I mercati in posizione di vendita da quando Pechino ha svalutato lo Yuan.
Cina in crisi. Gli investitori europei, così, vendono. L’indice Stoxx 600, basket rappresentativo dei titoli del Vecchio continente, ha tagliato quasi cinque punti percentuali da quando Pechino ha svalutato il suo yuan, la scorsa settimana.
Oggi la Banca centrale è tornata a immettere circa 19 miliardi di dollari nelle banche commerciali con operazioni di rifinanziamento. Ma il rallentamento economico di Pechino viene monitorato strettamente anche dalla Federal Reserve, che prende ancora tempo sul rialzo dei tassi Usa (il primo dal 2006) atteso per settembre, nonostante l’economia a stelle e strisce sia ormai pronta a supportarlo, come emerso dalle minute dell’ultima riunione pubblicate nella serata di ieri. In questo clima, i listini Ue trattano in ribasso e ampliano le perdite con l’andamento negativo di Wall Street: Milano cede il 2,4%, Parigi l’1,65%,Francoforte l’1,5% e Londra lo 0,3%.
Le vendite sono proseguite in mattinata anche alla Borsa di Tokyo: ha chiuso in calo per il secondo giorno consecutivo, con l’indice Nikkei in rosso dello 0,94%. Il rosso ha caratterizzato pure gli altri principali listini asiatici, penalizzati dal continuo crollo delle materie prime: Hong Kong ha ceduto l’1,77%, Shanghai il 3,42% e Shenzhen il 2,9%. Wall Street, dopo la seconda chiusura debole consecutiva, tratta ancora in rosso: il Dow Jones accentua il calo al -1,4%, il Nasdaq cede l’1,4% e lo S&P 500 lascia sul terreno un punto percentuale.
A seguito del via libera al terzo programma d’aiuti da parte dei parlamenti nazionali, desta meno preoccupazione la Grecia: questa mattina il board del meccanismo europeo di stabilità (Esm) ha approvato la prima tranche di aiuti finanziari per 26 miliardi di euro. Il cda ha inoltre deciso di stanziare immediatamente, per oggi, 13 miliardi di euro, che Atene ha subito usato in larga parte per rimborsare la Bce (3,2 miliardi in scade