Alitalia: salvataggio rispetterà la UE

Dopo il nostro approfondimento del 30 giugno, torniamo a parlare della vicenda Alitalia, oramai giunta a una prossima svolta grazie all’attesa decisione da parte dell’advisor Intesa SanPaolo. Corrado Passera, amministratore delegato dell’istituto di credito, al termine di un colloquio con il Commissario UE ai Trasporti, Antonio Tajani, ha dichiarato che non è ipotizzabile una soluzione del caso senza rispettare le normative e le prospettive europee.

Passera ha quindi ammesso di trovarsi dinanzi a una situazione notevolmente difficile, dalla quale, tuttavia, è possibile uscire. Sebbene occorrerà attendere probabilmente due o tre settimane prima di averne conferma ufficiale, più voci vicine alle società interessate sembrano essere concordi nel pensare a una soluzione che preveda una divisione della compagnia aerea di bandiera in due società, una newco e una bad company.

Tra i nomi più accreditati per la nuova Alitalia viene confermato anche nelle ultime ore quello di Carlo Toto, di Air One, mentre si registra un passo indietro da parte di Roberto Colaninno, inizialmente accostato alla cordata italiana in fase di creazione per il salvataggio di Alitalia, e poi discostatosi negli ultimi giorni (sebbene Colaninno non abbia mai esplicitamente aderito all’idea di entrare nel gruppo degli imprenditori).

Crisi mutui

Crisi Mutui

E’ indubbio che la crisi dei mutui americana, oltre ad aver creato scossoni da capogiro nelle borse mondiali ed effetti disastrosi sulla vita di tutti i giorni di ognuno di noi, non cesserà di generare preoccupazioni in breve tempo. Anzi.

Tocca al premio Nobel per l’economia, Edmund S. Phelp, dire la sua. E secondo il noto economista, il sistema finanziario globale non tornerà più a essere lo stesso. La colpa sarebbe a carico delle banche che, appesantite dall’indebitamento sui mutui, non riuscirebbero certamente a rimborsare la totalità dei debiti contratti. Ciò causerebbe una non ripresa dell’intero sistema con effetti ancora più marcati per l’economia reale, quella appunto che pesa sulle spalle dei risparmiatori. Occorrono delle riforme, aggiunge Phepp da Monteporzio Catone dove è stato ospite di un convegno organizzato dalla Fondazione Economia Tor Vergata su Europa: mutamenti climatici e politiche energetiche. “Bisogna che il sistema guarisca”.

USA: mercato auto negativo

Previsioni ancora negative per il mercato automobilistico statunitense. Gli analisti prevedono infatti un vistoso rallentamento per l’intero 2008, annullando tutte le speranze nutrite dagli operatori per un recupero durante la seconda metà dell’anno.

Il più grande mercato auto del mondo, quindi, pare destinato alle sofferenze anche per il semestre appena iniziato. Così come sul trend negativo, c’è concordia anche sulle cause che hanno condotto alla crisi del settore, derivanti da una combinazione tra l’incremento incontrollato dei prezzi del gas e del petrolio, e le strette creditizie che riducono le possibilità di acquisto da parte dei consumatori.

Fiat fa meglio del mercato

Durante il mese di giugno le immatricolazioni di autoveicoli in Italia sono diminuite di ben il 19,5%: un calo vistoso, che ha avuto i suoi riflessi sui ricavi di tutte le principali marche internazionali.

La diminuzione di quasi il 20% rispetto al numero delle immatricolazioni conseguito durante lo stesso mese dello scorso anno è inoltre un dato notevolmente peggiore rispetto alle stime degli analisti, e rispetto anche ai dati provvisori diffusi la scorsa settimana.

Una così forte contrazione del mercato, seppur attesa, ha minacciato anche i conti di periodo di Fiat: la compagnia torinese ha avuto un declino delle immatricolazioni pari al 16,5%. Un decremento piuttosto ingente, che però ha posto la società italiana in una posizione di primo piano rispetto al cattivo andamento del mercato.

Grosso taglio per Starbucks

Starbucks è la catena a stelle e strisce del caffé. I suoi coffee shop sono diffusi un po’ ovunque in territorio americano, ma non navigano di certo in buone acque. Tempo fa, l’azienda ebbe l’idea di associare la musica (e la vendita di file mp3 presso i suoi store) al caffé. L’idea, però, non ebbe l’affermazione schiacciante che i manager americani si attendevano.

