Rispetto ai 5 miliardi di ottobre il dato appare in calo, ma è abbastanza alto da far salire il patrimonio gestito a quota 1.835 miliardi di euro mettendo a segno un nuovo massimo storico.
Durante il mese di novembre 2015 l’industria italiana del risparmio gestito ha raccolto 4,1 miliardi di euro portando il totale degli undici mesi a quota 130 miliardi, a un passo dai 133 miliardi registrati in tutto lo scorso anno.
Rispetto ai 5 miliardi di ottobre il dato appare in calo, ma è abbastanza alto da far salire il patrimonio gestito a quota 1.835 miliardi di euro mettendo a segno un nuovo massimo storico. Emerge dalla mappa mensile di Assogestioni in attesa dei dati definitivi che saranno pubblicati all’inizio del 2016 nella mappa del quarto trimestre.
A trainare i flussi di novembre sono stati, come nei mesi scorsi, i fondi aperti che con 3,3 miliardi hanno realizzato un risultato leggermente superiore a quello di ottobre (2,9 miliardi) mentre i mandati istituzionali, con 790 milioni, hanno visto rallentare il passo della raccolta rispetto al mese precedente (2,2 miliardi). Da inizio anno i fondi aperti ha messo a segno così una raccolta netta di oltre 91 miliardi, mentre le gestioni di portafoglio di quasi 38,5 miliardi.
Quel che è certo è che con i tassi ai minimi storici, i titoli di Stato non offrono più un’alternativa di investimento e molti risparmiatori cercano opportunità nei fondi. E i capitali ancora investiti in obbligazioni del Tesoro rappresentano ancora un ingente serbatoio a cui le banche possono attingere per aumentare le commissioni da risparmio gestito.
Non a caso sempre più società estere di asset management stanno sbarcando in Italia e i gruppi stranieri già presenti stringono accordi di distribuzione sempre più forti con le reti di promotori finanziari per il collocamento dei propri fondi al retail.
Tornando ai dati di novembre dei fondi aperti, da sottolineare la discesa degli azionari che hanno chiuso il mese con una raccolta di circa 1 miliardo, in rallentamento rispetto ai 1,6 miliardi di ottobre (pari a 8,9 miliardi da inizio anno). Un riflesso delle incertezze vissute dai mercati azionari a novembre, tra attacchi terroristici a Parigi e venti di guerra in Medio Oriente.