
Il rimbalzo di ieri viene attribuito anche alle notizie dalla Cina che dovrebbe annunciare a breve, probabilmente domani, un nuovo piano di stimolo che dovrebbe avere degli effetti positivi sull’economia cinese.
Il rimbalzo di ieri viene attribuito anche alle notizie dalla Cina che dovrebbe annunciare a breve, probabilmente domani, un nuovo piano di stimolo che dovrebbe avere degli effetti positivi sull’economia cinese.
Il discorso di Bernanke ha chiarito che gli Usa avranno obbligatoriamente la necessita di espandere il proprio deficit e i mezzi che verranno destinati al settore bancario saranno di circa 700 miliardi di Usd. Il governatore della banca centrale ha anche detto che il salvataggio di AIG lo ha particolarmente “infastidito” rispetto ad altri interventi governativi ma l’obiettivo della Fed deve comunque essere quello di permettere al sistema finanziario di continuare ad andare avanti e quindi non si tirerà indietro neanche in questo caso.
Il primo elemento che potrà avere degli effetti sull’andamento del dollaro nelle prossime settimane sarà legata alle politiche intraprese da Obama che con un’intenzione di intervenire direttamente nel capitale di grandi banche potrebbe far accrescere il rapporto deficit/pil Usa che si trova al 12,5%.
Non và meglio per i titoli bancari con Unicredit che perde il 3,3%, Intesa il 3%, Ubi Banca il 3,8% e Monte Paschi lo 0,2%. Lo stesso andamento in nero coinvolge i titoli legati al settore industriale tra cui Fiat che perde il 2,1% e soprattutto Finmeccanica che ha perso il 4,1% a causa della notizia relativa ad un possibile ripensamento da parte del governo americano.
A Piazza Affari perdono terreno non solo titoli bancari quali UniCredit (-4,70%), Intesa Sanpaolo (-4,55%), Banco Popolare (-4,47%), Bpm (-3,31%) e Mps (-1,33%) ma anche titoli del settore industriale quali Fiat (-1,69%), Pirelli (-3,60%) e STM (-2,58%) a differenza di Parmalat che, invece, sale dello 0,87%.
Le aspettative per i dati delle prossime settimane rimangono comunque poco incoraggianti e il dato che deve far maggiormente riflettere riguarda i consumi che sono scesi su base annua dell’8,9% risultando il peggior dato da circa 51 anni.
Lo scenario economico Usa rimane povero e un andamento cosi negativo avrà degli effetti inevitabilmente sul dollaro nei prossimi mesi e sottolineamo come la correlazione tra EURO/DOLLARO e S&P500 rimane ai livelli più alti di sempre pertanto rimaniamo dell’avviso delle ultime settimane sottolineando come sarà importante tenere sempre sotto controllo l’andamento delle borse per capire il tipo di posizioni da prendere sul mercato relativamente al dollaro.
I dati a cui si dovrá porre maggiore attenzione sono quelli relativi alle vendite di case, agli ordini di beni durevoli ed in primis alla fiducia dei consumatori che potrebbe dare un vero segnale su quali potrebbero essere i risultati del Pil dell’ultimo trimstere del 2008. Gli economisti di Bloomberg parlano di un acuirsi di questa crisi che si dimostrera anche dai crolli del settore immobiliare e da un calo in tutte le componenti di crescita.