Un dato a dir poco stupefacente. Soltanto dodici mesi fa si assisteva ad un pericoloso crollo dei guadagni del gruppo di Seattle, con perdite del calibro di 126 milioni di dollari. Nonostante ciò alla lunga la strategia del numero uno e fondatore della società , Jeff Bezos, potrebbe finalmente premiare il gruppo e dare i risultati auspicati.
Dal mese di aprile al mese di giugno 2015 Amazon, vero e proprio colosso del commercio online, ha fatto registrare utili pari a 92 milioni di dollari e vendite in rialzo vertiginoso del 20%, per una cifra complessiva pari a 23,18 miliardi di dollari.
Un dato a dir poco stupefacente. Soltanto dodici mesi fa si assisteva ad un pericoloso crollo dei guadagni del gruppo di Seattle, con perdite del calibro di 126 milioni di dollari. Nonostante ciò alla lunga la strategia del numero uno e fondatore della società , Jeff Bezos, potrebbe finalmente premiare il gruppo e dare i risultati auspicati.
Dal momento che la gran parte delle perdite o dei risultati deludenti dei trimestri passati sono connessi soprattutto agli investimenti forsennati fatti dai vertici di Amazon in varie direzioni, soprattutto nel settore dei servizi. “Le spese che hanno fatto a partire dal 2010 cominciano a pagare in maniera significativa”, commentano gli analisti.
Così di fronte a una trimestrale impeccabile, il titolo del gruppo vola a Wall Street guadagnando fino al 20% nelle contrattazione after hours, per un valore delle azioni oltre i 560 dollari, ben oltre il loro precedente record di 493 dollari. Un risultato importantissimo per il gruppo di Bezos, anche alla luce della durissima concorrenza non solo da parte degli altri giganti del commercio online, vedi E-Bay o Alibaba, ma anche da parte delle tante startup che vanno moltiplicandosi nell’offrire servizi di consegna a domicilio sempre più rapidi ed efficienti.
Nel frattempo Bezos può sorridere anche per le sue fortune personali, dal momento che nella classifica dei 400 uomini più ricchi del mondo stilata sulla base del Bloomberg Billonaire’s Index con i suoi 46,3 miliardi di dollari è uno dei pochi a restare dietro a Bill Gates e a un altro pugno di irraggiungibili Paperoni. Ma soprattutto nel settore del web è uno dei pochi a tenere botta all’irresistibile ascesa di Mark Zuckerberg, ‘guru’ di Facebook.