Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan ha comunicato che il Tesoro guadagnerà quasi 3,4 miliardi di euro che verranno riservati alla riduzione del debito.
Mancano tre giorni al 27 ottobre, data in cui Poste italiane approderà in Borsa. Il prezzo dell’Ipo è stato posizionato a metà della forchetta (tra i sei e i sette euro e cinquanta) a 6,50.
Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan ha comunicato che il Tesoro guadagnerà  quasi 3,4 miliardi di euro che verranno riservati alla riduzione del debito.
Si tratta di un’operazione che conferma la fiducia dei mercati nel Paese. E’ una delle più importanti quotazioni dell’anno. Dimostra che l’Italia ha forti capacità manageriali e imprenditoriali. Adesso avanti con Enav ed Fs. Il debutto in Borsa è atteso per il 27 ottobre.
Il ministro, tuttavia, non incassa il placet del presidente del Pd, Matteo Orfini, sulla destinazione delle risorse:
È l’impostazione che aveva annunciato già il suo predecessore Saccomanni. Allora mi capitò di esprimere pubblicamente le mie perplessità . Continuo ad averne: abbiamo un debito pubblico di circa duemila miliardi e tre miliardi di riduzione una tantum sono una goccia nel mare, uno spreco. Sarebbe meglio destinarli agli investimenti.
Con questo prezzo la capitalizzazione di Poste si attesta intorno agli 8,8 miliardi, mentre la domanda di titoli si è portata a 3,3 volte l’offerta globale considerando tutto il range ristretto di 6,5-6,75 euro indicato dal consorzio dei collocatori. Il collocamento istituzionale, che riguarda 317,1 milioni di titoli pari al 70% del totale, è stato coperto 3,6 volte mentre la parte rivolta al pubblico indistinto (135,9 milioni di azioni) ha ricevuto un ammontare di ordini pari a 2,85 volte.
Le prenotazioni, come già emerso nel corso del collocamento, sono arrivate da investitori istituzionali italiani e esteri di alta qualità comprendenti anche fondi sovrani e grandi gestori internazionali. Prima dell’avvio dell’operazione, il ministero aveva annunciato l’intenzione di perseguire una politica dei dividendi nel prossimo biennio, 2015-16, pari ad “almeno l’80%” dell’utile netto consolidato: sulla base delle stime degli analisti e del probabile prezzo di collocamento, il dividend yield supererebbe il 4,5%.