Nikkei ha chiuso in ritardo

hong hong vista dall\'alto

L’indice giapponese Nikkei martedì ha chiuso in ritardo sul 6,4% dopo essere già sceso sotto i sette punti per la prima volta dopo 26 anni.

Le autorità sostengono che, al fine di stabilizzare il mercato, sarebbe utile vietare agli operatori commerciali di vendere azioni che non posseggono o che non hanno ancora avuto in prestito.

Ultimamente lo yen è aumentato di valore rispetto al dollaro ma martedì il suo valore rispetto al dollaro è nuovamente calato, circostanza questa che risulta molto favorevole per gli esportatori.

Immissione di denaro nel mercato cinese

dragone cinese

La banca centrale di Hong Kong, lunedì pomeriggio, come seconda immissione dello stesso giorno, ha versato circa un miliardo di dollari a favore delle banche. Questo rappresenta il più grande investimento dal fallimento di Leheman Brothers a settembre.

L’immissione di liquidità ha avuto inizio a metà settembre quando la crisi mondiale ha iniziato a peggiorare, le banche hanno iniziato ad avere grandi difficoltà e hanno cominciato ad essere riluttanti nel concedere prestiti.

Crollo dei mercati asiatici

mercati asiatici

Come la maggior parte degli investitori temeva si è verificato il peggior crollo dei mercati asiatici, tanto che gli aiuti della Banca Centrale forse non saranno sufficienti ad evitare una recessione.

Voci ufficiali sostengono che il panico degli investitori potrebbe convincere le autorità ad adottare mezzi idonei per arginare la crisi che minaccia i mercati finanziari, la crescita economica e le entrate delle società.

Sicuramente i leader giapponesi avranno bisogno di sollevare miliardi di dollari per compensare le pesanti perdite sui loro portafogli azionari.

Nokia, utili in calo del 30%

telefonino nokia

Nokia ha annunciato i dati ufficiali relativi ai propri conti del terzo trimestre dell’anno, periodo in cui la compagnia avrebbe subito un calo dei profitti del 30%, e una flessione dei ricavi nella misura del 5%.

Il produttore finlandese ha di fatti comunicato che gli utili netti si sono fermati a quota 1,09 miliardi di euro, contro 1,56 miliardi di euro dello stesso trimestre di un anno fa. Le vendite hanno invece generato ricavi per 12,2 miliardi di euro.

Rallenta anche l’economia cinese

economia cinese in forte rallentamento

La crisi finanziaria colpisce anche la Cina, e l’economia del dragone si ritrova, improvvisamente, dinanzi ad una crescita mai così bassa negli ultimi cinque anni.

Secondo le statistiche ufficiali diffuse poche ore fa a Pechino, infatti, il Prodotto Interno Lordo del gigante asiatico dovrebbe aver subito un incremento del 9% durante il terzo trimestre del 2008 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Tensioni nel mercato finanziario mondiali in crescita

borsa cinese

Nel terzo trimestre il prodotto interno lordo della Cina è aumentato molto più lentamente di quanto ci si aspettasse. Sono, quindi, in aumento le incertezze sulle principali fonti mondiali di crescita economica.

Le azioni in Asia si muovono più velocemente poichè gli investitori sono alla ricerca di affari data la recente vendita a ribasso delle ultime settimane, ma sui mercati permane la poca convinzione che i tre trilioni di dollari del governo siano sufficienti a risolvere la crisi finanziaria.

Wall Street: tremano in 165.000

foto che mostra un bancario preoccupato per la crisi economica

Secondo Thompson, la crisi finanziaria che si è abbattuta sui mercati finanziari internazionali, e con particolare ampiezza su quello statunitense, potrebbe provocare la perdita di circa 35.000 posti di lavoro nella sola industria finanziaria che ruota intorno a New York, mentre sarebbero addirittura 165.000 i posti di lavoro a rischio nell’area della metropoli americana.

La stima, destinata, probabilmente, ad essere rivista già nei prossimi giorni, è per ora la più apocalittica tra le principali previsioni del mercato del lavoro americano.

Libero mercato made in USA

piantagione di cotone

In questi giorni crisi borsistica gli USA hanno deciso di intervenire statalmente per far cessare il presente periodo nero.

