Banche italiane le più care in Europa, ma arriva la concorrenza

by Redazione 1

Non è la prima volta che si parla dell'argomento, a riproporlo per l'ennesima volta è stata un'idagine svolta nel periodo compreso tra giugno 2009 e febbraio 2010..

Non è la prima volta che si parla dell’argomento, a riproporlo per l’ennesima volta è stata un’idagine svolta nel periodo compreso tra giugno 2009 e febbraio 2010 e che ha portato la commissione Finanze della Camera a definire i prodotti del credito al consumo in Italia come costosi, poco trasparenti e suscettibili di esporre a rischi e frodi i consumatori.

A finire nel mirino della commissione Finanze della Camera sono tutti i tipi di prodotti offerti dalle banche ai consumatori, si parte dai prestiti fino ad arrivare ale carte revolving, ma la critica più pesante è riservata senza dubbio ai tassi passivi applicati sui prestiti che sono risultati essere superiori dell’1,5% rispetto alla media europea.


Dall’indagine, in particolare, è emerso che per rimborsare un prestito personale gli italiani pagano ogni anno in media una quota di interessi passivi che supera il 12% mentre nel caso della carte revolving si arriva addirittura a sfiorare il 17%, al limite dell’usura.


Tutto questo senza contare la mancanza di trasparenza che caratterizza i prodotti bancari offerti ai consumatori italiani che nella maggior parte dei casi non si riescono a rendere conto in modo preciso delle spese che dovranno affrontare per accedere ad un finanziamento.

Secondo alcuni esperti il livello di interessi pagato in Italia è piuttosto elevato rispetto alla media europea soprattutto per via degli impedimenti burocratici e amministrativi che fanno crescere i costi di gestione sostenuti dagli operatori del settore.

In ogni caso i risultati di questa indagine arrivano proprio a pochi giorni dall’avviamento della procedura destinata a far cadere in monopolio delle banche sui servizi di pagamento, in ottemperanza ad una direttiva europea a breve anche le aziende che operano nella grande distribuzione, nella distribuzione di carburante, gli operatori telefonici e le società di trasporto potranno diventare istituti di pagamento e fare concorrenza alle banche, nella speranza che questo si traduca in un sostanziale risparmio per gli italiani.

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