La banca olandese, nata dalle ceneri di Fortis, fa registrare utili da record.
Quello appena conclusosi è stato per Abn Amro il miglior trimestre della propria storia, da quando è stata creata dalle ceneri di Fortis.
Si registra un record di utili per l’istituto di credito belga-olandese collassato durante la crisi finanziaria per effetto anche dell’enorme indebitamento accumulato per l’acquisto nel 2007 di parte della vecchia Abn.
Un traguardo, il balzo dell’utile netto, raggiunto grazie all’aumento del risultato operativo e al forte calo delle rettifiche: quelle sui crediti sono, infatti, crollate del 90% a 34 milioni, un livello definito dai vertici “eccezionalmente basso ma non rappresentativo per la restante parte dell’anno”. Solida, inoltre, la posizione patrimoniale con un Cet1 ratio fully-loaded del 14%, un livello elevato per gli standard europei.
Per tutto l’esercizio la banca pagherà un dividendo pari al 40% dell’utile netto, di cui 350 milioni come acconto cedola. Il gruppo ha anche precisato che l’implementazione del piano industriale procede come previsto e che, anche alla luce del buono stato di salute dell’economia olandese, prosegue senza intoppo la tabella di marcia verso l’Ipo.
“Grazie ai risultati raggiunti siamo sulla strada per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti per il 2017”, ha commentato l’amministratore delegato, Gerrit Zalm. “La nostra performance, compresi i nostri risultati finanziari, le prospettive positive dell’economia tedesca e il fatto che gli step per l’Ipo della banca proseguono senza intoppi, ci danno fiducia per il futuro”.
Il debutto alla borsa di Amsterdam è previsto nel quarto trimestre e dovrebbe portare lo Stato a cedere una partecipazione tra il 20% e il 30% del capitale di Abn Amro. L’Ipo dovrebbe essere una delle maggiori mai effettuate sulla borsa olandese: Abn Amro ha infatti un valore di libro di circa 16 miliardi di euro.