Ma gli Stati Uniti, patria dell’idea di libero mercato, adotta realmente questa teoria liberista, o anche in momenti di non-crisi si dimostra un Paese interventista?

Il caso del cotone è emblematico: gli agricoltori americani ricevono dal loro governo un sussidio per ettaro di 250 $ l’anno per il solo fatto di coltivare questa fibra, mentre i loro colleghi del Burkina Faso ricavano nel corso di un intero ciclo produttivo 200 $.

ING acquista depositi britannici dall’Islanda

la zucca di ing direct

Il gruppo finanziario ING ha concluso un’intesa per l’acquisto di oltre 5 miliardi di dollari di depositi bancari da due banche islandesi, la Kaupthing Bank e la Landsbanki Island.

La società olandese ha confermato l’operazione in un comunicato stampa, nel quale non è però emerso altro che qualche dato di sintesi.

Tagli dei tassi anche in Asia

un broker alla borsa asiatica giapponese

I tagli dei tassi di interesse di riferimento non hanno coinvolto solamente le Banche Centrali occidentali.

Oltre alle istituzioni di Europa e Stati Uniti, infatti, la riduzione dei tassi ha interessato anche le nuove tigri asiatiche, con Hong Kong, Taiwan e Corea del Sud che hanno seguito la decisione della BCE nella annunciata diminuzione, da giorni nell’aria. Il taglio dei tassi è una conseguenza della crisi finanziaria in atto ed è per questo motivo che fino a qualche mese i tassi della banca centrale erano sempre in aumento con il conseguente taglio del credito da parte delle banche anche noto come Credit Crunch.

Gran Bretagna, 50 mld di sterline per le banche

la foto mostra una carta di deposito bancario

Il Primo Ministro britannico Gordon Brown ha annunciato che il proprio governo investirà circa 50 miliardi di sterline nel sistema bancario, al fine di prevenire situazioni di crisi nella struttura finanziaria dell’area, già messa a dura prova dall’attuale periodo di criticità.

Il governo, che potrebbe utilizzare questi fondi per l’acquisto di partecipazioni, sarà affiancato nella sua opera di stabilità dal previsto intervento della Banca d’Inghilterra, che ha stanziato 200 miliardi di sterline da rendere disponibili mediante finanziamenti alle banche nell’ottica di un piano di liquidità.

Il mondo si muove contro la crisi

grafici sulla crisi borse mondiali

La giornata di ieri ha fatto segnare un’ulteriore ribasso per Wall Street, con un – 5,11% , non credendo alle promesse del capo della Federal Reserve, Ben Bernanke, circa interventi per la ripresa dell’economia, tra cui il taglio dei tassi.

Proprio negli Stati Uniti questa grave crisi sta intaccando addirittura il sistema pensionistico, tanto che le pensioni hanno perso, nell’ultimo anno, un valore pari a quasi 2 miliardi di dollari.

Carte di credito, prossima tempesta

carta di credito con sistema di protezione

La fragile crisi finanziaria degli Stati Uniti rischia di avere delle gravi ripercussioni anche sul settore delle carte di credito. Secondo alcuni osservatori finanziari, infatti, le carte di credito saranno il prossimo settore ad essere nell’occhio del ciclone.

La Innovest StrategicValue Advisors, una società di ricerca americana, ha valutato che, per l’anno 2009, le banche statunitensi saranno costrette a svalutare oltre 18 miliardi di euro in conti di carte di credito insolventi nel primo trimestre, mentre a fine anno si giungerà a un preoccupante 96 miliardi di dollari, oltre il doppio rispetto al 2008.

UBS, tagli per 1.900 dipendenti

facciata della banca europea ubs

Dopo lo snellimento di hsbc, una delle principali banche europee, UBS, secondo fonti vicine ai vertici societari starebbe valutando un taglio del numero dei propri dipendenti nella misura di 1.900 unità.

La banca, che tra l’altro dovrebbe confermare ufficialmente la notizia entro breve, avrebbe tuttavia l’intenzione di “ritoccare” la sola divisione dell’investment banking e banking online, i cui impiegati complessivi sono circa 20.000. Ovvio che una riduzione di quasi il 10%, se tale sarà la scelta di UBS, non può che essere definita come un decremento piuttosto radicale.