Ieri, dopo aver annunciato il taglio di 600 punti vendita e 12000 occupati, il titolo – quotato nel Nasdaq – ha respirato aria fresca con un rialzo dell’1,26%, restando comunque al di sotto dei massimi dell’avvio e dei livelli fatti segnare nel pre-market. In un anno, Starbucks, registra perdite pari al 40,09%, poco più della metà nella performance a 6 mesi.

La chiusura degli store rientra nel piano generale di trasformazione della compagnia. La chiusura dei 600 punti vendita che facevano segnare le perdite maggiori avverrà entro il 2009 e in ogni caso dipenderà dagli accordi presi precedentemente con terze parti.

In rosso le borse mondiali

Rosso è il colore che contraddistingue i derivati in Usa in questi giorni. A pesare è il greggio, dal momento che il nuovo prezzo del petrolio, anche se non ha raggiunto i temuti 144 dollari al barile, rimane a quota 142 e non lascia presagire niente di buono per il futuro.

Perdono il Nasdaq (-13,55% nel confronto semestrale) e l’S&P500 future con scadenza a settembre (-12,83% il dato semestrale). Rosso, un rosso sempre più vivo, è anche il colore delle borse europee, che temono un innalzamento del tasso di inflazione dovuto alla corsa del prezzo del petrolio. Londra, nella giornata di ieri, ha fatto registrare un inflessione del 2,57%, stessa percentuale per Madrid e Parigi, mentre Francoforte si è arrestata a quota -2,13%. Delle stesse dimensioni, il calo degli indici italiani.

Confindustria: rialzo dei tassi BCE

Un’altra voce si alza tra le tante schieratesi in queste settimane contro il prossimo rialzo dei tassi che la Banca Centrale Europea si appresta a varare tra brevissimo tempo. L’autorevole opinione proviene questa volta direttamente dai vertici di Confindustria, per volontà del suo Presidente, Emma Marcegaglia.

Secondo quanto ha dichiarato Marcegaglia, la Confindustria sarebbe preoccupata per un nuovo aumento dei tassi di interesse, definendo l’attuale livello dei tassi stabiliti dalla BCE come un’ulteriore problema in un Paese, come l’Italia, che già fatica enormemente a mantenere un minimo di crescita.

Secondo il Presidente degli industriali, inoltre, l’Italia sarebbe a rischio stagflazione: la priorità diventa quindi far ripartire la macchina produttiva italiana, rinnovando la spinta sul Prodotto Interno Lordo.

Aumento record inflazione

L’inflazione al 3,8%. I prezzi alla produzione su del 7,5%. La responsabilità è della bolletta energetica. E, infatti, la Confesercenti parla di “allarme rosso” e di caro-energia. Il prezzo dell’oro nero continua a salire, sfondando nella giornata di ieri quota 143 dollari/barile, e i problemi grossi devono ancora arrivare.

Ed è la stessa organizzazione di categoria che lancia un monito da allarme rosso: con il greggio sopra quota 200 dollari, l’inflazione salirà di un altro punto percentuale entro il 2008, con gravi conseguenze per l’economia reale del paese, che rischierebbe il collasso. Le preoccupazioni sul futuro del paese da parte di Confesercenti si aggiungono al monito lanciato nei giorni scorsi dallo stesso governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi.

Grandi imprese, l’Italia al palo

Secondo una classifica stilata dal Financial Times alla ricerca delle imprese più grandi del mondo per capitalizzazione, l’Italia non riuscirebbe a reggere il confronto con i principali concorrenti internazionali. L’impietoso elenco redatto dal prestigioso giornale economico finanziario vede in testa gli Stati Uniti, che riempiono la lista delle prime 500 aziende al mondo con ben 169 nominativi, e una capitalizzazione complessiva pari a oltre 9.600 miliardi di dollari.

Al secondo posto c’è la Gran Bretagna, con 35 imprese e una capitalizzazione pari a 2.236 miliardi di dollari. Terza la Cina, con 25 società, ma con 1.962 miliardi di capitalizzazione.

L’Italia, invece, è solo tredicesima. Prima di noi alcuni big emergenti, come il Brasile, alcuni nomi storicamente noti come Hong Kong e Canada, e qualche Paese Europea, come le vicine Svizzera e Spagna.

Borse europee in calo

Borse europee in calo. Regge Londra, mentre Milano, Parigi e Francoforte vanno tutte giù, trascinate in basso da Stati Uniti e Asia. Shanghai chiude al ribasso di oltre il 5%, Tokyo del 2% e Wall Street fa segnare un -3% dovuto principalmente ai titoli bancari e auto, oltre che al prezzo del petrolio che raggiunge e supera quota 140 dollari a barile.

