Ha acquisito una quota pari al 2,058%.
Il governo del Kuwait è entrato a far parte del capitale di Poste Italiane, nell’ottica del processo di privatizzazione che si è concluso lo scorso 27 ottobre con l’approdo a Piazza Affari, acquisendo una quota del 2,058%.
E’ quanto si apprende dalle comunicazioni odierne della Consob sulle partecipazioni rilevanti.
Nello specifico, la quota è detenuta dal Kuwait Investment Office, in qualità di agente del governo dello Stato del Kuwait. Il governo del Kuwait è dunque il primo socio rilevante della società , a parte il ministero del Tesoro, dopo la quotazione in borsa. Il ministero del Tesoro è titolare di una quota del 65,317%, di cui il 3,468% senza diritto di voto.
Il titolo del gruppo guidato da Francesco Caio scambia al momento in borsa a quota 6,575 euro (-0,38%) rispetto a un prezzo di collocamento di 6,75 euro e a un massimo, toccato il giorno del debutto, a 6,95 euro. Oggi Corrado Passera, presidente di Italia Unica ed ex amministratore delegato di Poste Italiane dal 1998 al 2002, ha detto che è stata sbagliata la scelta di privatizzare Poste Italiane.
Poste, ha spiegato, ha due cose importantissime per il Paese: 500 miliardi di risparmio degli italiani, che servono per finanziare la Cassa depositi e prestiti e quindi gli investimenti e il debito pubblico, e l’altra l’obiettivo di dare a tutti in tutti i Comuni d’Italia servizi essenziali al minimo prezzo possibile. “Se uno si quota diventa massimo prezzo possibile, non minimo”, ha osservato Passera, aggiungendo che “le Poste quotate devono trovare ciò che rende di più, non ciò che serve di più”.