Dopo l’inversione dei rendimenti gli USA pensano ai bonds 50 e 100

by Daniele Pace Commenta

Idea che non ha mai incontrato il favore dei mercati.

Bond usa

La curva dei rendimenti dei titoli governativi USA si è invertita, preludio quasi certo di una recessione, stando alle statistiche, e il Governo pensa ad alzare l’asticella.

In un mondo i cui i mercati vogliono fare profitti subito, il Tesoro degli Stati Uniti sta pensando di emettere bonds a 50 e 100 anni. Dei century bonds a cui si cerca di dare un senso, verrebbe da dire. Non c’è nulla al momento, ma il dipartimento ci sta seriamente pensando, cominciando da una valutazione dei costi e benefici.

La fonte è attendibile. A pubblicare la notizia è Bloomberg, che menziona i century bonds come risposta all’inversione dei rendimenti. Basterà per stuzzicare i mercati? È presto per dirlo. La situazione ora vede il crollo dei titoli a due anni, e il minimo storico per quelli a 30 anni, per questo decennio.

L’idea

Per il momento si faranno sicuramente dei sondaggi, per capire se dei titoli a così lunga scadenza possano essere appetibili per gli investitori. In realtà c’era già stata un’ipotesi “century bonds” un paio di anni fa, ma la risposta ai sondaggi era stata a dir poco gelata.

Ma nel 2017 gli Stati Uniti pensavano di entrare in rally. I dati erano confortanti, tanto che la Fed era sul punto di eseguire una serie di rialzi dei tassi di interesse sul dollaro. Oggi la situazione è totalmente capovolta, con la banca centrale americana che ha già tagliato una volta, e potrebbe tagliare ancora.

Secondo lo stratega di TD Securities Gennadiy Goldberg però, l’idea non era balenata solo un paio di anni fa, ma ci sono stati vari tentativi, nei decenni, di capire se l’idea piacesse ai mercati. Ma come ammette lo stesso Goldberg, la domanda di un titolo a 50 o 100 anni è troppo bassa per mettere in piedi delle aste significative.

D’altra parte si tratta di titoli che sul mercato secondario dovrebbero vivere un secolo di oscillazioni, in un contesto geopolitico talmente variabile da essere impossibile da prevedere. Per quel che riguarda gli analisti, gli Stati Uniti potrebbero anche non esistere tra 100 anni, quando il mondo sarà completamente globalizzato in tutti i suoi angoli.
C’è anche chi azzarda la previsione di 10-30 punti in più rispetto al trentennale, ma siamo sulle ipotesi più totali.

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