad approvare questi aiuti poichè Chrysler, Ford e General Motors sono tutte aziende pesantemente colpite dalla crisi che ha causato un forte calo di vendite da parte degli Stati Uniti.
Per quanto riguarda la propria compagnia, Ghosn ha annunciato che la produzione di Nissan durante il mese di settembre è già diminuita del 23%, a quota 47.000 veicoli.
Le ragioni di questo nuovo scivolone della società vanno ricercate nei dati trimestrali comunicati agli stakeholders, che evidenziano ricavi di vendite in calo per la prima volta dal lontano 2001.