Il Cavallino divorzia da Fca. Ma le due entità resteranno in buoni rapporti.
Comincia una nuova avventura per Ferrari. Il divorzio da Fca aumenterà la capacità di mantenere e accrescere le caratteristiche che la rendono unica.
Questo è l’obiettivo dichiarato da Sergio Marchionne aprendo l’assemblea di Fiat Chrysler che dovrà deliberare sulla scissione della casa di Maranello: “La separazione consente alla Ferrari di realizzare meglio le proprie potenzialità per la futura crescita e di perseguire le proprie strategie con maggiore indipendenza finanziaria e operativa”. E dopo aver definito “improbabile la scissione di altri marchi”, Marchionne ha aggiunto: “Dobbiamo valutare con attenzione quanto far leva su Ferrari” per la riduzione del debito di Fca. “Dobbiamo liberarci dal debito, ci arriveremo al 2018”.
Di certo per Ferrari il divorzio sarà pagato a caro prezzo: dopo lo spin off, per gennaio, saranno distribuite delle quote di Maranello agli azionisti Fca. Entro la fine del prossimo mese, ha affermato nei giorni scorsi Sergio Marchionne, che è sia il presidente di Ferrari sia l’amministratore delegato di Fca, “si vedrà il vero valore” della casa di Maranello che “è molto difficile” riconoscere prima che lo scorporo sia completo. In effetti, dopo l’entusiasmo del debutto a New York, quando è stato offerto agli investitori il 10% circa di Ferrari a 52 dollari per azione, registrando in chiusura una fiammata del 5,8% a 55 dollari, il titolo è andato raffreddandosi. Le azioni di Maranello valgono ora intorno ai 48 dollari, pari a un flessione rispetto al prezzo di collocamento di circa il 13%. “Aspettiamo dopo il demerger agli inizi di gennaio”, ha tranquillizzato Marchionne, che ha più volte messo in chiaro che Ferrari non è solo una casa automobilistica ma va considerata “assolutamente” come un marchio del lusso. Con tutto quello che questo comporta, incluse le prospettive e i margini.
Così si presenteranno Fca e Ferrari al termine dell’operazione. Entrambe avranno a monte una holding olandese, entrambe con Exor – la holding del gruppo Agnelli – come azionista di controllo. Dal Cavallino arriverà inoltre una generosa dote prima dello scorporo. Oltre ai proventi dell’Ipo, di quasi 900 milioni di dollari, Ferrari ha annunciato lunedì la firma su una linea di credito da complessivi 2,5 miliardi di euro con un pool di dieci banche, 2 miliardi dei quali “per rifinanziare l’indebitamento verso Fiat Chrysler Automobiles (Fca), per rimborsare altri debiti e per altre esigenze aziendali”.