Prosegue e si estende a macchia d'olio l'ondata di vendite dopo la riunione Eurotower.
L’ondata di vendite iniziata ventiquattro ore fa in Europa a seguito delle parole del presidente della Bce Mario Draghi è continuata anche in Asia, mandando a tappeto tutte le borse.
E mentre l’euro ha cavalcato per il 3,5% portandosi da 1,0575 di ieri mattina a 1,0943 nella seduta asiatica, anche lo yen ha iniziato a salire, anche se non di tanto, contro il dollaro a 122,58 (+0,1%) generando però un’ondata di vendite alla borsa di Tokyo. Questo dipende dal fatto che i maggiori titoli quotati sul Nikkei sono di colossi esportatori, che vivono sulle vendite all’estero trainate dallo yen debole.
Alle 8 ora italiana, Hong Kong era negativa dello 0,4%, Shanghai in rosso dell’1,6%, mentre a Tokyoil Nikkei ha chiuso in calo del 2,2% a 19.504 punti.
Sul listino di Shanghai pesa anche la mossa degli investitori di liberare liquidità dopo che la Borsa ha annunciato, ieri, l’imminente quotazione di dieci nuove società . Fatto che non avveniva dalle forte vendite dello scorso agosto, in seguito alle quali le autorità avevano deciso di sospendere nuove ipo in attesa che si ristabilisse una soglia accettabile di liquidità sul mercato.
Adesso gli occhi degli investitori sono puntati sul dato, in pubblicazione oggi pomeriggio, sull’occupazione non agricola negli Usa. Nel frattempo, i Fed funds, che indicano le attese dei mercati sulle decisioni della Banca centrale americana, stanno scommettendo al 79,1% che la Fed alzerà i tassi a breve nel meeting di dicembre per la prima volta in nove anni.
I future sul Brent crude si sono leggermente alzati nelle ultime ore a quota 44,08 dollari in barile in attesa che oggi si riuniscano i membri dell’Opec a Vienna. In questo momento prevalgono attese pessimistiche su un cambio di politica da parte dell’organizzazione, che un anno fa decise che era prioritario mantenere le quote di mercato invece di tenere sostenuto il prezzo del greggio.