La vittoria del 'No' fa crollare a picco i mercati.
Le Borse vanno in rosso e lo spread appare in risalita, anche non di molto, aggirandosi in area 155 punti base.
Sono questi i primi effetti provocati dalla vittoria del “no” al referendum voluto dal premier greco Alexis Tsipras sul piano di aiuti per Atene proposto dai creditori internazionali. Cali pesanti, quindi, ma senza le vendite incontrollate e il panico che alcuni si potevano aspettare, anche se nel pomeriggio Milano peggiora significativamente fino a chiudere in rosso del 4,03% travolta dalla vendite sul settore bancario. A spiazzare gli addetti ai lavori, però, le dimissioni del ministro delle Finanza del governo ellenico, Yanis Varoufakis che attraverso il suo blog annuncia: “Lascio per aiutare Tsipras nelle trattative con i creditori. Mi sono accorto che una parte dei nostri partner internazionali preferisce che io non sia presente agli incontri”. Una mossa a sorpresa, ma che potrebbe realmente aiutare Atene a trovare un’intesa con la Bce, la Commissione europea e il Fondo monetario internazionale.
Tokyo, la prima Borsa a reagire al voto di Atene chiude in calo del 2,08%, risollevandosi dal minimo di giornata, di poco superiore al 2,5%. Pesanti i listini del Vecchio continente che pure tengono meglio di Piazza Affari: Parigi cede l’1,45%, Francoforte l’1% e Londra lo 0,5%. Andamento in territorio negativo – ma anche in questo caso senza scossoni – per Wall Street: quando in Europa le contrattazioni si avviano alla chiusura, il Dow Jones perde lo 0,3%, lo S&P 500 lo 0,1% e il Nasdaq recupera la pari.
Per il momento, nonostante le vendite, sembrano evitati i temuti scenari da “panic selling”: i crolli a catena che alcuni analisti si erano immaginati a causa degli scenari adesso imprevedibili per la risoluzione della crisi greca. A condizionare l’andamento di Piazza Affari sono soprattutto le vendite nel comparto bancario: l’indice del settore perde il 5,7% e molti titoli vengono sospesi.
L’euro chiude stabile a quota 1,1065 contro il dollaro dopo avere toccato un massimo di giornata a 1,1095. La moneta unica passa di mano a 135,75 con lo yen, che viene scambiato col biglietto verde a 122,68: in recupero, visto il suo status di bene rifugio.