Giornata volatile a Shangai, Milano gira in positivo.
Il Fmi ha promosso lo yuan a valuta di riserva globale. Il board del Fondo ha dato il via libera all’ingresso della moneta cinese nel paniere di valute che determina il valore degli Special Drawing Rights (Sdr), la valuta di riferimento del Fmi di cui fanno parte il dollaro, la sterline, l’euro e lo yen: peserà per il 10,92%, a fronte del 41,73% del dollaro, del 30,93% dell’euro, del 8,33% dello yen e dell’8,09% della sterlina.
La decisione storica era attesa dai mercati che si sono concentrati più sulla riunione del board della Bce, che dovrebbe decretare un ampliamento delQuantitative easing. A segnare il passo delle contrattazioni è stato un segnale di debolezza dall’economia tedesca, dove il commercio ha avuto una battuta d’arresto. Le vendite al dettaglio in Germania hanno registrato in ottobre un calo inatteso dello 0,4% mensile, secondo le stime provvisorie dell’ufficio federale di statistica. Gli analisti stimavano un incremento mensile dello 0,5%: viene bissato così l’inaspettato stallo di settembre, quando ci si aspettava una crescita.
I mercati azionari europei, dopo aver aperto deboli, si sono rafforzati nel corso della giornata, mentre le azioni dell’area Asia-Pacifico sono giunte al sesto mese di ribassi negli ultimi sette. Milano riesce a girare in positivo e chiude in recupero dello 0,63%, dopo una partenza in rosso. Anche Francoforte si rafforza al +0,78%, mentre Londra cede lo 0,24% e Parigi sale dello 0,56%.Wall Street tratta debole: quando in Europa gli scambi si chiudono, il Dow Jones, il Nasdaq e lo S&P500 cedono lo 0,3%.
In mattinata, Shanghai ha portato a termine una giornata volatile (+0,27% finale), dopo il tracollo del 5,5% di venerdì scorso a seguito degli scandali finanziari che stanno emergendo grazie alla stretta alla vigilanza delle Autorità . Chiusura in calo per la Borsa di Tokyo, con l’indice Nikkei che è sceso dello 0,69% a 19.747,47 punti. La Borsa non ha sfruttato il piccolo segnale di ripresa per la produzione automobilistica in Giappone, che a ottobre ha registrato un calo dello 0,5% rispetto al 2014, ma il dato è risultato di gran lunga migliore di quello di settembre quando il calo fu del 2,6%. La produzione industriale nel suo complesso è salita dell’1,4% in ottobre.