La Robin Hood Tax, varata recentemente dal governo, non è piaciuta al mercato che ha affossato le aziende energetiche italiane.
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La manovra aggiuntiva da 45 miliardi varata alla vigilia del week-end di Ferragosto, dunque, non è piaciuta a molti, ma soprattutto ha incassato il biasimo del mercato che ha risposto letteralmente affossando le principali società elettriche.
La Robin Hood Tax, in definitiva e come spiegato dagli esperti, sarebbe nient’altro che l’aumento dell’IRES (Imposta sul reddito delle società ) dal 6 al 10% e dovrebbe consentire allo Stato italiano di incassare circa 2 miliardi di euro in più rispetto a quelli incassati attualmente.
La correzione, come anticipato, non è però piaciuta quasi a nessuno, ricordando, nei propri tratti fondamentali, quella stretta decisa da Giulio Tremonti nel 2008, all’indomani della scoppio della crisi globale cominciata a causa della truffa sui titoli Lehman Brothers, per il salvataggio e la tenuta, in extremis, dei conti pubblici.
Molti, infatti, anche a causa delle parole del governo, erano ormai convinti di essersi lasciati alle spalle le ristrettezze degli anni passati, ma sono stati decisamente smentiti.
In Borsa la manovra si è tradotta in un -10% per Snam Rete Gas, un -9% per Terna ed un -3% per Enel.