Anche per quanto riguarda Piazza Affari, vanno male i bancari e quelli connessi al settore auto, a causa dell’incremento del costo del carburante. Tengono bene, al contrario, i titoli legati al settore energetico. Tenaris, per esempio, ha chiuso anche questo venerdì con un rialzo significativo, portandosi a un +5,06% su base settimanale e un +20,06% su base mensile. Primo produttore italiano di tubi in acciaio non saldati per il settore automobilistico, energetico e meccanico, fa registrare un +48,69% su base semestrale. Bene anche Saipem ed Eni, trascinate al rialzo dal prezzo del greggio.

Alitalia, rinascita dopo fallimento

L’idea non è nuovissima, e quindi i suoi fautori non andrebbero certo premiati per creatività. Tuttavia l’idea di scindere Alitalia in una newco e in una bad company sembra attrarre, secondo quanto riportato da IlSole24Ore di sabato scorso, più di un consenso tra advisor e dintorni.

Per ora, però, le voci che danno Alitalia prossima ad un fallimento guidato sono, appunto, solamente voci. Bisognerà attendere, innanzitutto, che Intesa San paolo, recentemente nominato advisor per l’operazione, presenti le sue soluzioni per uscire dalla crisi.

Tra le soluzioni individuate dal gruppo bancario ci potrebbe essere proprio la separazione dell’azienda in due divisioni: da una parte una nuova società, con nuovi soci privati (Air One figurerebbe sempre in testa) e altrettanto nuovi capitali; dall’altra la classica bad company, cui andrebbe l’onere di gestire gli effetti nocivi del pregresso andamento della compagine, per poi terminare la sua esistenza con un fallimento pilotato.

Enel,concluso contratto da 11,5 mil.

Con un comunicato stampa ufficiale della società italiana, Enel ha annunciato di aver ceduto a E.On le attività del gruppo Endesa e altre partecipazioni in business internazionali. Tra le principali quote cedute a E.On il comunicato ricorda principalmente la partecipazione totalitaria che Endesa possedeva in Endesa Europa, con attività che spaziano dall’Italia alla Turchia, dalla Francia alla Polonia.

L’accordo include anche le centrali termoelettriche spagnole di Tarragona e Los Barrios, mentre non contiene, contrariamente a quanto si pensava, la cessione a E.On dei diritti di prelievo di energia elettrica dalle fonti nucleari relative alle centrali spagnole di Endesa, originariamente previsti in una precedente intesa siglata nel corso dello scorso anno.

Utile di bilancio per Rosss SpA

È del 25 giugno la notizia dell’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2007 da parte dell’assemblea ordinaria dei soci di Rosss S.p.A., registrando un utile d’esercizio pari a Euro 1.549.969,00, pari al 26,1% rispetto all’esercizio precedente, e una posizione finanziaria netta in linea con la precedente a quota 4,393 milioni di euro.

Rosss S.p.A. ha fatto il suo ingresso nella Borsa di Milano in aprile 2008, con un prezzo di collocamento fissato a 2,10 euro e una capitalizzazione pari a 23.140.000 milioni di euro. Da allora in titolo è in ribasso, raggiungendo quota -9,53% sull’ultimo mese e -7,41% su base settimanale, con un minimo raggiunto pari a 1,74 euro.

Presidente e fondatore di Rosss (fondata nel 1981) è Rossano Bettini. La società opera nel settore della progettazione , della produzione e della commercializzazione delle scaffalature metalliche per magazzini e spazi commerciali e ha base a Scarperia (provincia di Firenze).

Italia,investimenti esteri in crescita

Crescono gli investimenti diretti esteri effettuati dall’Italia nei confronti del resto del mondo. Ma il dato, di per sé positivo se osservato nel suo ammontare complessivo, offre numerosi spunti di riflessione se scisso in dettaglio.

I flussi diretti provenenti dall’Italia all’estero sono infatti saliti nel 2007 a quota 90,8 miliardi di dollari, praticamente più del doppio rispetto ai 42,1 miliardi di dollari realizzati nel 2006.

Ma, come riportano puntualmente i dati dell’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, il merito è da attribuire soprattutto all’operazione compiuta dall’Enel in Spagna nel settore delle utilities. L’acquisizione di Endesa da parte della compagnia energetica italiana ha infatti da sola fatto salire dell’80% gli investimenti diretti esteri compiuti dal nostro Paese. Come a dire che il così sensibile aumento dei flussi in uscita è dovuto alla sola operazione di shopping iberico.