Il principale indice milanese si trova in prossimità di un importante livello di supporto posto a 16.700 punti. La rottura di questo livello potrebbe amplificare le vendite fino ai 16.500 punti.
Le borse europee sono peggiorate dopo il rialzo di ieri. I ribassi si registrano principalmente fra i titoli petroliferi e le banche. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib cala del 2,42% a quota 16.748 punti. Parigi lascia sul terreno il 2,28%, Francoforte il -2,55%, Madrid il 2,85% e Londra l’1,59%.
Il principale indice milanese si trova in prossimità di un importante livello di supporto posto a 16.700 punti. La rottura di questo livello potrebbe amplificare le vendite fino ai 16.500 punti, sottolineando che, malgrado il rimbalzo dell’ultimo periodo, il sentiment del mercato resta fragile alla luce di diverse incertezze tra cui il prezzo del petrolio e l’andamento dell’economia globale.
A innervosire i mercati è infatti l’ennesimo calo del greggio con il Wti che cala del 3,67% a 30,70 dollari al barile, dopo che ieri il ministro del Petrolio dell’Iran ha definito “ridicolo” il piano dell’Arabia Saudita e della Russia per congelare la produzione ai livelli di gennaio.
Nel frattempo il ministro saudita del Petrolio, Ali Al-Naimi, ha detto che l’accordo trai quattro maggiori produttori mondiali di greggio per congelare la produzione ai livelli di gennaio non è preludio a una riduzione dell’offerta. Anche il Brent scende del 2,61% a 32,40 dollari.
Oggi Fitch ha comunicato il taglio delle stime sul prezzo del petrolio che userà per assegnare i rating delle aziende del settore. La visione dell’agenzia è molto chiara: difficilmente i prezzi quest’anno aumenteranno. Di qui la stima di una media di 35 dollari al barile sia per il Brent sia per il Wti per tutto il 2016.
La decisione dell’agenzia è connessa a una combinazione di fattori tra cui l’accumulo di scorte durante un inverno mite, una produzione oltre le previsioni da parte dell’Opec a gennaio e la sempre più forte evidenza che la crescita economica globale quest’anno sarà inferiore alle stime formulate nei mesi scorsi. Tutto ciò si tradurrà in un eccesso di offerta nel secondo semestre, mentre il mercato dovrebbe raggiungere un equilibrio soltanto nel 2017.
Il ministro del Petrolio del Venezuela, Eulogio Del Pino, ha tuttavia dichiarato in un tweet che, a metà marzo, si terrà un meeting tra i membri dell’Opec e i Paesi che non fanno parte del cartello. Del Pino ha precisato, infatti, che sono in corso le consultazioni con i principali Paesi produttori di oro nero per decidere data e ora dell’incontro.