Nessun rimbalzo convincente per i listini del Vecchio Continente.
Seduta di passaggio quella odierna per le Borse europee, che non sono riuscite a mettere a segno alcun rimbalzo degno di questo nome a seguito dei forti ribassi registrati martedì.
Anche il Ftse Mib di Piazza Affari ha chiuso poco sotto la parità nonostante il rialzo dei titoli energetici.
Il principale indice di Piazza Affari ha chiuso in flessione dello 0,17% a 21.500 punti. Ribassi frazionali anche per il Dax (-0,76%), il Cac (-0,95%), il Ftse 100 (-0,14%) e l’Ibex (-0,02%). Sul mercato obbligazionario lo spread è rimasto pressoché invariato chiudendo appena sotto i 97 punti base.
Il comparto dell’oil&gas ha registrato importanti acquisti in scia al dato sulle scorte di greggio negli Stati Uniti, calate a sorpresa di 3,568 milioni di barili (+0,5 milioni di barili il consenso). Negli Usa gli altri dati macro hanno mostrato segnali contrastanti con le richieste settimanali di mutui in rialzo dell’1,2% rispetto alla settimana precedente e le scorte delle imprese nel mese di ottobre in flessione dello 0,1% (+0,2% il consenso). Il cambio euro-dollaro si è attestato a quota 1,0983.
Per il prossimo anno gli analisti della Financiere de l’Echiquier, una delle prime società di gestione a capitale privato con masse gestite pari a 7,9 miliardi, hanno confermato un outlook positivo sull’azionario europeo nonostante il clima di tassi bassi non favorevole all’azionario e al mercato dei titoli sovrani. “La buona performance delle azioni europee rimarrà in agenda nel prossimo anno, sostenuta da fattori solidi nell’Eurozona. In un ambiente volatile”, hanno aggiunto, “solo la selettività consentirà di cogliere le migliori opportunità di investimento”.
A Piazza Affari la performance positiva è stata trainata dai titoli del settore energetico, che hanno beneficiato del rialzo delle quotazioni del greggio dopo la pubblicazione del dato Usa sulle scorte, che ha superato significativamente le aspettative. Il Brent ha comunque chiuso in flessione dello 0,98% a 39,87 dollari al barile e il Wti dello 0,93% a 37,16 dollari al barile, portando Eni a guadagnare, lo 0,72% a 13,99 euro, Saipem l’1,76% a 7,51 euro e Tenaris l’1,29% a 10,99 euro.