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Borse in rosso in attesa di buone notizie dalla Grecia

A chiusura del G7, Francois Hollande ha spiegato che a breve potrebbe arrivare una nuova proposta di riforma alla Grecia.

I mercati europei chiudono in rosso in attesa dei prossimi sviluppi: Milano perde lo 0,9%, Londra lo 0,21%, Francoforte arretra dell’1,18% e Parigi dell’1,28%. Atene, positiva in mattinata, gira in rosso e chiude pesante (-2,7%) mentre Wall Street avanza incerta: l’indice Dow Jones perde lo 0,2%, come lo S&P500, e il Nasdaq sono in calo dello 0,35%. Crollano la lira e la Borsa turca dopo l’esito del voto nel Paese, che ha visto il partito islamico Akp di Recep Tayyip Erdogan perdere la maggioranza assoluta in Parlamento. La lira arriva ai minimi storici su euro e dollaro, mentre l’indice principale della borsa di Istanbul ha aperto con un tonfo superiore agli otto punti percentuali, poi ridimensionato al -5% finale. La Banca centrale di Istanbul è intervenuta a difesa della lira turca: l’istituto centrale ha annunciato un taglio dal 4% al 3,5% dei tassi applicati sui depositi in dollari e dal 2% all’1,5% su quelli in euro.

Nel mezzo di un periodo di rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato in Europa e Stati Uniti, spinti dalle prospettive inflazionistiche e di rialzo dei tassi Fed, lo spread tra Btp e Bund tedesco a 10 anni si stabilizza in area 135 punti base (139 alla chiusura di venerdì). Il rendimento si attesta al 2,26%. L’euro recupera quota a 1,12 dollari. Mentre in Italia parte l’aumento di capitale di Carige, i titoli di Deutsche Bank prendono il volo all’indomani della comunicazione delle dimissioni del duo di vertice composto da Anshu Jain e Juergen Fitschen.

I dati più attesi di giornata arrivano dalla Germania: supera le attese la produzione industriale di aprile, che è cresciuta dello 0,9% rispetto al mese precedente e dell’1,4% rispetto allo stesso mese del 2014. Balzo per la bilancia commerciale tedesca, sempre ad aprile, con il surplus che sale a 22,3 miliardi rispetto ai 19,4 miliardi di marzo. Scarica l’agenda americana, mentre il Pil del Giappone è cresciuto più delle attese nel periodo gennaio-marzo: il rialzo sui tre mesi precedenti, infatti, è stato portato all’1%, dal +0,6% preliminare, mentre quello annualizzato è risultato del +3,9% contro il +2,4%.

Nonostante i dati positivi, in mattinata la Borsa giapponese ha chiuso debole per via delle preoccupazioni per il rapido deprezzamento dello yen nel cambio con il dollaro. Il Nikkei ha chiuso piatto (-0,02%), mentre il più ampio indice Topix ha ceduto lo 0,3% a 1.662 punti.

Per le materie prime, il prezzo del petrolio è in calo. A trainare al ribasso le quotazioni del greggio sono i dati macro sulla bilancia commerciale cinese, il maggior Paese al mondo acquirente di petrolio.

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