Petrolio, quotazioni sempre più basse

by Redazione Commenta

La crisi geopolitica incide sull'oro nero. Gli analisti sono in attesa del vertice OPEC.

Ancora in calo le quotazioni del petrolio, all’inizio di una settimana decisiva per i mercati finanziari internazionali: il 3 dicembre si riunisce il board della BCE, che potrebbe annunciare il varo di nuovi stimoli monetari.

Il giorno seguente s’incontrano a Vienna i rappresentanti dei 13 paesi dell’OPEC, il cartello dei produttori del greggio, chiamato a decidere se adottare una nuova strategia per ravvivare i prezzi o se lasciare invariata la propria impostazione di un anno fa. Il prezzo del Brent registra un calo dello 0,53% a 44,62 dollari al barile, mentre quello del Wti scivola dello 0,19% a 41,63 dollari. Su base mensile, perdono entrambi quasi 5 dollari al barile.

L’Arabia Saudita ha segnalato con il suo ministro del Petrolio, Alì al-Naimi, l’intenzione di collaborare con gli altri membri dell’Organizzazione per sostenere i prezzi. Queste parole, però, appaiono più frutto di un esercizio retorico, perché è improbabile che tra 4 giorni il secondo produttore di greggio e primo esportatore al mondo annunci un qualche cambiamento significativo. Di taglio della produzione non c’è proprio sentore.

Alla base della ferma volontà dei sauditi di non cedere alle richieste di abbassare l’offerta ci sono diverse motivazioni. La prima riguarda la difesa delle quote di mercato: se Riad tagliasse la sua offerta, le quotazioni risalirebbero, ma ciò spingerebbe le compagnie petrolifere americane, russe e di altri paesi ad aumentare la loro produzione. Alla fine, quindi, il mercato vedrebbe scendere la quota di produzione saudita e accrescere quella degli altri. Si tratterebbe, in buona sostanza, di un sacrificio in favore dei concorrenti globali, com’è già accaduto 30 anni fa.

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