Due dirigenti sono coinvolti dalle indagini della Procura di Firenze sul cosiddetto "caso Bulgarella" insieme al vice presidente dell'istituto, Fabrizio Palenzona.
Intorno a Unicredit regna un clima di tensione. A quanto risulta il numero uno della banca, Federico Ghizzoni, non avrebbe intenzione di far stare peggio la banca in uno stillicidio di indiscrezioni e di rumors sulla posizione dei due alti dirigenti: il capo dei rischi Massimiliano Fossati e il capo dei crediti alle imprese italiane Alessandro Cataldo.
I due vertici sono coinvolti dalle indagini della Procura di Firenze sul cosiddetto “caso Bulgarella” insieme al vice presidente dell’istituto, Fabrizio Palenzona.
In banca potrebbero quindi esserci novità a breve. Sicuramente prima dell’11 novembre, quando ci sarà il consiglio di amministrazione con la revisione del piano industriale. Ma probabilmente ben prima, già a metà della settimana in corso, secondo alcuni rumors di mercato. Di certo Ghizzoni sta seguendo da vicino il dossier, insieme ai due comitati interessati (il Comitato nomine e il Comitato governance). Il giorno deputato alle riunioni dei comitati è il giovedì, ma non è detto che una riunione così importante, per decidere l’eventuale sostituzione dei due manager-chiave nei processi della banca, non possa essere anticipata anche con pochissimo preavviso. Perché nonostante le verifiche dell’audit interno non abbiamo trovato violazioni delle procedure né profili penali, per la banca c’è un problema reputazionale da risolvere.
Di certo per lo stesso Ghizzoni la partita non è semplice, anche perché ad esempio Fossati era stato appena indicato a capo dei rischi; insomma, fino a pochissimo tempo fa godeva della piena fiducia dell’amministratore delegato. Che, tra l’altro, si trova in una posizione scomoda con i suoi azionisti istituzionali (i grandi fondi) vista la performance borsistica della banca. Il piano industriale, fino all’altroieri così importante, rischia di essere solo un tassello di un mosaico in divenire.