Azioni strategiche dal Capital Markets Day di Milano
Pandemia, guerra alle porte d’Europa e cambiamento climatico: due anni che hanno aumentato la necessità di accelerare sulla transizione energetica e sulla digitalizzazione, insieme al riequilibrio e la riorganizzazione delle filiere di approvvigionamento.
Nel piano strategico Enel annunciato per il prossimo biennio, quattro le priorità:
- Una filiera industriale che soddisfi circa il 90% delle vendite a prezzo fisso con elettricità carbon-free, portando la generazione da fonti rinnovabili al 75% e digitalizzando circa l’80% dei Clienti di rete.
- Riposizionamento geografico sui 6 Paesi considerati “core” (Italia, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Cile e Colombia) per una struttura societaria più agile.
- Dividendo per azione a 0,43 euro, in aumento rispetto al 0,40 del 2022.
- Investimenti per circa 37 miliardi, dei quali 60% (22 miliardi) a sostegno della strategia commerciale integrata del Gruppo e 40% (15 miliardi) a supporto delle reti come abilitatori della transizione energetica. I primi così suddivisi: in Italia (37%), Spagna (27%), Stati Uniti (23%) e America Latina (13%). I secondi, in Italia (65%), Spagna (18%) e America Latina (17%). Con una previsione di crescita EBITDA a 22.2-22.8 miliardi e dell’utile netto a 7-7.2 miliardi per il 2025.
Pertanto, quattro azioni:
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- Bilanciamento domanda vs offerta, per ottimizzare profilo di rischio e rendimento.
- Decarbonizzazione.
- Rafforzamento, sviluppo e digitalizzazione delle reti.
- Razionalizzazione del portafoglio business geografico.
Dei 21 miliardi di euro di dismissioni previste, 11 andranno a consolidamento del debito e il resto sul lato equity patrimoniale.
Tutti elementi tesi a garantire: (a) accessibilità economica, per fornire energia a prezzi ragionevoli e stabili nel lungo termine; (b) sicurezza, limitando l’esposizione alle tensioni geopolitiche; (c) sostenibilità, affinché l’approvvigionamento energetico non abbia impatto sul clima.
Piede sull’acceleratore, infatti, per lo sviluppo delle rinnovabili.
- In Italia e Spagna, sostituendo gli asset termoelettrici del Gruppo con tecnologie sostenibili non influenzate dalla volatilità delle commodity;
- negli Stati Uniti e in America Latina, per trarre beneficio dai Power Purchase Agreements a lungo termine, che offrono elevata visibilità sui rendimenti.
“Il nostro impegno è fornire ai Clienti energia il più possibile a buon mercato, a impatto nullo sull’ambiente e sicura. Nei prossimi tre anni, ci concentreremo su modelli di business integrati, know-how digitale e aree geografiche che possano aggiungere valore nonostante le complessità dell’attuale scenario”. (Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale Gruppo Enel)
Entro il 2025, il Gruppo prevede di aggiungere circa 21 GW di capacità rinnovabile installata, dei quali circa 19 nei Paesi core. Per quanto riguarda l’Italia, come dichiara lo stesso AD, “abbiamo 30mila MW di investimenti potenziali. Se verranno messe in campo le giuste misure che il Governo ha annunciato, i 4mila MW che abbiamo inserito nel piano industriale potranno raddoppiare – se non di più”. Perché “è tempo di uscire dalla dipendenza e dalla schiavitù dei combustibili fossili”
Infine, nell’ambito del modello Stewardship, è prevista la mobilitazione di 15 miliardi di euro, dei quali 1.3 in investimenti diretti del Gruppo in asset che si prevede saranno conferiti in joint venture, 1.1 in apporti di capitale da parte del Gruppo in joint venture e il resto in investimenti di terze parti. Risorse che intendono aggiungere nuova generazione da fonti rinnovabili e nuove infrastrutture e servizi, per accelerare il percorso dei clienti del Gruppo verso l’elettrificazione.
Cioè, verso la libertà energetica.